Magazine Media e Comunicazione

Veronica e gli alimenti del “drago”

Creato il 23 ottobre 2013 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

showposterNell’edizione del TgLa7 Cronache si parla del caso. Un caso di cui si è molto discusso e scritto molto.

Il caso, ebbe inizio con una lettera di Veronica Lario, in cui si parlava delle “vergini che si offrono al “drago“. Era il 2007. Poi il lungo iter della separazione tra la Lario e  Berlusconi e quindi la svolta nel luglio scorso, il cavaliere, avvia una causa di divorzio. E, arriviamo a  notizia recente, il Tribunale di Monza ha diminuito l’appannaggio a favore dell’ex moglie che dovrà accontentarsai di un 1,4mila euro.

Berlusconi alla fine ci è riuscito: l’ex premier è riuscito a dimezzare l’assegno mensile che dovrà versare all’ex moglie Veronica, da cui è separato dal 2009. L’assegno che ogni mese Berlusconi versa alla moglie Veronica, il Tribunale aveva stabilito che fosse di 3 milioni al mese. Centomila euro quotidiani. Una cifra incredibile, che non era mai stata tollerata dall’ex premi

65406-veronica-lario-770x500
er. Lo considerava l’ennesimo schiaffo dei magistrati milanesi. Un’altra botta al suo gonfio portafoglio. Più o meno come il Lodo Mondadori con i cinquecento milioni a De Benedetti.

Che la battaglia tra Silvio Berlusconi e la sua ex moglie Veronica Lario non sarebbe finita con la sentenza di separazione che condannava il Cavaliere a pagare 100 mila euro al giorno alla ex consorte, lo si era capito dal giorno in cui i giudici della nona sezione civile del tribunale avevano depositato il dispositivo con cui dichiaravano conclusa la causa durata tre anni, aggiudicando alla ex moglie un appannaggio complessivo di 36 milioni annui per garantirle “un tenore di vita analogo a quello goduto durante la convivenza”. In cambio Veronica rinunciava alla villa di Macherio – valore stimato 78 milioni di euro.

“Questa è una cosa che non sta nè in cielo, nè in terra” tuonava, nelle molte interviste. ” Sono tre giudici donna, femministe e comuniste, basta?” E l’estate scorsa, avviava la causa di divorzio, per ottenere giustizia.  “Secondo lei, – diceva, scaldandosi, a Lilli Gruberè una cosa che sta nella realtà, quella di dover pagare 36 milioni, con l’arretrato di 72. Ecco, questi sono i giudici di Milano”.  A nulla valse la replica della conduttrice che, quasi candidamente, osò dire: “ Sarà proporzionato alla sua ricchezza, no”?

L’ex premier non si fer

bfe7c434e3ab7f1cfbb87ac29d1ec3d7--U10101471167993fhD-114x104--330x185
mò, difronte all’ennesimo sopruso subito a causa della rossa magistratura che si aggira spettrale e minacciosa sui cieli italiani. Così l’estate scorsa ha avviato a Monza una causa di divorzio.  Poi era  calato un silenzio tombale anche perché gli avvocati delle due parti avevano in gran segreto ricominciato a trattare. Ma, evidentemente, ogni possibilità di accordo è fallita. E il tenace Cavaliere è tornato alla carica,  sostenendo infatti, di non poter far fronte all’esorbitante mantenimento per la ex consorte.

Ma facciamo, un passo indietro.  Tutto iniziò con la lettera della Lario alla Repubblica nel 2007 con le “vergini che si offrono al drago”: un passaggio citato anche dai pubblici ministeri di Milano nella requisitoria del processo Ruby bis. Poi nel 2009 c’era stata un’altra missiva di Veronica dopo il caso del compleanno di Noemi Letizia festeggiato da Berlusconi in un ristorante di Casoria: Veronica aveva scritto di “divertimento dell’imperatore e ciarpame senza pudore” per le candidature di un gruppo di ragazze alle elezioni europee.

Silvio-Berlusconi-Veronica-Lario-assegno-mantenimento-dimezzato-2-420x278
Il matrimonio dopo ventidue anni, era saltato. Nel 2010 è scoppiato lo scandalo Bunga bunga e si è saputo più o meno tutte delle feste di Arcore con le Olgettine.

L’estate scorsa la condanna per concussione e prostituzione minorile. Veronica intanto esce di scena. 

Berlusconi, la sostiutisce con la giovane, Francesca Pascale. L’oneroso assegno che Berlusconi è tenuto a versare all’ex moglie diviene motivo di preoccupazione per l’attuale compagna, Francesca che ha imposto un regime di austerity a Palazzo Grazioli. In suo aiuto è accorso il Tribunale di Monza che ha ridotto di oltre la metà l’importo.

Una prassi, secondo gli avvocati di Berlusconi per i quali l’appannaggio dato nella causa di separazione normalmente si ritocca al ribasso in sede di divorzio. Berlusconi davanti ai magistrati di Bari che indagano sul caso escort aveva giustificato così i cinquemila euro versati ogni mese a Tarantini: “Signori, mi hanno condannato a pagare 3 milioni e 200 mila euro al mese a mia moglie, cioè 100 mila euro al giorno. Cinque mila euro sono venti minuti di pagamento, venti minuti a

Divorzio Berlusconi vignetta
mia moglie“.

Oggi, sarà più soddisfatto. Ma sulla decisione del Tribunale di Monza è possibile far ricorso in appello, che, potrebbe diminuire ancora l’assegno o aumentarlo.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :