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"Underworld" di D. DeLillo

Creato il 16 settembre 2011 da Bens
Si è suicidato il bicchiere. Era stanco di raccogliere la mia sete. Era triste per la tronfia lucentezza dei bicchieri nuovi, appena compratiMe lo stavo portando alla bocca, traboccante di acqua fresca, ne stavo sfiorando il bordo un po' opaco, il tempo di lasciare una laconica impronta del labbro inferiore, che mi è balzato via dalla presa molle della mano destra, ed è caduto a terra, schizzando acqua e schegge di vetro. 
Non c'era più nulla che potessi fare per lui. L'ho gettato via. Spazzatura. 
Le scarpe. Le scarpe non vogliono più camminare. Impietose dei miei sforzi di avanzare di un singolo passo, si sono agganciate a terra, unitesi in un organico telaio di fibre e tessuto con il cemento che calpesto. Sono vecchie e mal ridotte, ma sono state fedeli compagne di viaggi americani, stoiche avversarie degli inverni più pungenti, custodi di impronunciabili serate. Le stringhe sfilacciate, i passanti deformi, le suole consumate. Sporcizia. Spazzatura. Via anche queste.
La lampante consistenza della fine. 
Si è ammalata. C'è una bestiaccia che le si è attaccata all'utero, lo sta divorando, lentamente, voracemente. I dottori dicono che bisogna asportare tutto. E gettarlo via. Spazzatura. 
E se dovessi morire io? Getteremmo via anche te. Ma ti porteremmo fiori freschi tutte le domeniche. 
La tua morte è il mio fallimento, la mia vergogna. Ma ne posso salvare un'altra come te. Posso comprare un bicchiere nuovo, un altro paio di scarpe che cancellino il ricordo di voi. La vostra fine è il sottinteso del mio destino, ma non è detto che io vi accetti. E' per questo che vi getto via, perché esiste un momento in cui arrivate ad essere brutti ed inutili, fantasmi spavaldi di un passato più luminoso. Puzzate di malattia e di disuso, è per questo che vi si sotterra. Avete il sapore rancido della fine e fate paura, è per questo che vi si sotterra. Siete belli il tempo del consumo, ma poi assumete quell'orribile espressione irrisoria di chi conosce il dopo. Il mio dopo. 
Vi si sotterra per dimenticarvi, o per ricordarvi belli come il giorno in cui diventaste nostri. Non vi si vuole orribili ed inutili. 
Ed è questo che sussurrate dalla pattumiera della cucina, che ci consumeremo anche noi, la nostra bellezza durerà una stagione, la nostra energia muterà in un'ondulata forma di assenza, il nostro talento soccomberà sotto la puzza di ogni sigaretta lasciata a consumarsi nel posacenere. Diventeremo vecchi, noiosi ed incontinenti, pronti per essere buttati via dai nostri figli. 
Spazzatura. 
A parte tutto, è un gran bel libro.

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