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Innanzitutto, si tratta del solo soggetto politico della “cosa radicale”che può presentarsi alle elezioni [7] e dunque è il solo che incassa denaro pubblico, al pari di ogni partito e alla faccia della lotta alla partitocrazia, in forma di rimborsi elettorali [8] e di fondi per l’editoria al suo organo di partito [9]. Tenuto conto del fatto che gli altri soggetti politici della “cosa radicale” possono contare solo sui miserrimi introiti derivanti da iscrizioni e contributi, di fatto è alla Lista Pannella che devono i mezzi per dar corpo alle loro iniziative [10] e dunque la loro stessa esistenza.
La sede legale della Lista Pannella non è in via di Torre Argentina 76, come è per tutti gli altri soggetti della “cosa radicale”, ma in via della Panetteria 36, che è anche il domicilio privato di Marco Pannella. È un dato che da solo è sintomatico, ma è ancora nulla rispetto allo statuto della Lista Pannella [11], che è un monumento alla più partitocratica visione del partito come proprietà privata di un ristretto nucleo di individui, dei quali – superfluo dirlo – Marco Pannella è indiscusso leader. Infatti, “sono soci dell’associazione quelli che, sottoscrivendo l’atto costitutivo, acquistano la qualifica di fondatori e quelli che vi aderiscono annualmente, denominati soci ordinari previa loro ammissione da parte dell’assemblea dei soci” (art. 4).
Ciliegina sulla torta, lo statuto della Lista Pannella non è accessibile on line come lo sono quelli di tutti gli altri soggetti della “cosa radicale”, tutti democraticissimi, fulgidi esempi di formazioni aperte a chiunque, trasparenti e ariose, nelle quali ogni carica è sotto il costante vaglio degli iscritti. Qui, invece, gestione politica e gestione amministrativa sono cumulate sulla stessa persona, senza nemmeno salvare le apparenze come accade nei partiti che si danno un segretario e un tesoriere: qui, il Presidente “è il responsabile politico dell’associazione di cui ha la rappresentanza legale sia nei rapporti con i terzi che in giudizio, con il potere di promuovere autonomamente qualsiasi azione giudiziaria e di essere comunque parte nei processi; amministra il patrimonio, adotta i provvedimenti e le iniziative necessari per il buon andamento dell’associazione e per il raggiungimento degli scopi della stessa; ha la responsabilità dell’apertura e della gestione dei conti correnti bancari e postali intestati all’associazione; a lui è conferito altresì il potere di riscuotere il contributo finanziario dovuto a titolo di concorso alle spese elettorali ai sensi delle vigenti leggi e di rilasciarne quietanza nelle forme richieste, con esonero di responsabilità dell’ente pagatore” (art. 7); è il padrone di tutta l’area radicale, cabina di regia e portafoglio di tutti i soggetti politici che così ne sono meri strumenti.
Stando così le cose, vai a capire se ciò lega al guru i suoi adepti è la devozione o il cappio che più ti allontani e più ti strozza. Vai capire se Pannella li tiene stretti a lui per il suo irresistibile carisma o perché li tiene per le palle. Dipende da caso a caso, non c’è dubbio: c’è chi gli resta accanto (ma sarebbe più corretto dire: dietro) perché non sa dove cazzo andare e chi resta perché trae fede che convenga in virtù della sua strabiliante longevità politica, garanzia di durata. Ed è sulla durata che può esserci di aiuto un parallelo.
Ciò che aiuta il cattolico a credere che a muovere nel tempo la sua chiesa sia lo spirito santo è il fatto che attraverso infinite vicissitudini, dopo prove tremende, drammatiche cadute, devastanti lacerazioni, essa stia ancora lì, dopo duemila anni – un arco di tempo che, comparato alla lunghezza della vita umana, sa di eterno – e che invece tutti suoi nemici sono sotto terra, prova evidente che non avessero un dio a proteggerli, o che fosse un falso dio. Questa durata della chiesa nel tempo incoraggia il cattolico a rimanerle in grembo, comunque, anche quando gli costa il rispetto verso se stesso: è il prezzo pagato, generazione dopo generazione, per la promessa di una durata eterna.
