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"Virginia Woolf e il giardino bianco" di Stephanie Barron: un avvincente thriller letterario

Creato il 08 giugno 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Autore: Stephanie Barron
Titolo: Virginia Woolf e il Giardino Bianco
Traduzione: S. OrsiCasa Editrice: TEAPagine: 292Prezzo: 12,00Prima edizione 2011Trama: Il 28 marzo 1941 Virginia Woolf si recò sulle rive dell’Ouse, non lontano dalla sua casa nel Sussex, dove viveva col marito, si riempì le tasche del soprabito di pietre e si gettò nelle acque del fiume, togliendosi la vita. Sessant’anni più tardi, l’architetto del paesaggio Jo Bellamy giunge a Sissinghurst Castle per studiare il celeberrimo «giardino bianco» che la scrittrice Vita Sackville-West aveva creato per la sua amata Virginia. Ma tra le ombre di una delle più famose dimore d’Inghilterra, Jo fa una scoperta sconcertante: tra i documenti conservati negli archivi della residenza trova quello che sembra l’ultimo diario di Virginia Woolf, la cui prima pagina riporta la data del giorno successivo alla sua morte. Se quel quaderno si rivelasse autentico metterebbe in discussione ogni precedente teoria sulla fine della famosa scrittrice. Ma prima che Bellamy possa svelare la sua scoperta, il prezioso diario scompare. Chi l’ha rubato? E perché? Quale mistero si cela tra quelle pagine? E che collegamento c’è tra i segreti che custodiscono e quelli nascosti nel giardino bianco?

RECENSIONE

« Sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che chiunque avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai lo so. Vedi non riesco neanche a scrivere questo come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se qualcuno avesse potuto salvarmi saresti stato tu. Tutto se n'è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi. V.»
Questo è il toccante biglietto d’addio che Virginia Woolf lascia a suo marito Leonard prima di riempirsi le tasche di sassi e di dirigersi verso il fiume Ouse. È il 28 Marzo 1941. Ma il suo cadavere viene rinvenuto solo il 18 Aprile.     
                                  E se in questo lasso di tempo fosse accaduto qualcos’altro? E se la tormentata scrittrice non fosse morta proprio il 28 Marzo, ma qualche giorno dopo? Perché si era in periodo di guerra e il corpo fu cremato quasi subito. 



Stephanie Barron, specificando chiaramente che si tratta di un frutto della sua fantasia, scrive una storia alternativa per quelle tre settimane di angoscia durante le quali l’Ouse veniva dragato in cerca di Virginia Woolf, come ci svela nella Nota dell’Autrice

Quel periodo di silenzio, di inconsapevolezza mi tentava; cominciai a considerare un’alternativa in cui le cose andavano diversamente, il rovesciamento di ciò che la storia considerava essere la verità.
E, a prescindere dalla storia inventata, che è chiaramente il frutto della mente fantasiosa di Stephanie Barron, ci si trova immersi da subito nel giardino bianco che Vita Sackville West realizzò nel parco del castello di Sissinghurst, dove viveva col marito Harold Nicolson; White Garden che, secondo la Barron, fu realizzato in memoria di Virginia Woolf dalla sua amica e amante Vita, quasi come una richiesta di perdono.

