Sollevato sull'avambraccio, sospeso in quella sorta di tutto o niente che impone l'insonnia, la guardava dormire, stretto nella paura che arrivasse domani, e che gli portasse via quel suo privilegio proibito.
"Dormi!" gli intimò lei con gli occhi chiusi, ed un sorriso blando."Non posso. Voglio saziarmi di te, prima di non poterlo fare più..." le sussurró lui."Buon Dio, chi parla ancora così dopo aver scopato come abbiamo fatto noi?""L'amore, Asia, noi facciamo l'amore." l'ammonì lui, sinceramente offeso."Lo so, scemo. Lo so!" l'accarezzò lei aprendo gli occhi e scaraventandolo sul cuscino con un bacio dolce.Cercava di allontanare il suo amore, e veniva ripagata con parole soavi....non erano solo le donne ad apprezzare la razza dei bastardi..."Torna oggi?"Lei si sollevò dal suo petto, la bocca morsa al lato, gli occhi freddi: "Non si parla di lui."Ammonito come un cagnolino uggiolante, sfuggì a quello sguardo impenetrabile: "Era una domanda." si giustificó; "Si, ma era una domanda su di Lui." Spazientito Maicol uscì dal letto, era nudo e inquieto.Prese i boxer dalla poltrona, ed infiló la gamba destra. "Dove vai?" protestó lei immobile."Torno a casa. Perché rimanere? Lui rientrerà tra poco, qualche ora di luna tutta per noi, prima di fare ancora finta di nulla, ognuno nella propria vita, ognuno incastrato tra dolore e finte partenze.""Erano questi gli accordi. Hai firmato tanto tu, quanto io." scrollò le spalle lei."Lapidaria. Come tuo solito. Possibile non ti smuova nulla?"Asia, giró la testa verso una finestra illuminata da un lampione storto; non si divertiva nel tradire suo marito, e non le piaceva farlo con l'unico uomo che avesse mai amato davvero, ma non riusciva ad uscire da nessuna delle sue "situazioni complicate"..."Te lo ribadisco: avevamo un accordo. Niente di difficoltoso, tu vieni da me, se e quando sei libero, quando lui è via. Basta.È quanto ti ho chiesto, è quanto ti sei detto disposto a dare. Che tu ti comporti da flagellato ogni volta, sta perdendo ogni fascino.Non ti sta più bene? Vattene.Torna dalla tua fidanzata dai capelli ricci, dimenticati di noi, di me.Non ti ho cercato io Micael."Era vero, lei non lo aveva cercato, ma neppure lui lo aveva fatto.Banalmente il destino era intervenuto per dare loro una chance, o almeno era così che doveva averla pensata il cosmo, mentre perpetrava il suo bizzarro cammino.Ma il fato era ben più romantico di quanto la realtà non concedesse.Erano stati insieme, si erano lasciati, erano tornati insieme, ancora e ancora, e poi ancora, ma tra loro tutto aveva, sempre, una scusa per non funzionare. Gli studi di lui, la morte del padre di lei, un tradimento mai dimenticato, il concorso a Bruxelles vinto, l'Australia come unico rifugio durante la tempesta, le discese ardite, e le risalite... il tempismo non li aveva mai aiutati.Quest'ultima volta, tuttavia, sembrava che le cose andassero diversamente.
Un anno prima, Maicol aveva accettato di fare il corrispondente di politica estera per un'emittente francese, ed era rientrato a casa. In preda alla voglia di tiramisù, che lo colpiva ogni qual volta ritornava, si imbattè in Asia, e capì che tutta la distanza che poteva mettere tra di loro, sarebbe sempre stata colmata da quel legame indissolubile e perverso; che tutti quegli anni a sfuggirsi, avevano avuto l'unico merito di avvicinarli di più. Erano entrati in un hotel stellato, avevano consumato veloci e voraci il tempo che avevano perso allontanandosi vicendevolmente, e poi, una fetta dopo l'altra, un enorme tiramisù artigianale. "Sono sposata."Aveva detto lei con la forchetta tra i denti."Ah"Aveva reagito lui rubandole la posata, per usarla a sua volta tra il mascarpone ed il cacao."Non lascerò mai mio marito, mi ha salvata da me stessa, ed ha fatto si che io mi incontrassi.
È l'uomo più incredibile che si possa sperare di conoscere""Ma non lo ami...""No, non lo amo. Ma l'amore è sopravvalutato, volubile, capriccioso ed instabile.""Vivere senza è una mezza vita.""Vivere con è una vita che rifuggo."Stettero in silenzio, quel pomeriggio, non mangiarono più e si rivestirono senza parole.Il grigio pomeriggio seguente, il telefono di Maicol squillò."Martedì prossimo, vuoi venire a cena?"."Dove?"rispose lui sorpreso."Da me. Abito in collina. È una casa molto accogliente, ed ho un Hoover originale che ti piacerebbe.""Scusa, ma non mi va di conoscere tuo marito."Parve sorpresa, "Non ho menzionato Lui, Ho chiesto a te se vuoi venire a cena."
Iniziò così...
Clandestinamente, in ambiti ritagliati tra mille impegni e svariate bugie.Asia lo guardò prendere le chiavi, sapeva che avrebbe preso la porta e se ne sarebbe andato.Sapeva che era adirato con lei, e che non poteva sopportare la sua presenza in quel momento, proprio perché momentanea sarebbe stata.Avrebbe voluto corrergli dietro, dirgli che lo amava, e sparire tra le sue braccia, ma rimase immobile.Dopo qualche minuto, prese lo smartphone dal comodino: "Venerdì sera, portami a sentire l'odore del mare." scrisse prima di addormentarsi, sapendo che una risposta affermativa, l'avrebbe accolta al risveglio.