Si parva licet, ciò che aiuta un radicale a credere che Pannella abbia sempre ragione, e che convenga stargli dietro anche quando è insopportabile, anzi, convenga stargli dietro proprio perché è insopportabile, è il fatto che una “cosa radicale” ancora sopravviva alla morte di tanti altri partiti. “La durata è la forma delle cose”, dice spesso Pannella, prendendo a prestito da Bergson una frase che il filosofo non avrebbe mai immaginato sarebbe servita da motto di una impresa. In realtà, la frase andrebbe capovolta: la durata delle cose sta nella forma che esse assumono. Nel caso della “cosa radicale”, la forma è quella settaria. Ma di questo alla prossima puntata.
[1] Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, Radicali Italiani, Associazione «Luca Coscioni», Nessuno tocchi Caino, Non c’è Pace senza Giustizia, Lega Internazionale Antiproibizionista, Anticlericale.net, Esperanto Radikala Asocio, Associazione Radicale «Certi Diritti», Il Detenuto Ignoto, Rientro Dolce, Lega Italiana per il Divorzio Breve, Comitato Radicale per la Giustizia «Piero Calamandrei».
[2]L’Associazione «Luca Coscioni» raccoglie il massimo numero di iscritti (922), l’Esperanto Radikala Asocio quello minimo (208).
[3] Le quote nette di iscritti ad una singola formazione segnano il massimo con l’Associazione «Luca Coscioni» (620) e con il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (585), il minimo con Non c’è Pace senza Giustizia (2) e con l’Esperanto Radikala Asocio (1), mentre gli iscritti “a pacchetto” sono circa un quarto della intera “galassia” (399)
[4] I soggetti politici che orbitavano attorno al vecchio Partito Radicale erano la Lega degli Obiettori di Coscienza, il Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano, la Lega italiana per l’abrogazione del Concordato, il Coordinamento Radicale Antiproibizionista, la Lega per l’Istituzione del Divorzio, il Centro d’Informazione sulla Sterilizzazione e sull’Aborto, ecc.
[5]La materia oscura (NotizieRadicali, 30.3.2007)
[6]Io nun ce l’ho co’ te (Malvino, 13.5.2012)
[7]Il XXXIV Congresso del Partito Radicale (Bologna, 1988) approvò la mozione, fortemente voluta da Marco Pannella, che escludeva la presentazione di liste sotto il simbolo della Rosa nel Pugno. Quattro anni dopo, il 3 febbraio 1992, nasceva la Lista Pannella, ad hoc per le urne.
[8] Direttamente, fino a quando si è presentata alle urne, e indirettamente, grazie ai versamenti pattuiti coi partiti nelle cui liste si sono presentati i candidati radicali.
[9] Oltre agli 8,33 milioni di euro che incassa grazie alla convenzione con lo Stato per la trasmissione delle sedute parlamentari, Radio Radicale ne incassa altri 4,4 in quanto “organo della Lista Marco Pannella” (cfr. Guido Tricarico, Il mistero buffo di Radio Radicale, Giornalettismo, 13.4.2012).
[10] La sede legale di tutti i soggetti della “cosa radicale”, fatta eccezione per la Lista Pannella, è in via di Torre Argentina 76. Da Pannella & Bonino Spa di Mauro Suttora (Kaos Edizioni, 2001): “La Torre Argentina Società di Servizi Spa è stata fondata da Marco Pannella e Sergio Stanzani alla fine del 1987 per acquistare la nuova sede in via di Torre Argentina 76, a Roma: i radicali hanno traslocato nella stessa via vicina al Pantheon, dal numero 18 (antica sede) al 76 (nuova sede). Questa società fornisce anche i servizi (telefonici, di manutenzione, amministrazione e logistici) ai soggetti dell’area”.
[11]Art. 1 – E’ costituita l’associazione politica nazionale “Lista Marco Pannella” altresì denominata “Notizie Radicali-Lista Pannella” con sede in Roma via di Torre Argentina n. 76.Art. 2 – Scopo dell’associazione è quello di promuovere iniziative politiche, culturali, elettorali, sia dirette, sia eventualmente delegate al Partito Radicale, per la riforma democratica di tipo anglosassone, federalista e federalista europea, ecologista, nonviolenta della politica e delle istituzioni italiane. L’associazione gestisce gli archivi dei parlamentari dell’area radicale che saranno ad essa pervenuti tramite lasciti, donazioni, legati.
