Uscire dal tunnel della dipendenza energetica
Creato il 13 maggio 2012 da Tnepd
Gli abitanti della Val di Susa non vogliono neanche lontanamente immaginare che qualcuno possa entrare in un tunnel lungo 57 Km, largo 30 metri e alto 10, forse anche perché l’essere umano non è fatto per entrare nei tunnel, non essendo un animale ipogeo, ma semmai per uscirne. Sono tanti, infatti, i tunnel da cui dovremmo uscire. Il tunnel della paura, per esempio.Quello di cui vorrei parlare non è il tunnel della dipendenza dalle droghe, ma quello della dipendenza dalle fonti energetiche. Mentre la dipendenza dalla droga è incentivata nei fatti e combattuta nelle parole dalle istituzioni che ci governano, la dipendenza dalle fonti energetiche è incentivata sia a parole che nei fatti e qualunque tentativo di spezzarla combattuto.La questione è stata ben spiegata da due ragazzi del gruppo Zerogas, nato su internet, presenti nel mio paese sabato 12 maggio. Stanno facendo un tour in giro per l’Italia e nel mio comune a farli venire è stato Anthony Santelia, candidato sindaco l’anno scorso per il Movimento 5 Stelle. Li ho incontrati presso l’auditorium comunale e l’unica cosa che sono venuto a sapere di loro è che si chiamano Simone ed Eugenio. Per prima cosa Simone mi ha fatto capire che non ci tiene a mettersi in mostra perché alle sue spalle ci sono almeno una trentina d’ingegneri e altri esperti di tecnologie dolci e lui è solo un portavoce. Simone, di Alessandria, ed Eugenio, di Roma, sono venuti a Codroipo in stile Avventure nel Mondo, cioè toccata e fuga. La sera stessa dovevano essere da un’altra parte. Quindi non ho potuto fare un’intervista come Dio comanda, cioè come sono solito fare io.Ma non ce n’è stato bisogno perché la lezione è stata interessante. L’organizzatore aveva preannunciato la cosa come uno spettacolo teatrale, ma in realtà si è trattato della proiezione di spezzoni di documentari commentati da Simone, con la regia di Eugenio.Nella filosofia di Zerogas vi sono molti punti in comune con il pensiero cosiddetto complottista. L’unica pecca è che in tutta la serata non è stato fatto cenno alle scie chimiche e di questo bisognerà avvertire Corrado Penna di modo che possa aggiungere anche Zerogas alla black list dei collaboratori del Nuovo Ordine Mondiale.Non sono mancate scene di uccelli moribondi nella melma petrolifera, dovuta ai disastri ambientali, né di pesci morti, galleggianti a migliaia, in acque inquinate, ma queste sono solo l’antipasto della nostra distruttività congenita, come specie, e ormai ci siamo abituati. Ciò che ci colpisce sono le proteste dei nostri simili. Quelle dei sardi che vivono nei pressi dei parchi eolici, per esempio, e che non beneficiano di alcuna ricaduta economica dal momento che tutti i vantaggi vengono dirottati altrove. E’ la regola del capitalismo ed è così da decenni. E qui già si comincia a capire da quale tunnel dobbiamo uscire se vogliamo salvare la vita nostra e dei nostri eventuali discendenti.Anche l’idea che la Sardegna debba essere divisa in due da un oleodotto proveniente dall’Algeria non è molto apprezzata dai sardi, i quali, forse per la loro natura di isolani tendenzialmente indipendentisti e mai domi rappresentano al pari del valsusini uno dei pochi esempi di etnie da seguire.Un altro punto in comune con i “ricercatori di verità”, altrimenti detti studiosi del complotto, è l’ammissione fatta dallo speaker delle soluzioni offerte alla gente dagli stessi che hanno creato il problema. E’ stato mostrato infatti Marchionne che spiega in una conferenza stampa di come in Italia ci sia una mentalità chiusa, che frenerebbe la ricerca di innovazioni tecnologiche e per questo la FIAT si vede costretta ad andare all’estero. Di modo che, le auto elettriche che gli italiani non vogliono, a detta di Marchionne, l’azienda torinese va a costruirle in Brasile. Il più famoso A.D. d’Italia dice che si stanno cercando soluzioni ecologiche, quando i prototipi di motori alternativi esistono da decenni e le grandi industrie automobilistiche li hanno fatti sparire sistematicamente.Emblematico è il caso di Stanley Meyer che ancora negli anni Settanta costruì una macchina ad acqua, che scindeva idrogeno e
ossigeno disperdendo questo e utilizzando quello per la propulsione. Gli fu offerto, dalle compagnie petrolifere, un milione di dollari per l’acquisto del brevetto ma lui rifiutò e fu forse un rifiuto fatale poiché fu ritrovato avvelenato poco tempo dopo, in perfetto stile mafioso.E questo da una parte ci fa pensare che il progresso delle scienze è guidato dalle industrie non solo in medicina ma in ogni altro settore e la nostra società sarebbe diversa e meno inquinante se solo si fossero sviluppate certe tecnologie e tralasciate altre. Basti pensare alla storia della canapa e anche Simone ha accennato al fatto che la prima automobile, la Ford Modello T, aveva la carrozzeria fatta con un derivato della canapa.Dall’altra parte, l’uccisione di ufologi, scienziati, inventori e ricercatori non conformisti, ci fa capire che oltre il velo illusorio dell’ipocrita realtà manipolata, non c’è soluzione di continuità tra governi, mafie, organizzazioni criminali e capitani d’industria. Tutti loro si danno una mano, alla bisogna, e usano gli stessi mezzi sbrigativi per eliminare le personalità scomode, i governi servendosi dei servizi segreti pagati dai contribuenti, gli altri assoldando killers professionisti pagati con i profitti delle loro truffe e dei loro crimini.
