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Via i violenti dai cortei, basta con l’ipocrisia

Creato il 19 dicembre 2010 da Lalternativa

E pensare che una volta spaccare la testa a qualcuno, magari con una mazza da baseball e con il volto coperto da un casco, era un gesto altamente di destra. Da fascisti, avrebbero detto quelli che oggi, definendosi di sinistra, giustificano le bestie che nei cortei di Roma hanno provato a spaccare la testa ai poliziotti e l’hanno rotta ad altri ragazzi che facevano parte dello stesso corteo. Le stesse bestie che hanno incendiato auto di lusso senza sapere neppure di chi fossero; le stesse che hanno lanciato bombe carta, hanno brandito mazze da baseball e di ferro solo per il gusto di far male a qualcuno. Le stesse che, se un poliziotto li colpisce, piangono come femminucce e gridano allo scandalo.

E ora, sempre quelli ‘di sinistra’ sono pronti a schierarsi contro l’annuncio destinato, si fa per dire, a far discutere: quello di applicare ai cortei un provvedimento simile a quello che tiene lontano dagli stadi italiani i cretini che allo stadio ci vanno ogni domenica ma non vedono mai la partita, perché sono troppo impegnati a picchiare qualcuno, ad accoltellare un altro, oppure a lanciare in campo monetine, bombe carta e quant’altro possa quasi ammazzare un giocatore. Meglio se quello della squadra avversaria.
Chiamare tifosi questi deficienti equivale a chiamare studenti e lavoratori precari tutti quelli che a Roma si sono comportati da perfetti imbecilli. Mi riferisco a quelli che a Roma sono andati solo con l’intenzione di far danni e poi si sono pure lamentati se un poliziotto ha dato loro una manganellata. Non si può essere violenti con gli altri e ripudiare la violenza su se stessi. Neppure se a picchiarti è un poliziotto.
Il disagio dei lavoratori, degli studenti, dei ricercatori, dei terremotati dell’Abruzzo, di tutti gli italiani è comprensibile e condivisibile. Si può capire perfino che qualcuno diventi violento perché spinto dalla disperazione. Ma se vai a caccia di guai, non lamentarti quando li trovi. Non ci piacciono i poliziotti violenti e non ci piacciono i cittadini violenti.

Purtroppo oggi in tanti hanno rinunciato ad andare allo stadio perché temono di essere coinvolti in una megarissa mentre stanno ancora digerendo il pranzo della domenica. Molti bambini non hanno mai visto un campo da calcio per colpa di qualche ignorante violento. Lo stesso deve accadere con le manifestazion di piazza? Crediamo davvero che la democrazia sia avere la libertà di essere cattivi? No. Crediamo sia meglio che quanti vanno alle manifestazioni in piazza solo per spaccare tutto, se ne stiano lontani dai luoghi in cui gli italiani vogliono manifestare pacificamente il proprio dissenso.

I violenti, se proprio vogliono ammazzare qualcuno, scelgano un altro giorno e si organizzino meglio se ne sono capaci. Invece di confondersi da vigliacchi con le persone perbene che poi, puntualmente, prendono la colpa e le botte al posto loro. Perché se c’è una cosa che i violenti sono bravi a fare, è scappare. Ed è per colpa loro se oggi le autorità prenderanno davvero un provvedimento tanto discutibile, ma per il quale gli è stata servita una giustificazione su un bel piatto d’argento.

Allo stesso modo, non ci piacciono i politici di sinistra che cavalcano il momento per condannare l’intenzione del governo, ma non aprono una discussione seria. Non condannano le violenze di ogni tipo ma se la prendono solo con i poliziotti.

Con la violenza non si risolve mai nulla. Questo ci sarebbe piaciuto sentire dai politici di sinistra. E invece no. Passano il tempo ad aizzare i loro potenziali elettori in vista di nuove elezioni, contro un provvedimento, quello di estendere i Daspo anche alle manifestazioni di piazza, senza curarsi delle conseguenze.

La sinistra italiana sta strumentalizzando qualsiasi cosa e chiunque. Ma i ragazzi non se ne stanno neppure accorgendo.


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