Sono in tre, arrivano da Pesaro, come una miriade di altri interessanti progetti emersi negli ultimi mesi (Soviet Soviet, Be Forest, Young Wrists, Altro, solo per citarne alcuni) e subito mettono sul piatto un convincente ep d’esordio autoprodotto: parliamo dei Seaside Postcards, ovvero Massimiliano Cerri (ex Morvida, The Fanciful, Yes No Maybe) Michele Traglia (ex Atp, Verd) e Andrea Terenzi (ex Glance), band che i più attenti navigatori di Sonofmarketing hanno già potuto apprezzare in una recente “puntata” del contest Pleasures of unknown, peraltro vinta proprio da loro.
Collocabili in quell’ipotetico scenario new wave/post-punk oggi particolarmente fertile di idee e rielaborazioni più o meno originali, i Seaside Postcards riescono a convincere al primo ascolto grazie ad uno stile lineare, senza inutili fronzoli, e a un’atmosfera oscura sorretta da trame basso-chitarra-batteria essenziali e da una voce dal tono cupo alla Paul Banks.
Tutti elementi che compaiono immediatamente già nel pezzo di apertura, “Strange days”, dall’incedere lento, volutamente “tirato”, come a creare una sorta di sospensione e di attesa di un’esplosione che non arriverà, finendo invece per collegarsi a stretto giro con l’introduzione di “Summo”, brano in cui i rimandi agli Interpol più oscuri ed ermetici, seppur evidenti, non rappresentano un’eresia.
“Ocean” accelera i ritmi col suo basso incalzante, ma mantiene stretti i legami con i due pezzi suoi predecessori, così come “Ruins”, anche senza aggiungere elementi di novità, conferma la solidità delle soluzioni, a tratti fondate sulla ripetitività dei suoni e su giri finanche ossessivi come nella miglior tradizione post-punk.
All’epilogo dell’album si giunge con “Friedrich”, pezzo in cui i giochi di “inseguimento” tra chitarra, basso e batteria creano un’atmosfera meno statica, con accelerazioni, rallentamenti e improvvisi cambi di rotta, tra i quali viene ad inserirsi la parte vocale.
Cinque tracce giocate quindi su pochi elementi ma ben dosati tra loro, nonostante alcuni sporadici episodi in cui l’amalgama sembra tenere con qualche difficoltà di troppo. Momenti che non pregiudicano comunque la bontà di un lavoro compatto, sincero e non artificioso che lascia intravedere ottimi spiragli in vista di un lavoro sulla lunga distanza.
Nel frattempo, meglio non perderli di vista e godersi il loro ep omonimo, disponibile anche in streaming sulla pagina Bandcamp del gruppo,
Mario Esposito
Voto Mario: 6,7/10
Voto Nico: 6,5/10
Tracklist: