Magazine Società
Questa volta ci ha pensato Jean Claude Junkers, il presidente del cosiddetto "Eurogruppo", ovvero il centro di coordinamento tra i ministri per l'economia degli stati membti della Ue, ha emettere un giudizio sull'azione politica dei governi europei, in primo luogo su quello francese e tedesco, che in pratica ormai sono i soli a decidere cosa fare per fronteggiare la crisi economica e finanziaria, definendo come "disastrosa" l'immagine che l'Europa sta dando al mondo.
Una crisi economica e finanziaria che, come detto più volte in passato, ha le sue più profonde radici nell'inettitudine della Politica a svolgere quel ruolo di indirizzo e controllo che dovrebbe essere sua esclusiva pertinenza e che invece ha abbandonato quasi del tutto, impegnandosi piuttosto a rincorrere il consenso popolare, attraverso la spesa dissennata, e l'appoggio dei grandi gruppi industriali e finanziari, che in cambio ne inluenzano gran parte delle decisioni.
L'ultima settimana trascorsa è stata a suo modo indicativa, direi quasi didascalica, nell'indicare le debolezze croniche dell'Unione Europea, che se da una parte è immobilizzata nella sua azione dall'assurda regola dell'unanimità dei consensi necessaria per approvare i provvedimenti comunitari, in modo che basta che la sola piccola Slovacchia può fermare qualsiasi manovra, dall'altra è chiaramente in realtà guidata soltanto dalle due super potenze continentali, o presunte tali, la Francia e la Germania.
Peccato che anche le due nazioni egemoni non riescano a trovare l'intesa sui provvedimenti da perdere, dando vita ad un balletto di affermazioni e negazioni che per tutta la settimana hanno fatto un giorno deprimere i mercati e il giorno dopo esaltarli, per la gioia degli speculatori e tra la rabbia dei pochi risparmiatori che ancora insistono a tenere i propri risparmi investiti in azioni societarie.
Questa è l'immagine disastrosa alla quale fa riferimento Junkers, un immagine che riduce ancora di più la già scarsa fiducia degli investitori nella Unine Europea e permette alle agenzie di rating di continuare il gioco al massacro dei declassamenti dei rating sul debito pubblico dei singoli Stati europei e delle varie aziende.
Ormai non passa settimana che una delle tre agenzie almeno non riduca i rating di qualche Stato e delle sua aziende principali, ma il tergiversare delle due nazioni egemoni ha questa volta prodotto un nuovo risultato: anche la Francia è ora nel mirino di Moody's e potrebbe subire un declassamento, perdendo la tripla A per il suo debito pubblico.
La notizia non puà sorprendere, perché non ci voleva molto a capire che la strada intrapresa avrebbe portato a quel risultato, e che se si continuerà col rinviare la soluzione dei problemi anche la grande Germania rischierà di trovarsi nella medesima situazione.
Del resto nessuno dei governi dei due paesi ha fatto in passato pressioni affinchè le rispettive banche ricostituissero i propri patrimoni, erosi dalla crisi e dalla presenza nei portafogli di una grande quantità di titoli di stato dei paesi in crisi finanziaria, per i quali si parla di un taglio del loro valore anche del 50%.
Il risultato di tutto questo è che quello che non è stato fatto ieri si deve fare oggi ad un costo maggiore (pare che per ricapitalizzare le banche europee occorrino un centinaio di niliardi di euro), con la certezza che se qualora non si agisse al più presto, domani costerà ancora di più.
La speranza che il vertice di domani dia una risposta definitiva alla crisi europea è dunque piuttosto teneue, perché se c'è un accordo per la concessione della seconda tranche di aiuti alla Grecia, le distanze tra Francia e Germania sul come salvare il paese ellenico dalla bancarotta sono ancora sensibili, nonostante Merkel e Sakozy facciano a gara nel tenere un atteggiamento amichevole e quasi da fidanzatini di Peynet in tutte le foto che li ritrae insieme.
Una situazione veramente difficile, quella che attraversa l'Unione Europea, che mette pesantemente in discussione tutta l'architettura politico ed economica sulla quale essa è stata fondata e che fa dire a molti che la Grecia è stata la culla della civiltà europea e sarà la tomba della sua Unione.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Riforma del Catasto ai box: ora l’attenzione si sposta sulla Local Tax
E adesso che succede? Dopo che la riforma del catasto fabbricati è saltata all’ultimo minuto, sono in molti a chiedersi cosa succederà al nostro sistema... Leggere il seguito
Da Ediltecnicoit
SOCIETÀ -
La guerra italiana al Califfo
(Uscito sul Giornale dell'Umbria del 30/06/2015) Dai giorni intorno all'11 giugno, sono cominciate ad arrivare dai giornali americani le prime indiscrezioni... Leggere il seguito
Da Danemblog
SOCIETÀ -
Il Donbass è come il sud Italia.
Quindi potrebbe essere utile analizzare le posizioni polarizzate che molti hanno appreso per quanto riguarda l'Ucraina. Per eludere tali opinioni radicate,... Leggere il seguito
Da Nicovendome55
ATTUALITÀ, OPINIONI, POLITICA, SOCIETÀ -
La chiesetta di Roslin e il Castello, o di tutto ciò che non ha detto Dan Brown…
…. non ha detto che la chiesetta è un capolavoro bellissimo, intarsiato come nessuna costruzione gotica (purtroppo all’interno non si possono fare foto),... Leggere il seguito
Da Rosebudgiornalismo
ATTUALITÀ, CULTURA, SOCIETÀ -
Turchia, la questione curda dopo il voto
Print PDFdi Filippo UrbinatiCome sempre accade le elezioni politiche di un Paese non si giocano su una sola tematica ma ruotano attorno ad una complessa rete... Leggere il seguito
Da Bloglobal
OPINIONI, POLITICA, POLITICA INTERNAZIONALE, SOCIETÀ -
Referendum Grecia: cosa succede se vince il sì, cosa succede se vince il no
Il Messaggero analizza cosa potrebbe accadere dopo il referendumAl di là delle rassicurazioni, il timore è l’effetto contagio per la crisi in Grecia. Leggere il seguito
Da Andrea86
ATTUALITÀ, SOCIETÀ