A dire il vero, il bar in cui entriamo è piuttosto diverso dall’iconografia classica: non richiede restauri urgenti, non conserva le poltroncine art-deco degli anni 50 e il barista è sorridente e gentilissimo. Anche il dehor è piacevole, di fronte ad un parco giochi dove i bambini usciti da scuola si godono la primavera. Ma a ben guardare conserva un grande classico dei Bar Sport: la sala col calcetto. Qui ne hanno ben tre, e ci stanno giocando animatamente quattro persone.
Atleta del biliardino
Massimo Caruso, campione italiano assoluto di calcio balilla, si presenta sorridente, con la polo della sua squadra e l’aria di chi sa ciò che vuole. Anche lui, come tanti, ha iniziato presto a giocare, ma il talento lo ha portato in alto. Così è diventato un atleta del calcetto. ..Un atleta? Oh beh ma anch’io giocavo alla grande nel bar del prete….Ok, ma hai mai segnato ad occhi chiusi? E usando le ginocchia? Vista da quest’ottica, Massimo conquista a pieno titolo l’appellativo di Atleta. Anche perché questo “passatempo da bar” conta in realtà 80 associazioni, 1000 club, circa 15000 giocatori e 32 atleti master. Ma, dato che il calcio balilla cambia di nazione in nazione (cambiano le caratteristiche del campo) e non essendoci regole uniformi, resta tuttora uno sport “monco”.
Volo, gancio, spettacolo
Esistono tre tipi di gioco: quello tradizionale, il “volo” (dove la palla non si ferma mai) e i “ganci” (quelli che in Italia sono vietati e per i quali ci siamo tutti beccati un cazziatone, almeno una volta nella vita). Poi esistono le esibizioni per spettacolo: come quelle che sa fare Massimo senza guardare la palla, giocando con le ginocchia, facendo rimbalzare la pallina fuori dal campo per poi sfondare la linea del portiere. Ci si allena da soli, come ha fatto a lungo anche il nostro campione. Si provano le posizioni delle mani e delle braccia, si studiano nuove mosse (una porta il suo cognome) e poi si va in gara: da soli, in coppia ed in coppia mista (uomo – donna). Così, sommando punti su punti, Massimo è arrivato a vincere tutto in Italia e ad essere campione assoluto. All’estero, però, gli italiani hanno difficoltà, perché lì sono ammessi colpi che da noi non sono consentiti. E il tifo? Si fa ben sentire, a partire da quello degli amici e delle fidanzate. I più pigri tifano dalla poltrona guardando in TV i mondiali di Francia. Anche se già si pensa di dotare i biliardini di mini – telecamere per riprendere da vicino il gioco, quindi siamo solo all’inizio.
Figurine!
A questo punto della chiacchierata, la mente si affolla di ricordi: le cento lire rubate alla nonna, il bang sordo dei gol, il recupero disperato delle palline nella buchetta e quegli ometti di plastica che diventavano Scirea, Platini o Cabrini…In un delirante ritorno all’infanzia, farei carte false per poter scambiare delle figurine… E, incredibilmente, mi ritrovo accontentato: che ci crediate o no, esistono le figurine degli eroi del calcetto, complete di album da collezione. E Massimo Caruso è tra le leggende del calcio balilla italiano. Torno a casa felice come un bambino, mentre Massimo mi strizza l’occhio da una figurina.
di Marco Casazza