Per la prima volta una banca italiana comunica ai suoi clienti che la possibilità di un ritorno alla moneta nazionale, dopo naturalmente la scomparsa dell' euro, è una possibilità da non trascurare.
Prima banca italiana, ma già diversi istituti di credito esteri e alcune multinazionali avevano preparato degli scenari che prevedevano il ritorno alle monete nazionali, almeno nei paesi dell'Europa del sud più esposti alla crisi.
Ma che la situazione finanziaria in Europa stia precipitando lo testimoniano, oltre che il continuo aumentare dello spread tra i titoli di stato in confronto a quelli tedeschi, l'improvviso viaggio di Mario Monti a Bruxelles e l' incontro che il neo presidente del consiglio italiano ha programmato con il presidente francese Sarkozy, con l'evidente tentativo di trovare un alleato per convincere Angela Merkel ad allentare i vincoli che la Ue e lo Fmi hanno imposto all'Italia e agli altri paesi in difficoltà e che stanno strangolando le economie di questi paesi.
Le dichiarazioni di Monti fanno ben capire, nella loro pur pacata diplomazia, che il problema principale non è l'Italia e neanche la Grecia o l'Ungheria, la nuova entrata trai i paesi retrocessi al grado di "Trash Bond" in merito al suo debito nazionale (ma gli ungheresi non hanno alcuna intenzione di subire i ricatti della Ue e del Fmi, provocando così anche una crisi politica che sarà bene analizzare in seguito in maniera più approfondita).
A lamentarsi delle non scelte della comunità europea, egemonizzata dalla Germania, è pure Corrado Passera, ex capo di Banca Intesa San Paolo e oggi ministro per lo sviluppo economico, che ha affermato che per salvare l'euro occorre che la Bce sia trasformata in una vera banca centrale, che sia prestatore di ultima istanza dei debiti dei paesi dell'area euro.
In pratica oggi Monti e Passera non fanno che ripetere le stesse cose che venivano dette mesi fa dagli esponenti del governo precedente, con l'aggravante che da allora gli italiani hanno dovuto tirare fuori dalle loro tasche un centinaio di miliardi di euro, un sacrificio che a questo punto potrebbe risultare vano, se la Germania non si piega alle richieste del resto d'Europa.
Il peggio è che Unicredit, la più grande banca italiana e unica impresa nazionale presente tra le 50 più influenti società del mondo, affonda in borsa giorno dopo giorno (oggi ha perso un altro 11% chiudendo a 3,98 euro), in seguito all'ultimo aumento di capitale e ai problemi dell'Ungheria, paese nel quale è pesantemente esposta. La crisi di una banca così importante farebbe crollare quello che rimane ancora in piedi della struttura produttiva italiana, con le conseguenze che tutti possono immaginare.
In sostanza tutto quello che ci era stato detto in queste ultime settimane si è rivelato falso. Il nuovo governo sarà pure ben visto dai partner europei, ma i mercati lo trattano allo stesso modo di quello vecchio, in mancanza delle vere riforme che si aspetta.
Nessuno però, di fronte allo spread che sale e alla flessione della borsa chiede le dimissioni di Mario Monti, anzi appare ormai chiaro che si tenta di distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica verso argomenti meno pericolosi, come le polemiche sulla "spedizione punitiva" della finanza a Cortina, inutile propaganda, o gli scandali che coinvolsero la cosiddetta "cricca", che coinvolge burocrati di stato e imprenditori.
Che i grandi media si decidano a raccontare agli italiani quello che sta realmente accadendo sarà molto difficile e sperare che Fabio Fazio, lo scendiletto del potere italiano, nell'intervista a Mario monti prevista per Domenica sera all'interno del suo programma su Rai3 "Che tempo che fa", riesca a fare delle domande scomode al suo ospite, in modo che chiarisca una volta per tutte cosa sta per capitare agli italiani, è una speranza remota.
Intanto cresce la tensione sociale, che evidentemente non è ben percepita né dalla classe dirigente, in senso lato, né dagli organi d'informazione, che pure dovrebbero aver bene tastato il polso della situazione reale del paese.
Siamo seduti su una polveriera, ma pare che gli artificieri chiamati a dirigerla siano dei gran pasticcioni.





