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In vista dell'assemblea del prossimo 11 maggio, chiamata a nominare il nuovo consiglio di amministrazione (compreso il nuovo presidente in sostituzione di Dieter Rampl), il vertice di Unicredit ha deciso di rivolgersi alla societa' di consulenza internazionale Sodali per ottenere una mappatura aggiornata dell'azionariato della banca.
Sebbene non sia la prima volta che in Piazza Cordusio si procede a un monitoraggio della reale
composizione dell'azionariato, scrive MF, il fatto che l'ultimo aggiornamento risalga al settembre 2011, prima dunque dell'aumento di capitale da 7 miliardi, ha consigliato i vertici della banca di procedere a un aggiornamento della mappatura, indispensabile per evitare sorprese sgradite il giorno dell'assemblea. L'ultima volta che i soci si sono riuniti (lo scorso 15 dicembre per approvare l'aumento) era presente il 43,26% del capitale e ben il 24,08% faceva capo a investitori istituzionali, mentre i soci stabili (Aabar era assente e la quota dei libici congelata) potevano contare sul 19% circa. Almeno sulla carta, dunque, se il cda fosse stato nominato in quell'occasione, il mercato, inteso come investitori istituzionali internazionali, avrebbe potuto avere un peso specifico maggiore delle fondazioni e dei loro alleati. E, considerato che il sistema di nomina del cda e' fortemente maggioritario (la lista che ottiene anche un solo voto piu' conquista la stragrande maggioranza del consiglio), i grandi soci stabili di Unicredit vogliono dunque evitare di farsi trovare impreparati all'appuntamento di inizio maggio. fonte
"Abbiamo garantito la stabilita' del sistema. Direi che la foresta pietrificata e' stata abbondantemente disboscata prima che ce lo imponesse la legge".
E' quanto dichiarato in un'intervista al Corriere della Sera dal presidente di Acri Giuseppe Guzzetti, spiegando che le Fondazioni sono soci di riferimento, se non di controllo, delle prime banche italiane, come Intesa, Unicredit, Monte dei Paschi.
"All'inizio - prosegue Guzzetti - abbiamo ceduto il controllo, poi favorito le fusioni per renderle piu' competitive. E adesso gli aumenti di capitale per mettere le banche italiane in sicurezza". Spiegando il fatto che per fare cio' ora sulla Fondazione Mps pesa oltre un miliardo di debiti, Guzzetti conclude che "ha fatto la sua parte per rafforzare Montepaschi". fonte
Ed ecco un'istantanea dopo un'ora di contrattazioni. Si nota come in apertura di seduta il titolo abbia avuto una notevole spinta (preventiva) in attesa di notizie che riguardano la Grecia.
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