Faris Badwan ed i compagni dell'Essex andavano in cerca di un'identità, specialmente dopo un 'Primary Colours' tanto ricco di spunti quanto confusionario. Forse l'esperienza parallela nel duo Cat's Eyes, forse i due anni di lavoro dal precedente album hanno pagato. Tuttavia, parlare di una vera e propria identità musicale è forse prematuro anche nel caso di Skying, ammesso che essa non sia realmente una miscellanea di incubi notturni e labirinti sperimentali, atmosfere surreali e post-punk. 'Open eyes to awake' - 'Changin the rain' apre il disco e gli occhi di chi ascolta; subito si capisce che qualcosa è cambiato. Abbandonando per pochi attimi skinny neri estremi e capigliature da film horror, vieni catapultato nella Londra cupa degli anni '80, nei suoi scantinati fumosi, ricchi di giubbotti di pelle nera e voci profonde. Così sei trasportato fra atmosfere synth, distorsioni e ritornelli cantabili. Voce sempre un po' fioca e tremendamente nasale, ma più matura e precisa. 'You said' ti parla di amore e disperazione in luoghi e tempi irrilevanti, indefiniti. Tutto sembra ripetersi in maniera estenuante - 'Now the echoes are endless' - e tuttavia cangiante. Approdi ad 'I can see through you' e ricadi in un vortice degno degli anni' 80 più oscuri, sbatacchiato in una batteria che sembra essersi risvegliata, violenta, dagli echi punk di 'Strange House'. 'Endless blue' ti accoglie nuovamente in un abbraccio sognante con un'introduzione estremamente tranquilla, lenta, tanto da far pensare ad un intermezzo musicale che scinde l'album in due tronconi. L'improvvisa mutazione ritmica ti getta improvvisamente nella folla, nel pogo, nel sudore. Efficacissimo rigurgito punk. Slow down, give it time - 'Dive in' e 'Still life' illustrano tutta l'evoluzione compiuta negli ultimi anni dalla band, esplorando melodie familiari e rielaborandole secondo nuovi schemi, forse più razionali. Si riconosce una maturazione nello stile musicale, qui mai troppo sperimentale, e nell'uso della voce, la quale si concede anche note acute raramente tentate in precedenza. Ti senti nel cuore dell'album, e tuttavia hai l'impressione chi ci sia ancora molto da dimostrare. Puntuale, la svolta psichedelica di 'Wild eyed' introduce la terza ed ultima sezione del disco, per certi versi la più capricciosa ed eclettica. Panorami surreali, continue ripetizioni di moduli via via variati e sonorità cangianti disorientano e mescolano, confondono e stupiscono. 'Moving further away' non risulta allora che il naturale sviluppo di temi già incontrati, con successo, in quella 'Sea within a sea' che concludeva l'abum predecessore e che ti lasciava sguazzare nelle note finali di un organo conciliatore. Lunga introduzione, atmosfere cupe e sospese, fino ad una improvvisa, brusca caduta a terra: dura, reale, nuovamente punk. Note infinite, estenuanti, ed una batteria martellante conducono freneticamente ad un finale imprescindibile, affilato, netto. 'Monica Gems', invece, si prende gioco di te, prima cercando di fornirti un appiglio per riprenderti dal brano precedente, poi ingannandoti con distorsioni estreme ma mai eccessivamente caotiche. Schizofrenico. 'Oceans Burning' conclude un album estremamente articolato, polimorfo, e non può farlo in altro modo se non lasciandoti in aria, in sospeso. Attacco che ricorda 'Breathe' dei Pink Floyd, conclusione che ci rimanda forse alle urla strazianti che chiudono 'Where is my mind' dei Pixies, per un brano che sembra finire sempre e non sembra finire mai, neanche al termine della riproduzione - Like an ocean, life that overcomes. Andrea Meli Voto Andrea: 8/10
Voto Nico: 7,5/10 Tracklist:
1 - Changing The Rain
2 - You Said
3 - I Can See Through You
4 - Endless Blue
5 - Dive In
6 - Still Life
7 - Wild Eyed
8 - Moving Further Away
9 - Monica Gems
10 - Oceans Burning