Quante volte abbiamo sentito amici raccontare di avventure iniziate in chat e quante altre volte c’è stato detto di coppie che vivono la nostra quotidianità essersi conosciute on line. Per tacere dell’amico smanettone che rimorchia su uno dei centinaia di siti/social network che la rete mette a disposizione.
Diciamocelo: per molto più di un attimo l’abbiamo invidiato. Noi perbenisti non l’abbiamo mai fatto o meglio non ci siamo mai riusciti fino in fondo. Eppure di sere spese di fronte allo schermo di un pc a dissertar d’amore (sic!) ne abbiamo spese fin troppe, sottraendole ad una vita vera che ci scorreva tra le dita e che un giorno, non molto lontano, arriveremo a rimpiangere.
Poi in metro, in autobus, in treno quando la realtà rallenta è facile ritrovarsi a tu-per-tu con la rubrica dello smartphone, ed eccoli lì i nomi di perfetti sconosciuti con i quali s’era creato comunque un legame. Sempre che, beninteso, avendo manie da usa-e-getta (meglio forse tromba-e-cancella) non c’è rimasto manco più un nome da fissare, ma solo il ricordo di quello che poteva essere e non è stato o di quello che è stato e…e basta!
Ma del resto se camminiamo per strada col fare da sentinella, se mandiamo a cagare chi ci ferma per chiedere l’ora o un’informazione, se dubitiamo finanche del nostro vicino di casa che conosciamo da sempre, la chat diventa la fisiologica alternativa al muro di diffidenza che abbiamo innalzato. L’indispensabile prefiltraggio (fatta la tara ovviamente dei vari fake che s’annidano sulla rete e che bypassano i controlli) per valutare chi far entrare alla nostra realtà (virtuale).
Anche perché, diciamocelo, nella quotidianità il tizio/tizia che ci piace non ci fila manco di striscio e quando invece facciamo l’incontro casuale che potrebbe cambiare le nostre vite non finisce mai come nei film: lui/lei ci saluta cordialmente e a noi non resta che un post su facebook/twitter pieno di likes e rimpianti.
E così tra una cosa e l’altra ci ritroviamo a fare i conti con persone (anzi meglio contatti) con le quali si crea un legame. A volte d’amicizia a volte finanche un qualcosa in più. Che sentimento è mai questo? Gente mai vista prima che orbita costantemente nelle nostre socialvite e alla quale dedichiamo tempo, attenzioni, pensieri e che alla fine mina le nostre certezze sentimentali, andando a colmare quel vuoto di sentimenti ed emozioni che ingoia la realtà dei nostri giorni, trasformandola in una triste monotonia.
Dopo l’idillio iniziale però inevitabilmente arrivano i nodi al pettine. Le bugie, i silenzi, le incomprensioni, altri prendono il nostro posto: ma non eravamo quelli che meglio avevano capito il loro mondo? O forse era solo quello che raccontavamo a noi stessi? E allora montano i rimpianti.
Se ci si è visti sono difficili da digerire i come e i perché dell’inattesa fine. Che fine ha fatto quel feeling che all’inizio, insieme all’entusiasmo, c’ha fatto gridare quel “finalmente” che da troppo tempo era rimasto strozzato in gola?
Se viceversa, invece, gli impegni, la distanza, la svogliatezza e chi più ne ha più ne metta, non hanno permesso di lasciarci vivere quel tanto agognato incontro, è solo colpa di questa serie di sfortunati(?) eventi se anche ‘stavolta usciamo con le ossa rotte da quella che pareva una bella avventura. E allora al posto di quel contatto virtuale non ci resta che una delusione reale. Ancora una volta siamo rimasti vittime di noi stessi.
Attutita la delusione, però, siamo di nuovo in pista nel grande gioco della posteggia 2.0 pronti a barattare fatiche e grigiore della nostra vita per un’emozione in 3g.