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Usuraio socialista che va, usuraia liberale che viene

Creato il 20 maggio 2011 da Coriintempesta

Usuraio socialista che va, usuraia liberale che viene

Il Fondo monetario internazionale è una istituzione che “ho servito con onore e devozione”. La lettera di dimissioni di Dominique Strauss Kahn da direttore generale dell’organismo finanziario di Washington non contiene pentimenti né per il bunga bunga a New York (questo era scontato) né tantomeno per la sua attività di usuraio legalizzato grazie alla quale ha strozzato i Paesi che hanno avuto bisogno dei suoi prestiti. Anzi Dsk ha difeso con orgoglio la carica che è stato obbligato a lasciare.
E soprattutto la filosofia di gestione che ha contrassegnato il suo mandato che si è svolto in perfetta continuità con quello dei direttori generali che lo hanno preceduto.
In altre parole il socialista (si fa per dire) Strauss Kahn ha svolto pienamente il compito che gli era stato assegnato. Diffondere in ogni angolo della terra i principi del Libero Mercato. Cancellare laddove è stato possibile ogni traccia dello Stato sociale. Trasformare il lavoro in una merce che può essere spostata a piacimento allo stesso modo delle materie prime, delle merci vere e proprie, dei prodotti finiti e dei capitali. Immettere nel lavoro dosi sempre più massicce di flessibilità e di precariato e fare sì che le buste paga siano composte soprattutto da straordinari e da premi di produzione. Congelare le pensioni e gli stipendi dei dipendenti pubblici per tre anni, come in Grecia, Irlanda e Portogallo, Paesi ai quali sono state imposte queste condizioni capestro in cambio dei presiti concessi dallo stesso Fmi e dall’Unione europea al tasso usuraio del 6,2%.
Se si tiene conto di questi crimini compiuti sulla pelle dei popoli, lo stupro ai danni della cameriera dell’albergo appare quindi in tutta la sua luce come perfettamente coerente e consequenziale con la natura stessa del Fondo monetario. A furia di fare l’usuraio, a furia di fottere il prossimo, i cittadini e gli Stati, si perde infatti il senso della realtà e si finisce per voler continuare a fare nella vita privata le stesse cose che si fanno nell’ambito del proprio lavoro.
Con le sue dimissioni, Dsk esce di scena e, dovendo dedicare tutte le sue forze e non pochi dei suoi soldi (negli Stati Uniti gli avvocati costano) a dimostrare la propria innocenza o ammettere la propria colpevolezza, ha visto dissolversi in un rapporto “improprio” di pochi minuti, come lo definì il mitico Bill Clinton in riferimento a Monica Levinsky, tutte le sue speranze di arrivare all’Eliseo l’anno prossimo in sostituzione di Nicolas Sarkozy. Fino alla nomina del nuovo direttore generale, le veci di Dsk sono state assunte ad interim dallo statunitense John Lipsky, l’uomo giusto al posto giusto se solo si tiene conto del suo curriculum. Un comunicato del Fmi lo aveva presentato come “un uomo capace, di grande esperienza e un forte economista”. E infatti si tratta di uno dei migliori usurai in circolazione che si è allenato alla bisogna come capo economista in banche ben conosciute per la loro attività di filantrope, come la JP Morgan, la Chase Manhattan dei Rockefeller e la Salomon Brothers.
Con le dimissioni ufficiali del tecnocrate francese si è aperta la corsa alla successione che, in nome del mantenimento pro tempore degli equilibri internazionali, sembra però essersi già conclusa. Lo dice il buon senso e lo dicono anche i bookmakers inglesi. L’attuale ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde (nella foto con Dsk), viene giocata a 2,35. Le arrancano dietro Tharman Shanmugaratnam (Ministro delle Finanze di Singapore) a 4,50 e l’economista turco Kemal Dervis (salito da 5,00 a 7,00). Più distanti Shri S.Sridhar, governatore della Banca centrale indiana e Stanley Fischer, governatore della Banca d’Israele (entrambi saliti da 6,00 a 9,00).
Finito come banchiere e come usuraio, Strauss Kahn lo è anche come politico. Gli stessi sondaggi che lo davano come vincitore nelle primarie del partito socialista francese e nel successivo scontro con Sarkozy alle presidenziali del 2012, hanno dovuto prendere atto della nuova realtà. Il favorito come candidato del PS è adesso François Hollande, offerto a 1,57, quota accettabile, ma dato a 2,50 come successore di Nicolas Sarkozy. Una valutazione che equivale a una sconfitta.
La Lagarde sembra quindi essere senza rivali soprattutto perché Sarkozy e Angela Merkel hanno fatto pesare la considerazione che, per motivi di equilibri internazionale, debba essere un europeo a gestire il Fmi fino al 31 ottobre 2012, quando sarebbe scaduto il mandato di Strauss Kahn. Dopo, ci potrà pure essere un rappresentante del Terzo mondo o delle economie emergenti. La Merkel ha concesso che la guida del Fmi e della stessa Banca Mondiale possa e debba essere assegnata in futuro ai Paesi in via di sviluppo ma in questa fase sarebbe prematuro. Nell’attuale situazione, con i seri problemi che incontra l’euro, con la debolezza di Paesi come Portogallo, Irlanda e Grecia, per aiutare i quali il Fmi si è pesantemente esposto, è necessario che ci sia una continuità nel nuovo direttore generale. Quindi un(a) francese come Dsk. Poi si vedrà.

di: Filippo Ghira
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Rinascita.eu


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