E’ così che le pubblicità c’inondano di macchine a combustione interna che avremmo potuto considerare obsolete già da una trentina d’anni, solo perché i grandi capitalisti non vogliono rinunciare ai profitti derivanti dal petrolio e dalla plastica. Che poi l’ossido di carbonio emesso dagli scarichi dei veicoli, l’amianto, le polveri sottili e tutto il resto causino migliaia di casi di cancro, non è un problema per i fabbricanti d’automobili. Anzi, così facendo fanno un piacere ai loro colleghi delle industrie farmaceutiche, a cui non mancheranno mai clienti. Se poi a qualche fastidiosa minoranza venisse il ghiribizzo di chiedere tecnologie sostenibili, si potrà sempre inventare motori Euro 4, Euro 5 e altri maquillage similari, strombazzandone le doti di rispetto per l’ambiente come solo i creativi pubblicitari sanno fare. Il cliente teledipendente (ecco qui un’altra dipendenza da cui uscire) si berrà tutto ciò che gli viene mostrato, cieli limpidi e prati in fiore e andrà sereno e appagato a comprarsi l’ultimo modello di auto ecologica, magari di quelli che spengono automaticamente il motore quando il semaforo diventa rosso.Le tecnologie veramente innovative, che permetterebbero di fare 80 Km con un litro, di risparmiare benzina sui rettilinei mettendo
la macchina in folle con il sistema KDS inventato da Leonardo Grieco, vengono boicottate e Simone ha fatto circolare in sala una copia della rivista 4 Ruote, in cui l’invenzione della curva cicloide, costata sei anni di studio al signor Grieco, viene demolita e respinta. Tanto che anche lui è uno dei molti cervelli in fuga, che lasciano l’Italia per l’estero, essendo andato a vivere in Svizzera. Solo che a noi i telegiornali raccontano che il problema è sistemico del popolo italiano e non ci dicono che, dietro, ci sono precise manovre d’insabbiamento da parte delle industrie, spesso multinazionali, che sono le più potenti. I telegiornali fanno ciò che fa Marchionne: ribaltano la verità e instillano i sensi di colpa nella gente. Antico metodo cattolico. E ancora prima giudaico.Se con quattro taniche d’acqua piovana – ma anche quella di mare va bene – si potrebbero fare 100 Km, con l’auto ad aria non c’è nemmeno questo limite perché i motori sfruttano la repulsione dei poli positivo e negativo, principio dell’elettromagnetismo studiato da più di un secolo, e riescono a ricavare energia praticamente infinita. Il motore ad aria può essere applicato agli scooter, alle automobili, ovviamente, e perfino ai rasaerba. Le immagini di questi mezzi che sembrano fantascientifici sono state mostrate sabato alla conferenza. E tutti si sono chiesti quando e se tali mezzi saranno resi disponibili al pubblico. A questa domanda pare ci sia una sola risposta. Ciò avverrà se la gente sarà informata della loro esistenza e comincerà a pretendere di poterli comprare. Il motto di Zerogas, ma anche del Movimento 5 Stelle è: informazione e partecipazione. Mi ricorda Gaber. Per adesso siamo in alto mare.Per adesso piovono manganellate. Anziché imporre un treno ad alta velocità tra Torino e Lione, perché nessuno parla dei treni a levitazione magnetica che raggiungono i 20.000 Km all’ora?
