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Viabilità privatizzata e scontro frontale a Bordolanistan

Creato il 17 novembre 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Un’autocisterna della ditta Grigolin di Treviso, che trasportava intonaci per case e lavora per il consigliere comunale Bettoni, si è scontrata frontalmente venerdì mattina con un furgone della Casalasca servizi lungo la strada provincia Castelvisconti-Bordolano. Strada stretta, impatto non ad alta velocità e per fortuna solo lesioni lievi per l’autista del furgone, con intervento di un’autoambulanza e dei carabinieri di Casalbuttano. L’incidente rileva che la viabilità è difficilmente praticabile, come anni fa Ezio Corradi (coordinamento ambientalisti Lombardia) aveva fatto notare all’amministrazione provinciale, in un incontro con l’ex presidente Massimiliano Salini e la dirigente alla viabilità Patrizia Malabarba. In Provincia veniva deciso di costruire piazzole per facilitare i transito dei mezzi: non è bastato. Il Comune infatti ha privatizzato alcune vie, che si trovano nella zona della nuova centrale del gas e dello stoccaggio: strade un tempo pubbliche ora private. I veicoli che vengono da Castelvisconti non sempre lo sanno. I Tir potrebbero imboccare la strada per Bordolano, come l’autocisterna Grigolin, ma un cartello (se sono Tir) vieta loro il transito, come anche il passaggio per l’altra strada, privatizzata dal Comune e in uno esclusivo alla Stogit.

Il risultato sono automobili che da Castelvisconti, non potendo transitare sulla strada provinciale 25 per Bordolano, bloccata per incidente, scelgono la via privatizzata: ma hanno autorizzazione dalla Stogit?

Il mezzo pesante d’altra parte deve chiedere il permesso di transito in Provincia per passare sulla strada 25, davvero stretta. Bordolano è imprigionata.

Stogit, del gruppo Eni, è diventata padrona del paese un tempo agricolo. Il Comune evita accuratamente di predisporre i documenti necessari ai cittadini come l’Erir (l’Elaborato sui rischi di incidente rilevante: chi vuole insediarsi in un centro abitato ha bisogno di sapere se ci sono ad esempio metanodotti e attività pericolose), e il Piano d’emergenza esterno, che comporta la creazione di vie di fuga, esercitazioni, strumenti per avvisare la popolazione in caso di pericolo. Il Piano costa e non tutti gli impianti dello stoccaggio ne sono dotati.

Il consigliere Bettoni (uno dei primi fautori dello stoccaggio con centrale) ha incaricato la ditta Grigolin di svolgere lavori presso la sua cascina, di fronte allo stoccaggio, e la trevigiana Grigolin resta vittima di questa viabilità labirintica.

Ormai a Bordolano sembra una enclave della Stogit, un paese a regime autoritario, dove risulta complicato anche fare interrogazioni al sindaco Brena. Bordolanostan, nel sultanato della Stogit che elargisce tangenti istituzionalizzate.


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