Anima e Sport
di Marco Casazza
Varco quella soglia in un giorno di primavera.
Se non fosse per i dottori, gli infermieri e i malati, guardando il tavolo da ping-pong e la grande mensa con il bar, illuminati dalla luce del sole che attraversa le vetrate, non mi accorgerei di essere all’interno di una struttura ospedaliera.
Mi viene incontro sorridente la dottoressa Maria Vittoria Actis, che dal 2003 dirige questa importante realtà sanitaria (la più grande d’Italia e fra le più grandi d’Europa). Nata una trentina di anni fa a Torino come Centro di Rieducazione Funzionale, si è sviluppata fino a portare all’apertura, il 19 luglio del 2007, dell’Unità Spinale Unipolare, presso il C.T.O. di Torino. Questa struttura è sede del trattamento riabilitativo delle persone con lesioni del midollo spinale e ha, attualmente, attivi 46 posti letto e 8 posti in day hospital.
sport terapia
Siamo interessati a scoprire, guidati dalla dottoressa Actis, il valore aggiunto della sport-terapia per i pazienti seguiti nel suo reparto. Attualmente, infatti, grazie alle strutture create appositamente all’interno di questa struttura e grazie alle convenzioni con alcune società sportive e al supporto del Comitato Italiano Paralimpico (CIP), è possibile praticare il tennis, il basket, il ping pong, il canottaggio, il tiro con l’arco e la scherma. Dopo averci condotti verso un grande salone, utilizzato sia per corsi di formazione sia per attività e feste organizzate in favore dei degenti, la dottoressa Actis risponde in una breve tregua dall’intenso lavoro. Ci parla dei benefici dell’attività sportiva, che sono duplici: quello medico – riabilitativo e quello psicologico.
anima e corpo
Grazie allo sport si è osservato il potenziamento, nei pazienti, delle funzioni respiratoria e cardio-circolatoria e un valido ausilio al crearsi – in coloro che ne abbiano necessità – di una migliore “simbiosi” e autonomia nella gestione della sedia a rotelle. I risultati più incredibili si hanno però dal punto di vista psicologico. Lo sport aiuta infatti sia a ridare fiducia in chi l’ha perduta a causa di un trauma, sia a favorire la socializzazione. Tanto che alcuni che già in fase di degenza hanno iniziato a praticare delle attività sportive, successivamente hanno proseguito perfino, con attività a livello agonistico.
I have a dream
Chiediamo, a questo punto, alla dottoressa Actis, quali siano le sue più grandi soddisfazioni. “Vedere che le risorse messe in atto dai degenti che praticano sport sono di sprone per tutti coloro che lavorano all’interno dell’Unità Spinale” – questa la risposta. E ha un sogno nel cassetto, dottoressa? “Riuscire a potenziare le attività, in modo da permettere alle persone, una volta uscite dall’ospedale, di condurre una vita sociale e lavorativa dignitosa rispetto alle loro condizioni. Inoltre, sperando nel futuro sviluppo della medicina rigenerativa e nelle nano-tecnologie, l’auspicio è di poter intervenire anche per dare ai pazienti una minore disabilità”.
Sport 2.0 tifa per voi e con voi.
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