A solo un anno e mezzo di distanza dall’apprezzato Midnight Talks e in barba alle precedenti attese triennali tra un album e l’altro, tornano gli …A Toys Orchestra con un album, Midnight (R)evolution, che già dal titolo si pone come naturale continuazione ed evoluzione del lavoro del 2010. Un’evoluzione/rivoluzione che conferma la band salernitana come una delle migliori realtà del vasto panorama indipendente italiano, in grado di toccare generi diversi con abilità, mantenendo una costante compattezza nelle composizioni nonostante l’eterogeneità dei suoni.
Midnight (R)evolution è un contenitore di idee in musica e parole, un incontro di ritmi ora forsennati ora morbidi e delicati, legati a doppio filo a decenni di storia del pop/rock internazionale e costruiti intorno ad una rivoluzione sociale e individuale trattata con ironia e con un velato senso di amarezza, che traspaiono già nel primo pezzo.
La title-track di apertura, immediata ed orecchiabile, gioca infatti, con lucidità, su personaggi finto- rivoluzionari che vorrebbero cambiare il mondo senza però rinunciare a quei simboli del capitalismo che portano ormai attaccati alla pelle (una collezione di barattoli di Coca-Cola, un esercito di milioni di persone con le All Stars ai piedi), una vera e propria “armata Brancaleone” dei giorni nostri, quest’ultima direttamente citata come un chiaro omaggio al maestro Mario Monicelli (idealmente sempre presente con i Toys anche sul palco, nella frase “La speranza è una trappola”, incollata sulla chitarra di Enzo Moretto).
Se la seconda traccia, “Pinocchio”, punta su un ritmo incalzante e su chitarre sfrenate che a tratti rimandano ai primi lavori della band, è negli episodi più intensi che Moretto e compagni danno il meglio di sé: ne è un esempio, in primis, la bellissima “Lotus”, una ballata che cresce fino ad esplodere in un vortice di archi e chitarre nel cui arrangiamento è evidente la mano di Enrico Gabrielli, ma anche i due brani di chiusura “Goodnight again” e “Late september”, dotati della carica emotiva che già in passato i Toys hanno saputo sfruttare in pezzi ormai storici come “Invisible”.
Nel mezzo, non mancano l’innovazione delle sonorità e la ricerca di dimensioni nuove da esplorare:, come in “Welcome to Babylon”, che con tastiere accattivanti e un ritornello che si stampa in testa, sfiora la dance anni ’80 o in “You can’t stop me now”, un inno da battaglia dapprima intimista e infine urlato con una ripetitività che sa di slogan, e “Aphelion”, che punta all’inizio prevalentemente su (superflui?) effetti vocali per poi sfociare in ritmi più isterici.
Un quadro dalle mille tonalità tra le quali vanno citate anche il blues lento ed ipnotico di “Mutineer Blues”, le chitarre distorte di “Nightmare City” e i cambi improvvisi di rotta che caratterizzano “Noir Dance”, prima lenta edal sapore beatlesiano, per poi caricarsi fino alla coda strumentale a metà tra Clash e Franz Ferdinand.
Midnight (R)evolution si presenta dunque come un lavoro composito, in cui trovano spazio intuizioni apparentemente contrastanti che tuttavia si legano l’una all’altra senza mai lasciare l’ascoltatore disorientato ma, anzi, coinvolgendolo e trasportandolo tra le numerose sfaccettature di cui si compone l’album.
Una menzione a parte meritano, infine, oltre al dvd che ripercorre con leggerezza e senza scadere nell’autoreferenzialità i primi 15 anni della band, le foto di cui si compone il booklet, opera di Alessandro Tricarico. Tutte in bianco e nero e incentrate sul tema della Rivoluzione, le immagini arricchiscono il lavoro degli A Toys Orchestra aggiungendo, a livello visivo, quel pathos e quella densità di emozioni che i nostri esprimono oggi musicalmente con una maturità piena.
Mario Esposito
Voto Mario: 7,5/10
Voto Nico: 7/10
1. Midnight Revolution
2. Pinocchio
3. Noir Dance
4. Lotus
5. Aphelion
6. Welcome to Babylon
7. Mutineer Blues
8. You Can't Stop Me Now
9. Nightmare City
10. Goodnight Again
11. Late September