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Voci Surrealiste: La rivista Le Minotaure
Creato il 18 settembre 2012 da Alessandro Manzetti @amanzettiTristan Tzara, Paul Éluard, Andre Breton, Hans Arp, Salvador Dali, Yves Tanguy, Max Ernst, Rene Crevel, Man Ray. Le Minotaure fu fondata a Parigi nel maggio 1933 dall'editore svizzero Albert Skira, si tratta di una rivista d'arte molto curata, ricca di contenuti e estremamente eclettica che potè contare fin dall'inizio sulla collaborazione degli artisti surrealisti, che influenzarono sempre più i contenuti fino a occupare la redazione e la direzione. Le Minotaure è considerata da molti, non a torto, come la più bella rivista d'arte del novecento, ha influenzato e ispirato anche questo blog e la sua linea editoriale. Interessante caratteristica di questa rivista è l'eterogeneità dei contenuti: dalla pittura alla poesia e alla letteratura, dalla saggistica all'arte occulta, dalla fotografia all'etnografia, dalla archeologia alla psicologia, dalla musica all'architettura, Le Minotaure era costruita come un perfetto meccanismo di divulgazione e confronto delle filosofie del movimento surrealista, oltre a rappresentare un progetto innovativo di divulgazione culturale e di dinamiche di cooperazione e scambio tra gli artisti. La rivista fu stampata a Parigi in 13 numeri (dal 1933 al 1939) da Albert Skira in associazione con Tériade. Notevole l'influenza di Andrè Breton che, insieme ai suoi compagni d'avventura, ideò le pagine e l'anima in movimento di Le Minotaure per promuovere il suo surrealismo. Pablo Picasso, Minotaure no. 1, 1933. Le Minotaure pubblicò contributi eterogenei di moltissimi artisti, tra i quali opere di Magritte, Balthus, Brassai, Dalì, Delvaux, Duchamp, Ernst, Giacometti, Lipchitz, Man Ray, Masson, Matisse, Picasso, Rivera e articoli di Breton, Eluard, Griaule, Tzara, Lacan. L'illustrazione di copertina del primo numero di Le Minotaure (1 giugno 1933), che potete ammirare sopra, è opera di Pablo Picasso. Il numero comprendeva, non a caso, un saggio di Breton intitolato "Picasso dans son èlèment". Nel video che troverete alla fine dell'articolo potrete scoprire tute le copertine d'eccezione della rivista, che rappresentano le diverse e affascinanti intepretazioni dell'archetipo del Minotauro, con opere tematiche di Picasso, Rivera, Ernst, Magritte, Matisse, Dalì, Mirò, Duchamp, Borès, Derain, Gaston Lois Roux. Tra i redattori di Le Minotaure contiamo André Breton, Pierre Mabille, Eluard, Maurice Heine, Andrè Masson e Georges Bataille. Lasciatemi dire: che meraviglia! Però anche un forte rimpianto che per le tante riviste d'arte e letterarie finite ormai nell'oblio. André Breton, Salvador Dali, René Crevel e Paul Eluard, 1930 La paternità del titolo della rivista è da riferirsi alla scelta di Andrè Masson e Bataille, mentre Breton avrebbe preferito come titolo L’Age d'Or. La visione della figura mitologica del Minotauro, che Masson interpretava come simbolo della vitalità raggiungibile attraverso il caos (dal surrealismo) aveva una lettura molto eterogenea nel gruppo surrealista: dal misticismo alle letture dionisiache a tema prettamente sensuale, dalla tragicità dei miti greci alla sacralità delle forza oscure, incarnate dal Minotauro, destabilizzatrici dei valori e di abiti mentali, evocatrici dall'inconscio che emerge più chiaro, delineato, dalla solita nebbia, la sua relazione con il conscio e l'apparenza. Il Minotauro in fondo, ucciso nel mito da Teseo, corpo e anima del razionalismo, rappresenta per i surrealisti la chiave incomprensibile e misteriosa verso la creatività e i suoi muscoli neri giganti e selvaggi.
René Magritte, Minotaure no. 10, 1937 Le Minotaure, che veniva venduta a 25 franchi, ha fatto conoscere al mondo artisti come Hans Bellmer, Victor Brauner, Paul Delvaux, Alberto Giacometti e Roberto Matta. Tra le particolarità della rivista, rispetto a altre pubblicazioni surrealiste, l'attenzione all'architettura, con articoli a firma di Tristan Tzara ("D'un automatisme du goût certo", nr. 3-4), Salvador Dalí ("De le beauté terrifiantte et comestible, de l'architecture' stile Moderno", nr 3-4) e Roberto Matta ("Mathématiques sensibles - Architecture du Temps", nr. 11). Le Minotaure è un tentativo coraggioso di sperimentare una divulgazione culturale a carattere enciclopedico, diversa, come impostazione, dalla altre riviste surrealiste fondate da Breton, come La Révolution surréaliste (1924-1930) e Le Surréalisme au service de la révolution (1930-1933); non si tratta dunque, semplicemente, di uno strumento ideologico e artistico per la diffusione del surrealismo. Le Minotaure cerca di piantare i semi dell'arte sul terreno stesso della modernità, in una nuova e creativa fecondità pronta a mostrare alle arti una portata finalmente universale. Il progetto partirà con i primi due numeri e ottocento abbonati, per offrire, nella sua breve ma intensa esperienza, contributi fondamentali per la cultura moderna, e attraverso la ragnatela surrealista di Breton, promuovere opere e artisti poco conosciuti dal pubblico e dalla critica, in qualche modo universalizzandoli.
Albert Skira e Pablo Picasso Diego Rivera, Minotaure no. 12-13, 1939 Le Minotaure era una rivista che faceva molto ricorso alle immagini e al colore, alle fotografie in alta qualità, tra le quali, su ogni numero, le straordinarie intepretazioni di Man Ray (sotto trovate un piccolo esempio pubblicato sulla rivista). Tra le sue anteprime pubblicate sulla rivista è da ricordare, per fare un esempio, la fotografia della prima scultura realizzata da Picasso. Sulla rivista troveranno spazio anche le nuove tecnologie e i progressi scientifici, è un progetto davvero ambizioso quello di Albert Skira, che diverrà la bussola di tutte le attività culturali contemporanee, fino alla vigilia della seconda querra mondiale che stringerà la gola anche di questa meravigliosa iniziativa. L'ultimo numero di Le Minotaure è datato febbraio 1939, ma nel suo concept è un progetto ancora vivo e attualissimo, che potrebbe (anzi dovrebbe) essere preso a modello per i nuovi progetti di diffusione culturale, non solo nel mondo dell'editoria cartacea tradizionale ma anche attraverso le nuove tecnologie; parlo dei tanti web magazine che faticano a emergere e a caratterizzarsi, che per motivi di traffico (postulati una volta per sempre) assecondano format poveri e ripetitivi, insistendo nella solita fascia di audience orizzontale, già continuamente colpita sul Web. Oggi la comunicazione, specie in ambito letterario, è diventata un'arte del tutto meccanica, commerciale e monocanale, che chiede e spara imput standard senza offrire al lettore nulla di concreto in cambio. Non parliamo poi della promozione, in questo caso la situazione è ancora più critica, almeno a mio avviso. Chissà cosa avrebbero combinato oggi gli istrionici surrealisti con la Rete a disposizione. Man Ray - Minotaure 1935
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