Ustica, a nome di chi parla Giovanardi?

A Ustica il 27 giugno 1980 morirono ottantuno persone. Cominciamo così, questo perlomeno non lo possono negare. Ieri la terza sezione civile di Palermo ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire i parenti delle vittime con 100 milioni di euro, più interessi e oneri accessori. I ministeri in questione, si legge nella sentenza, sono colpevoli di “omissioni e negligenze”, nonché dei depistaggi che furono operati nel corso dell’inchiesta sulla strage. Puntuale come la sfortuna, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi si è scagliato contro la sentenza, dichiarando: “La sentenza del Tribunale civile di Palermo è in totale contrasto con la sentenza della Cassazione e con le altre sentenze del Tribune civile di Roma. È ormai accertato che nessun altro aereo era in volo in quella notte in prossimità del DC9 Itavia”. Giovanardi più volte si è detto convinto di un’altra tesi, ossia quella della bomba a bordo dell’aereo. Ipotesi smentita dal raziocinio e dalla scienza, non ultimo dalle conclusioni a cui arrivò il giudice Rosario Priore dopo un meticoloso e coraggioso lavoro di ricostruzione dei fatti che culminò nell’ordinanza-sentenza con la famosa affermazione secondo cui: “l’incidente al DC9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento, il DC9 è stato abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un’azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti”. Le domande che mi vengono in mente e a cui non so dare risposta, allora, sono due: a nome di chi parla Giovanardi, e perché?