-Un punto di vista animalista pone particolare attenzione alla sofferenza degli animali e alla crudeltà che l'allevamento e la macellazione comporta necessariamente tutte le volte che si utilizzano prodotti di origine animale.Un atteggiamento drastico ma coerente imporrebbe di essere vegani e quindi non consumare né carne e pesce né uova, latte, formaggio e derivati. Inoltre sarebbe conseguente non comprare o usare prodotti in pelle, lana, avorio, osso, piume e tutto ciò che necessita l'allevamento intensivo e l'uccisione degli animali.Ovviamente avendo ognuno di noi una diversa sensibilità non tutti considereranno ugualmente crudeli o inaccettabili certe forme di allevamento e uccisione degli animali. In base a questi diversi modi di vedere c'è chi non ha problemi morali ad essere onnivoro piuttosto che vegetariano o vegano.
-Il punto di vista ecologista invece evidenzia il fatto che per allevare un'animale bisogna coltivare campi destinati alla sua alimentazione e che a livello pratico la maggior parte delle aree coltivate sono necessarie per l'allevamento di animali destinati all'alimentazione umana. Per produrre 1kg di carne è necessario coltivare estensioni di terreno di gran lunga superiori a quelle necessarie per produrre le stesse “calorie” sotto forma vegetale e in pratica se fossimo vegani avremmo a disposizione molta più terra coltivabile e l'umanità avrebbe molti meno problemi a sfamare tutti.Anche il consumo d'acqua aumenta incredibilmente a causa degli allevamenti animali e inoltre un altro problema ecologico risulta essere lo smaltimento degli escrementi.
-Il punto di vista salutista evidenzia il fatto che una dieta iperproteica e iperlipidica (ricca di carne, uova e formaggio) e povera in fibre risulta essere dannosa alla salute ed oltre a portare facilmente all'obesità risulta facilitare significativamente lo sviluppo di tumori intestinali e di problemi cardiocircolatori.
Ognuno approfondendo le tematiche proposte potrà trarre le proprie personali conclusioni; io personalmente vorrei fare queste considerazioni:
- la natura non si fa problemi etici e la crudeltà non è affatto solo umana; essere vegani non è più “naturale” che essere onnivori. Tuttavia essendo l'uomo un animale dotato di intelligenza e raziocinio dovrebbe essere in grado di capire che limitare la crudeltà sugli animali è una buona cosa e testimonierebbe la sua supposta superiorità rispetto alle altre specie.
- non tutti i terreni sono di facile coltivazione e in alcuni casi l'allevamento potrebbe risultare la forma migliore di sfruttamento del territorio; molti dei problemi legati all'allevamento sono dovuti a quello intensivo; il letame bovino compostato è un ottimo concime utilizzabile in agricoltura.
- Il fatto che una dieta iperproteica sia dannosa alla salute non significa che sia opportuno escludere completamente la carne, il pesce, i latticini ecc.
- la fame nel mondo non è dovuta realmente alla mancanza di cibo ma alle guerre, al potere dei paesi più ricchi, alla corruzione ed a tanti altri motivi. Una maggiore disponibilità di cibo non porterebbe necessariamente ad evitare malnutrizione e carestie.
Nel mio personale modo di vedere penso che sia una buona cosa limitare l'uso di carne e prodotti di origine animale ma non vedo la necessità, neanche etica, di eliminarli completamente.Cerco di comprare alimenti biologici che mi garantiscano un trattamento almeno decente degli animali allevati, mangio carne o pesce 2-3 volte alla settimana e latticini o uova quasi tutti i giorni ma in quantità limitata, non mi faccio problemi con lana, cuoio e altri prodotti che potrebbero derivare da animali in quanto comunque ne acquisto in quantità veramente molto limitata.Credo che gran parte delle verità riguardo ai disastri ecologici e alle crudeltà sugli animali derivino dalla diffusione in grande scala (es. negli Stati Uniti ma ora anche in Italia) di una dieta particolarmente ricca di carne, formaggio, uova e pesce comprati oltretutto senza il minimo riguardo o attenzione ma pensando solo al prezzo e alla comodità di consumo. La corsa all'abbassamento dei costi e gli allevamenti intensivi sono oggettivamente crudeli e dannosi a livello ambientale ma un consumo equilibrato di carne ridurrebbe comunque di 3-5 volte (o forse anche di più) la dimensione e il numero degli allevamenti e la gente comprando meno potrebbe anche permettersi di spendere un po' di più garantendo condizioni migliori agli animali oltre che consumando cibo di migliore qualità e sapore.Penso che quando ad un animale vengono garantite buone condizioni di crescita, un'alimentazione decente, e una macellazione il più possibile indolore ci si possa sentire eticamente sereni tenendo conto oltretutto che a molti esseri umani non vengono garantite né buone condizioni di crescita né una decente alimentazione.Sono abbastanza contrario alla macellazione di animali troppo giovani o comunque che non siano arrivati al peso di un adulto della loro specie: a mio parere andrebbe limitato il più possibile il consumo di giovani vitelli, agnelli, capretti... in quanto a questo genere di allevamento sono associati forti sprechi: non ha senso uccidere anzitempo un animale che nel giro di qualche mese, con un consumo relativamente basso di fieno, arriverebbe a pesare più di quattro volte tanto.
Non vale la pena comunque di assumere posizioni drastiche sull'alimentazione sia perché non è affatto scontato che le informazioni che abbiamo raccolto siano giuste o complete sia perché avendo il cibo anche una forte valenza sociale e culturale rischiamo di essere fraintesi o criticati anche ingiustamente su scelte per noi importanti e per altri difficili da comprendere o accettare.