di Stefano Perri – A pochi giorni dall’esperienza della “Quistelli occupata”, gli studenti della Mediterranea tornano in piazza, ma con modalità e rivendicazioni che vanno oltre la vertenza accademica degli ultimi mesi.
Gli avvenimenti del 14 dicembre e “la repressione indiscriminata” denunciata dagli studenti a Reggio come nella Capitale, hanno spinto i ragazzi della Mediterranea ad avviare iniziative di comunicazione culturale che ricadono al di fuori delle mura dell’ateneo e si estendano invece a tutta la città.
La scelta è caduta sul teatro Francesco Cilea, che nella serata di ieri è stato testimone di un volantinaggio “creativo”, dove gli studenti hanno voluto, simbolicamente, difendere un emblema della cultura con i grandi classici della letteratura, ricavati da fogli di cartone, sulla scia delle mobilitazioni di carattere nazionale.
Alcuni dei concetti fondamentali che gli studenti volevano comunicare erano anche stati espressi con degli striscioni, appesi in giro per la città, che però qualcuno ha pensato di far sparire nottetempo. “Avremmo volentieri dato la colpa – dichiarano gli studenti - al vento o alla pioggia ma, purtroppo, entrambe sono state assenti e non ci resta che credere che, forse, quelle parole hanno dato fastidio a qualcuno o forse che di alcune cose meglio che non se ne parli troppo. Per noi comunque un’ulteriore conferma della giustezza delle nostre ragioni, anche se il segnale è preoccupante”.
“La democrazia è in pericolo” è la denuncia che parte dalla Mediterranea. E, da parte degli studenti, il modo migliore per difenderla è la cultura. “Da anni ormai la cultura è presa di mira dai progetti reazionari dei vari governi, tesi a minare le basi per uno sviluppo della coscienza critica delle persone, attaccando e dequalificando il processo di formazione pubblico”.
Ed è per questo, spiegano gli studenti, che si è presentata al necessità di allargare le loro rivendicazioni a tutta la cittadinanza. “La città dovrebbe rendersi partecipe e capire che non è in gioco il futuro di qualche corso di laurea o di qualche docente, bensì l’avvenire d’una intera generazione”.
“Precarizzati sul lavoro, vessati da tasse e baronie all’università, gli studenti vivono uno dei periodi più bui degli ultimi decenni – scrivono ancora – dove giorno dopo giorno il diritto diventa servizio a pagamento e la cultura diviene pericolosa per l’ordine costituito”.Per domani 22 dicembre è prevista a Roma un’imponente mobilitazione studentesca. Anche gli studenti reggini della Mediterranea saranno nella Capitale a manifestare contro la Riforma Gelmini. “Saremo in piazza ancora una volta per i nostri diritti – concludono - e per cercare di sensibilizzare tutto il parlamento ad ascoltare, per una volta, la voce di miglia glia di studenti che ormai da anni sono costretti ad urlare per far sentire la propria voce”.