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Visti per voi (N°8): ROCCO - Recensione "Essential Killing"

Creato il 23 aprile 2014 da Giuseppe Armellini
Riprende dopo parecchio la rubrica dei film che voi mi imponete. Per capire di che si tratta, vedere le puntate precedenti, le richieste in corso e fare la vostra cliccate QUI.
Finora ho sempre seguito il caso, ossia, visto i film che mi sono passati davanti o ho trovato in dvd.
Oppure ho messo avanti i film di persone importanti anche nella mia vita privata.
E quest'ultimo è il caso di Rocco, il terzo della truppa (con Federico) degli anni universitari.
Non lo vedo mai, che so, 4 volte l'anno?, ma rimane una bella amicizia e una persona che stimo molto.
Rocco, se lo avete letto, è uno dei geni dei commenti, uno di quelli a cui a volte nemmeno riesco a rispondere perchè sta su livelli che io non riuscirei  a raggiungere nemmeno col montacarichi.
Se ti descrive il suo andare a fare la cacca saprà fartici sopra riferimenti letterari e filosofici, citazioni di altri o roba sua.
E mi ha consigliato questo splendido film. Che sì, è rocchiano.
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presenti spoiler
L'uomo scappa nel bosco innevato.
Lo stesso uomo che una volta scappava o si nascondeva in dei lunari deserti di roccia.
L'uomo scappa nel bosco innevato perchè c'è qualcuno che lo insegue.
E quel qualcuno sono tanti, tanti soldati che vogliono catturarlo ancora una volta.
Lui è un talebano? Loro americani? Quel deserto l'Afghanistan? Quel bosco innevato la Polonia? Quale guerra?
Rispondete a tutto se volete.
Ma non è importante.
Quello che è importante è che c'è un uomo che scappa e vuole sopravvivere.
Niente più.
Una meraviglia.
Non sappiamo da dove viene l'uomo, pochissimi e lucenti flash back ci suggeriscono una moglie, un figlio, un sole abbagliante, colori, vita.
E ora solo bianco, tutto bianco intorno a lui.
Non sappiamo se è un criminale, non sappiamo se è giusto che paghi.
Già, perchè è questo l'essential.
Quest'uomo non ha più una famiglia, non ha più una patria, non ha più una persona conosciuta intorno, non ha più un clima, non ha più un luogo, non ha più un'identità, non ha più niente.
Come un animale deve solo adattarsi al nuovo ambiente, cercare di sopravvivere senza avere nemmeno un altro fine da appaiare alla sopravvivenza, senza un oltre.
E tutto è essenziale.
L'uccidere è solo se essenziale, nessun uomo o animale verrà ucciso dall'uomo se non per stretta difesa, nessuno. Molti animali gli passeranno davanti ma lui si accontenterà di formiche e corteccia.
Il parlare è solo se essenziale. Solo in Ferro 3 mi era capitato un protagonista che non pronunciasse parola, lo sarà anche per quest'uomo che mai parlerà, o perchè non potrà (la bomba l'ha assordito) o perchè non vorrà o perchè nel nuovo luogo dove sta nessuno lo capirebbe.
Per citare proprio Rocco con cui ho scambiato una battuta questa è la storia di un uomo che torna alo stato di natura. E, paradossalmente, forse per cultura o valori va anche contro lo stato di natura perchè preferisce non uccidere, nemmeno per mangiare, solo per difesa.
I cani scandiscono il ritmo, un cane lo troverà, lo attaccherà e per questo dovrà essere ucciso, un altro cane lo aiuterà a non farsi trovare, altri cani lo accoglieranno festoso in un luogo finalmente non più disabitato, un ultimo cane lo salverà portandolo dalla donna. E lui è come loro, nè più nè meno.
E questo ritorno alle proprie origini, alla propria essenza, ai bisogni basici, all'essenziale, sarà magnificamente raccontato nella superba scena dello stupro di latte materno, quella bocca che cerca violentemente nutrimento.
E così l'uomo sopravvive sconfiggendo natura, animali e altri uomini. E noi lo seguiamo con una regia pazzesca, con delle riprese aeree di somma bellezza che descrivono location da brividi, con delle soggettive nel bosco di una morbidezza ed estetica uniche, così incredibili che ci si può permettere di lasciare la camera a mano e carrellare dentro il bosco, pazzesco. E non c'è colonna sonora perchè niente qui deve essere superfluo, ormai l'avrete capito.
E poi lo stato di natura si evolve, c'è la casa, c'è la donna.
Ma non è la tua casa, non è la tua donna.
E l'uomo deve ripartite lordando di sangue il cavallo che lo trasporta.
Come lui nel bosco, quel cavallo bianco pieno di sangue, come lui nel bosco, bianco e sporco di sangue.
Lui sopra il cavallo.
Poi sarà solo cavallo.
Perchè per tutte le cose c'è una fine.
O un nuovo inizio.
( voto 8 )

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