Art. 3 – Per la realizzazione degli scopi di cui al precedente articolo, l’associazione promuove iniziative di studio e di ricerca, convegni, incontri, dibattiti, manifestazioni, iniziative editoriali nazionali ed internazionali.
Art. 4 – Sono soci dell’associazione quelli che, sottoscrivendo l’atto costitutivo, acquistano la qualifica di fondatori e quelli che vi aderiscono annualmente, denominati “soci ordinari” previa loro ammissione da parte dell’assemblea dei soci. A partire dall’assemblea del 21 febbraio 2000, decadono dalla qualità di soci fondatori i soci che sono assenti ingiustificati per tre assemblee ordinarie e/o straordinarie consecutive. Le condizioni di adesione all’associazione sono l’accettazione del presente statuto e il versamento delle quote sociali annue nella misura stabilita dall’assemblea dei soci. Il mancato versamento delle quote annue, da effettuarsi entro sette giorni dalla convocazione dell’assemblea annuale, comporta l’automatica esclusione dall’associazione.
Art. 5 – Sono organi dell’associazione: Il Presidente; L’Assemblea dei Soci; Il Segretario. Non è prevista alcuna retribuzione per i chiamati a ricoprire le cariche sociali. Le cariche di Presidente e di Segretario possono essere ricoperte solamente dai soci fondatori o ordinari.
Art. 6 – L’Assemblea dei Soci è l’organo ratificante dell’associazione e ne definisce gli indirizzi generali, le scelte politiche, culturali, scientifiche e sociali. Essa viene convocata una volta all’anno su iniziativa del Presidente, in via straordinaria, ogni qual qual volta lo richiedano i due terzi (2/3) dei soci. L’assemblea a maggioranza elegge il Presidente e il Segretario, approva lo statuto e delibera le modifiche dello statuto stesso, approva il bilancio e delibera sull’ammissione dei nuovi soci e sull’accettazione di donazioni, eredità e legati.
Art. 7 – Il Presidente eletto dall’assemblea, dura in carica cinque anni. Egli è il responsabile politico dell’associazione di cui ha la rappresentanza legale sia nei rapporti con i terzi che in giudizio, con il potere di promuovere autonomamente qualsiasi azione giudiziaria e di essere comunque parte nei processi. Egli amministra il patrimonio, adotta i provvedimenti e le iniziative necessari per il buon andamento dell’associazione e per il raggiungimento degli scopi della stessa. Il presidente ha la responsabilità dell’apertura e della gestione dei conti correnti bancari e postali intestati all’associazione. Al presidente è conferito altresì il potere di riscuotere il contributo finanziario dovuto a titolo di concorso alle spese elettorali ai sensi delle vigenti leggi e di rilasciarne quietanza nelle forme richieste, con esonero di responsabilità dell’ente pagatore.
Art. 8 – Il Segretario è responsabile delle attività organizzative e di propaganda e collabora con il Presidente per assicurare l’ordinaria amministrazione delle attività e del patrimonio eventuale dell’associazione.
Art. 9 – L’associazione può ricevere donazioni, eredità e legati, anche sottoforma di azioni e/o quote di società, da parte di persone fisiche, giuridiche, associazioni, fondazioni.
Art. 10 – Il patrimonio dell’associazione è costituito: dalle quote dei soci; dai contributi che i cittadini, le associazioni e gli enti pubblici e privati devolveranno per il raggiungimento degli scopi sociali; da azioni o quote di società e da immobili; dai ricavati delle iniziative di autofinanziamento promosse dagli organi sociali.
Art. 11 – L’assemblea delibera a maggioranza, i modi e le forme dello scioglimento dell’associazione. La destinazione del patrimonio sociale deve essere espressamente approvata dal presidente.
Art. 12 – Per quanto non previsto dal presente statuto trovano applicazione le norme del codice civile e delle leggi speciali in materia.
[segue]
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