Sì, avete capito bene! Ventimila chilometri all’ora. Con un’accelerazione da zero a 100 Km all’ora in 4 secondi. In un paio d’ore si potrebbe andare da Parigi a Pechino. E da Torino a Lione in tre minuti. Oltre ad eliminare l’attrito tra ruota e rotaia, il veicolo viaggerebbe nel vuoto pneumatico, onde evitare l’effetto frenante dell’aria. Nessuno, a parte Zerogas, ne parla perché con treni simili si annienterebbe l’industria inquinante dei voli aerei e tutto il personale di volo e di terra resterebbe disoccupato. E inoltre si smetterebbe di abbattere le foreste. Se poi ogni tanto gli aerei cadono facendo centinaia di vittime, pazienza. E’ lo stesso ragionamento dei petrolieri e dei fabbricanti d’auto.La dipendenza c’entra anche qui ed è una dipendenza di tipo manipolatorio, psicologico, giacché ci hanno sempre fatto credere che non ci siano le alternative. E questo perché pochi uomini d’affari senza scrupoli vogliono continuare a detenere la possibilità di aprire e chiudere i rubinetti a loro piacere. Della benzina dobbiamo essere dipendenti affinché siano loro a decidere quando, come e in che quantità elargirla. E così del cibo, dei medicinali e di tutte le altre merci. Anche le stesse tecnologie ecologiche che i padroni del mondo vorrebbero imporci ricalcano lo stesso schema. Se per esempio si costruissero campi sterminati di pannelli fotovoltaici nel deserto del Sahara, ci sarebbe sempre qualche società che gestisce la cosa e che ci libererebbe dalla schiavitù dell’idroelettrico o del nucleare ma ci sottometterebbe ad un’altra schiavitù. Sempre schiavi ci vogliono tenere!E invece, c’è bisogno di una presa di coscienza radicale, che sarebbe già di per sé rivoluzionaria: non ce l’ha ordinato il medico di essere dipendenti dalle fonti che si sono accaparrati e che stanno gestendo a loro piacimento.Simone ha spiegato che non sta scritto né in cielo né in terra che l’ENEL debba far viaggiare l’elettricità attraverso i deturpanti elettrodotti che disperdono mediamente l’otto percento dell’energia. Di cui si è dimostrata la tossicità per gli organismi viventi. Non ha senso far viaggiare l’energia quando già esistono le tecnologie affinché ciascuno se la produca in casa, per conto suo.Il motore ad aria, per esempio, una volta avviato potrebbe andare avanti per ottant’anni, senza fermarsi mai. Con la geotermia, cioè
affondando tubi sotto le case a una certa profondità, si potrebbe sfruttare il calore presente nel sottosuolo, perché con la circolazione del caldo e del freddo, che s’inseguono perpetuamente come avviene anche nell’atmosfera e nel mare, si avrebbe una fonte inesauribile di energia pulita, senza più dover pagare le bollette.Ma questo, per ragioni facilmente intuibili, significherebbe la fine di un sistema vigente da molti anni, con aumento della disoccupazione e minori introiti per le casse dello Stato. In quest’ultimo caso, però, significherebbe meno pastura per i parassiti, mentre al primo caso si potrebbe ovviare con la creazione di posti di lavoro totalmente nuovi, nell’ambito delle tecnologie dolci.In fondo, perché non provare ad immaginare un futuro diverso?E comunque, un po’ di disoccupazione in più non sarebbe un dramma se la confrontiamo con la fine degli sprechi, delle mafie, dello sfruttamento e della presa in giro della popolazione che va avanti da troppo tempo.Tanto che dopo aver sentito una conferenza come quella presentata da Simone ed Eugenio si esce dalla sala con la sensazione di essere dei polli da spennare e che le autorità a tutti i livelli, comunali e nazionali – per non parlare dei veri burattinai del mondo – ci stanno trattando come noi siamo soliti trattare il bestiame. E a questo riguardo verrebbe da pensare che sia David Icke che Charles Fort abbiano ragione a dire che gli esseri umani siano allevati da una razza aliena malvagia, alloggiata da qualche parte molto vicino a noi. Se non altro per poterci tenere sotto controllo, giacché il pastore non si allontana mai dalle sue pecore.
In conclusione, le tecnologie sono disponibili da trent’anni e sono ancora in fase di perfezionamento. Zerogas si avvale della collaborazione di tutti e l’unico nemico da sconfiggere è la salda presa sulla realtà da parte dei diretti interessati, che non molleranno l’osso molto facilmente e che si serviranno del discredito nei confronti dei ricercatori non allineati e della blandizie nei confronti del popolo assonnato e irretito dai mass-media di cui sono proprietari.Sembrerebbe una partita persa in partenza, se si pensa che l’entusiasmo e la buona volontà passano di generazione in generazione, da un partito all’altro. Le cose dette oggi da Zerogas e dai Grillini venivano dette anni fa dai Verdi e prima ancora dai Radicali. Tutte le spinte anticonformiste dettate dal desiderio di giustizia ed armonia con la natura vengono fagocitate dal Sistema, che le fa sue e le neutralizza. Il Movimento 5 Stelle offre una speranza di cambiamento, esattamente come fece a suo tempo l’elezione di Obama e, più tardi, Occupy Wall Street. In tutti i casi sembra che a cascarci siano soprattutto i giovani, in virtù della loro giovanile esuberanza, ma con il tempo le cose si fanno sempre più grigie, in tutte le sue sfumature.Ciò non significa abbandonarsi alla rassegnazione. Non sarebbe una cosa sana e dignitosa. Se ci arrendessimo prima ancora di cominciare gliela daremmo vinta a chi vuole tenerci nello stato di abulia e sudditanza. Uscire dalla dipendenza delle fonti energetiche – e da qualsiasi altra dipendenza – è dovere sacrosanto di tutti, giovani e vecchi. Credenti e atei. Democratici e anarchici. Rettiliani e terrestri.
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