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Viaggio all’interno dell’emergenza in Bulgaria

Creato il 26 settembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
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Photo credit: Klearchos Kapoutsis / Foter / CC BY

La situazione drammatica in Siria e l’instabilità in Egitto hanno calamitato tutta l’attenzione per la politica estera dei nostri media. Se non su Internet, nessuna televisione e nessun giornale ha volto il proprio sguardo e fatto un viaggio dentro l’emergenza che attanaglia la Bulgaria. Oltre a Grecia, Spagna e Italia, la Bulgaria è forse la nazione dove la situazione si dimostra maggiormente esasperata. Attualmente è in carica un governo d’emergenza, retto da una strana collaborazione tra il partito socialista, guidato da Oresharki, e il partito nazionalista Attak. Il popolo bulgaro, stretto in difficilissime condizioni economiche (la Bulgaria è il paese più povero all’interno della UE) e stremato da anni di clientelismi e mala politica, ha deciso di reagire e assedia il parlamento da più di sessanta giorni. Infatti, il premier si comporta come un monarca, non potendo concepire che ogni sua decisione possa essere criticata, e sembra voler andare in contro alle sole esigenze dell’oligarchia economica del paese. La lunga dittatura comunista, terminata solamente nel 1989, ha limitato le visioni e le ambizioni di intere generazioni, abituatate a pensare in modo schematico, senza porsi limiti da superare. Con il tempo, le cose sono cambiate, ed è in corso un rinnovamento culturale, concentrato in particolare tra i giovani, vero motore della protesta. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’approvazione della legge di bilancio per il 2013, che autorizza l’esecutivo a contrarre debiti per 500 milioni di euro. La protesta dei cittadini è iniziata a giugno, e continua imperterrita, utilizzando come frecce al proprio arco il dissenso pacifico e l’ironia: quando i parlamentari hanno beneficiato della pausa estiva, i manifestanti hanno deciso di continuare la loro protesta dinanzi al parlamento di Sofia in costume da bagno. Sono recenti i primi scontri con la polizia, causati però da quest’ultima, che ha tentato di disperdere i manifestanti per far uscire dal parlamento gli esponenti del governo. Il clima a Sofia è teso: vi è un grande dispiegamento di forze dell’ordine, in particolare nella zona degli edifici di governo, presidiati anche dall’esercito. Dal crollo della dittatura comunista ad oggi la Bulgaria ha sempre vissuto una situazione politica travagliata, ed è per questo rimasta arretrata: in ventitrè anni sono più di tre milioni i bulgari che hanno abbandonato il paese. pur considerando il differente costo della vita rispetto all’Italia (un euro vale due Leva, la moneta locale) le pensioni e le retribuzioni salariali sono molto basse: la pensione media mensile è di duecento Leva (cento Euro), mentre il salario medio di seicento Leva (trecento Euro). Parte della popolazione non dispone addirittura di corrente elettrica, né dispone di risorse per procurarsi medicine. Vi sono stati diversi casi di auto immolazione, come denuncia della propria povertà e dell’impossibilità di andare avanti nell’emergenza che attanaglia il Paese. Insomma, il caso della Bulgaria non è da sottovalutare, e richiede sicuramente più attenzione dalla comunità internazionale.


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