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Verde: le mille sfaccettature di un colore.

Creato il 02 luglio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Chiaro. Mare chiaro. Giallo. Foresta. Caraibi. Marino. Marino medio. Menta. Menta chiaro. Muschio. Oliva. Olivastro. Oliva giallo. Oliva colore-verde scuro. Pastello. Pastello chiaro. Pastello scuro. Scuro. Smeraldo. Veronese. E ancora: asparago, palude, pino, ufficio, celadon, cinabro, giada, Legnano… e si potrebbe andare avanti quasi all’infinito, considerato che le tonalità e le gradazioni del colore verde sono davvero moltissime, come si può evincere dando una sbirciatina al “Dizionario dei Colori” alla voce “verde”.
Generato dalla mescolanza fra il ciano (una tonalità di blu) ed il giallo, il verde è uno dei sette colori in cui è suddiviso lo spettro solare visibile- fu il fisico inglese Isaac Newton, nel 1672, a dimostrare, con un esperimento nel quale faceva passare attraverso un prisma di cristallo un raggio di luce, che la luce stessa, che noi percepiamo bianca, è in realtà composta dai sette colori dello spettro solare- ed è classificato come colore secondario complementare del rosso.
A livello simbolico, il verde è una colorazione particolarmente significativa, soprattutto in alcuni paesi del mondo.
Anzitutto, in Irlanda: il verde compare nella bandiera, nella gradazione del verde trifoglio o “verde irlandese”, a simboleggiare la natura che domina l’isola, nella quale figurano ben 72 diverse tonalità di questo colore. Oltre che alla natura, il verde viene associato, dagli irlandesi, alla religione cattolica e alla cultura celtica (l’associazione tra verde e cultura celtica è particolarmente evidente nello sport, come dimostrano le divise delle squadre di calcio e di basket).
Il verde è poi un colore particolarmente importante altresì nei paesi musulmani: lo stesso, infatti, nella cultura islamica rappresenta il Paradiso e, presumibilmente per questa ragione, è presente nelle bandiere di quasi tutti gli stati islamici; nella gradazione appositamente denominata “verde islam”, compare nel vessillo dell’Organizzazione della Conferenza Islamica.
Anche in Italia il verde rappresenta una nuance carica di significati, in relazione non tanto alla natura e alla religione ma alla politica.
Dalla metà degli anni ’90, il verde –che nel tricolore simboleggia, secondo le interpretazioni più comuni, le pianure e, contestualmente, la speranza in un paese migliore- è stato, infatti, adottato dal partito della Lega Nord, che ne ha fatto un proprio segno distintivo (i suoi esponenti sono soliti ad indossare almeno un capo d’abbigliamento o un accessorio di questo colore) con l’intento di rivendicare l’identità celtica del nord Italia. In realtà il colore aveva già fatto la sua comparsa sulla scena politica italiana negli anni ’80 grazie alla formazione dei Verdi, partito ambientalista che in alcuni paesi europei esisteva già da una decina d’anni.
Religione e politica dunque, ma non soltanto.
Il verde viene frequentemente associato alla speranza, all’invidia, alla primavera, alla giovinezza, alla riflessione e alla calma; verde è il colore (presunto) degli alieni, nonché quello della pelle di molti anfibi e rettili e dei soldi (da intendersi, nello specifico, i dollari americani).
E soprattutto, verde è il colore della natura, del mondo vegetale, dell’ambiente: le piante sono verdi perché assorbono tutte le lunghezze d’onda ad eccezione di quella a cui corrisponde il verde, che viene riflesso e quindi percepito dall’occhio umano.
Proprio per via dell’immediato richiamo alla natura, il verde è stato scelto come emblema dell’ambiente e dell’ecosostenibilità; peccato che il verde sia tutto fuorché ecologico. Si tratta, infatti, di una tinta assai difficile da sintetizzare, il cui processo di produzione è piuttosto complesso ed inquinante, così come lo è lo smaltimento della carta e della plastica dipinti di codesto colore (molti pigmenti verdi contengono sostanze tossiche).
Quello che viene considerato all’unanimità il “colore della natura”, è, quindi, in realtà, un acerrimo nemico della stessa.
Rendere il verde un colore realmente ecosostenibile e, in quanto tale, degno di rappresentare l’ambiente, è una delle tante sfide che la “green economy” dovrebbe intraprendere nei prossimi anni.
Non ci resta che sperare -in verde, naturalmente, atteso che la speranza è sempre verde- che ciò avvenga quanto prima.

Articolo di Dalila Giglio.


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