Veduta dall'alto del giardino bianco

Ma facciamo un passo indietro, o meglio, un balzo avanti. Nell’Ottobre 2008 Jo Bellamy, architetto di giardini e giardiniera, viene incaricata da Greydon Westlake, un finanziere americano da mezzo miliardo di dollari, di riprodurre esattamente nella sua residenza di East Hampton, New York, il celeberrimo White Garden. 
“La gente viene sempre qui per il giardino bianco”, precisò Imogen bruscamente. “Scommetto che si tratta del pezzetto di terra più ammirato d’Europa e anche del più copiato – sebbene di rado riescano a farlo con successo. È per questo che è venuta, vero?”
Jo, entusiasta per il prestigioso incarico condivide la notizia con i nonni, ma il giorno dopo la nonna la chiama per comunicarle che suo nonno, Jock Bellamy, si è suicidato, lasciando come unico addio una strana vecchia lettera risalente alla seconda guerra mondiale, che parla di rimorsi e di una misteriosa Signora
Jo è sconvolta: è stato suo nonno ad averle insegnato l’amore per il giardinaggio, essendo stato a sua volta un giardiniere, e teme che il suo suicidio abbia a che vedere con la notizia del suo viaggio nel Kent, proprio la contea di provenienza del nonno. Prima di arruolarsi nell’esercito nel 1941, a soli diciassette anni, infatti, Jock aveva lavorato come aiuto giardiniere nel castello di SissinghurstJo è quindi decisa a svelare il mistero che ha tormentato suo nonno tanto da spingerlo a suicidarsi. 
Un giorno, Jo ed Imogen Cantwell, la capo-giardiniera, rinvengono nel capanno degli attrezzi un sottile taccuino rilegato, il Libro di Jock, probabilmente un diario, non autografato, con Appunti sulla creazione di un giardino bianco, la cui data iniziale è 29 Marzo 1941

Incuriosita, Jo chiede ad Imogen di poterlo prendere in prestito e, leggendolo, capisce che probabilmente è stato scritto dalla famosa Signora di cui parlava il nonno. Inoltre lo stile della scrittura ed alcuni riferimenti le fanno capire che si potrebbe trattare di Virginia Woolf. Così il giorno dopo si reca a Londra a consultare un esperto di Sotheby’s, la famosa casa d’aste, per verificare l’autenticità del manoscritto ritrovato. 

Peter Llewellyn analizza per alcune ore il quaderno, ma subito ne confuta la maternità: la prima data del Diario è il 29 Marzo, cioè esattamente il giorno dopo la sparizione di Virginia Woolf, considerata da tutti come la data del suo suicidio.

Spinto dalla reazione di delusione di Jo, Peter decide però di consultare un esperto di Letteratura Inglese ed in particolare della Woolf: si tratta della sua ex-moglie, di cui è ancora innamorato, docente di Letteratura al Magdalen College di Oxford, Margaux Strand. Margaux, incurante delle proteste di Jo, che vorrebbe rendere al più presto il libro ad Imogen, lo prende per analizzarlo e… sparisce


Da qui inizia un rocambolesco inseguimento e la ricerca della parte mancante del Diario, che ci porterà nei meandri della vita di Virginia Woolf e di alcuni membri del Bloomsbury Group, il gruppo di artisti di cui facevano parte la Woolf, sua sorella Vanessa Bell e la Sackville-West, che si incontravano nella prima metà del Novecento nel quartiere Bloomsbury di Londra. 

Vanessa Bell – The Memoir Club1943 

Un condensato dei successi più significativi dell'arte e della letteratura britannica del primo trentennio del ventesimo secolo: questo è Bloomsbury. La tua Vita ne è considerata un esempio. Così come Virginia Woolf. E sua sorella Vanessa. E la maggior parte degli uomini che frequentavano - artisti, scrittori, filosofi, occasionali funzionari statali. Gli uomini erano amici tra loro dai tempi di Cambridge, e lavoravano, vivevano e facevano sesso in una zona di Londra chiamata Bloomsbury. Si trovava vicino al British Museum e oggi è occupata per lo più dall'università di Londra. Radicali, liberi pensatori, omosessuali appassionati - tutti quanti insieme. Il ventesimo secolo non sarebbe stato lo stesso senza di loro.
Dopo una tappa alla Charleston Farmhouse, la residenza di Vanessa Bell e del suo amante Duncan Grant, fra le foto e le loro opere post-impressioniste, e le ricerche a Cambridge fra i documenti della setta segreta degli Apostoli di Cambridge e della Cambridge Conversazione Society e le lettere del famoso economista John Maynard Keynes, tutti membri del Bloomsbury, Jo e Peter si recheranno alla Monk’s House di Rodmell, la casa in cui Virginia e Leonard Woolf vissero per molti anni, per l’ultima tappa della loro ricerca.
I riferimenti a personaggi realmente esistiti, appartenenti al Bloomsbury Club o agli Apostoli di Cambridge sono tantissimi, si fa riferimento anche ai membri dei Cambridge Five, una cellula di spionaggio a servizio dell'URSS, come ad esempio Anthony Blunt e Guy Burgess (la gioventù di Guy Burgess, che era omosessuale, ha ispirato l’opera teatrale Another Country di Julian Mitchell poi trasposta nella pellicola Another Country - La scelta (1984), in cui il protagonista è stato interpretato da Rupert Everett).

