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Una tomografia per l’Etna

Creato il 02 giugno 2014 da Makinsud

Un team composto da 60 ricercatori provenienti da Russia, Stati Uniti, Messico, Spagna, Germania, Irlanda ed ovviamente Italia, verrà impiegato nello sviluppo del progetto “Tomo-Etna”, un esperimento scientifico presentato a Catania dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) che ha come obbiettivo quello di sviluppare una tomografia dell’Etna, cioè una sorta di radiografia proiettata in 3d.

Etna, tomo-etna

Il vulcano più grande d’Europa sorge su un’area estremamente complessa sotto il profilo geodinamico. Sono ancora poco note infatti le interazioni delle strutture tettoniche regionali con il vulcano stesso e, se da un lato sono state avanzate diverse ipotesi sui fenomeni che riguardano l’area, manca ancora un modello che spieghi univocamente come interagiscono le dinamiche tettoniche con il vulcanismo etneo. Ancora oggi infatti i maggiori limiti alla comprensione delle dinamiche di questo vulcano risiedono proprio su una conoscenza parziale e deficitaria delle caratteristiche strutturali del suo basamento e della crosta intermedia.

sismografo

Proprio a tali vuoti di informazioni risponderà “Tomo-Etna”, che nella fase operativa dell‘esperimento scientifico prevede attività di mare, condotte dalla nave oceanografica spagnola “Sarmiento del Gamboa” e dalla greca “Aegea” in concerto con la nave idro-oceanografica “Galatea” della Marina Militare italiana; ed attività di terra, espletate dalle 70 stazioni sismiche permanenti dell’Ingv e da una ulteriore rete temporanea di 100 stazioni dell’Istituto di ricerca Gfz (Germania) collocate sia sull’Etna, che sui territori circostanti nelle province di Messina, Catania e Siracusa. Ulteriori 25 stazioni sismiche saranno piazzate nei fondali marini per la registrazione della sismicità artificiale e naturale.

Tramite l’insieme di dati raccolti con questo esperimento scientifico, i ricercatori saranno in grado di elaborare per la prima volta una tomografia dell’Etna, che finalmente potrà dare un riscontro preciso sulla struttura che regge il gigante vulcanico etneo e portà aiutare gli scienziati ed i tecnici ad elaborare modelli in grado di mitigare il rischio vulcanico a tutela delle popolazioni stanziate nella zona pedemonta etnea, sempre più vulnerabili negli ultimi decenni.


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