La narrazione inizia lenta, riflessiva, con numerosi flussi di coscienza, sia che si svolga ai giorni nostri ed abbia per protagonista Jo, sia che si svolga nel 1941: sembra che tutto sia influenzato dallo stile narrativo di Virginia Woolf. Poi si fa invece incalzante via via che Jo e Peter indagano attraversando l’Inghilterra, ed il thriller letterario giunge alla sua climax. 

Vanessa Bell - The Annunciation
(1941-1942)
Affresco - Berwick Church


Tutte le pagine del Diario di Virginia Woolf, come tutto il libro, del resto, sono infarcite di citazioni e riferimenti alle sue opere. In realtà si potrebbe parlare di un Pastiche artistico, non solo letterario, in quanto, oltre a riferimenti alle opere della Woolf, alle poesie di Vita Sackville-West e agli scritti degli altri membri di Bloomsbury, vengono citate anche statue presenti nel giardino di Charleston e di Sissinghurst, quadri ed affreschi di Vanessa Bell, con interpretazioni originali che si vanno ad incastrare nel mosaico costruito dalla Barron per la sua trama.
È un thriller letterario come Possessione di Antonia S. Byatt,ma, mentre nel caso della Byatt i personaggi letterari sono fittizi e tutte le citazioni sono tratte da opere di altri autori, nel caso del libro della Barron il materiale autentico, le citazioni ed i frammenti sono più che bastevoli a rendere la storia verosimile.E, come nel caso di Possessione, questo libro si presta perfettamente ad un adattamento cinematografico di qualità. Spero che venga realizzato presto.

La Vergine Vestale del giardino bianco di Sissinghurst

Vi do un consiglio: se leggete questo libro, cosa che mi auguro facciate, perché ne vale davvero la pena, venite a dare, se vi va, di nuovo un’occhiata alle immagini di questa recensione, o fate una ricerca delle foto del White Garden di Sissinghurst, del parco di Charleston Farmhouse e delle opere di Vanessa Bell e magari anche della Monk's House di Rodmell. Potrete vedere tutte le fonti di ispirazione di cui ha usufruito Stephanie Barron!

L’AUTRICE:

Stephanie Barron, nata a Birghamton, New York, nel 1963, si è laureata in Storia dell'Europa a Princeton. Terminato il dottorato in storia a Stanford, è entrata nelle file della CIA, dove ha lavorato per quattro anni in qualità di Intelligence Analyst per l'unità antiterrorismo. Ha scritto il suo primo libro nel 1992 e ha lasciato la CIA l'anno seguente.
Titoli di Stephanie Barron nel catalogo TEA-Virginia Woolf e il Giardino BiancoLe indagini di Jane Austen-Jane e la disgrazia di Lady Scargrave-Jane e il mistero del Reverendo-Jane e il segreto del Medaglione-Jane e lo spirito del Male-Jane e l'arcano di Penfolds Hall-Jane e il prigioniero di Wool HouseStephanie Barron su Internet: Sito ufficiale         Blog

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