Fa discutere (e sorridere) il Manifesto dei mascalzoni o dei porci, firmato in Francia da un nutrito numero di intellettuali, contro un progetto di legge che vorrebbe sanzionare i clienti delle lucciole.
Sulla questione del sesso a pagamento francamente è difficile discutere serenamente perché è quasi automatico l’atroce pensiero dell’induzione e dello sfruttamento della prostituzione. D’altra parte però dobbiamo anche considerare la libera concessione delle proprie grazie e su questo, gratuitamente o a compenso, è altrettanto odioso sindacare.
La morale è meglio non disturbarla, diciamocelo con onestà. E’ il mestiere più vecchio del mondo e, tutto sommato, il più aderente alla natura e agli umani istinti.
Sul fatto invece che sia dato per scontato che chi si prostituisce sia sempre mossa/o da bisogno economico o debolezza di vario genere scriverei un manuale. Non ne sono convinta, talvolta addirittura oserei escluderlo con forza. Quando decideremo di togliere di mezzo un po’ di ipocrisia?
Se siamo nella dimensione della scelta, fuor di necessità o costrizione, non accetto che sia disdicevole il sesso professionale e non quello fatto per godere una dimora da favola, vacanze lussuose, ristoranti a cinque stelle, abiti griffati, entrature varie nel mondo dello spettacolo et similia. Anzi. La prostituta dichiarata è onesta, elargisce corpo e piacere a chi è consapevole di dover sborsare la pattuita tariffa. Nessuna aspettativa ulteriore, nessuna falsità, nessuna complicazione. La bagascia travestita da signora è imbrogliona, presenta un conto molto più salato e vuole pure non sia detto che esercita subdolamente l’arte di strada. Tutte menzogne, pretese, artifici.
Ciò che è spiritualmente miserabile dunque è fare i puri a sproposito ovvero in sola apparenza.
Conosco fior di uomini, tanto per fare un esempio, avviliti dalle donne che si fanno riempire di “regali” per qualche serata di sana acrobazia erotica ma che si dichiarano di integerrima condotta perché non indulgono a chiedere esplicitamente la paga per le loro prestazioni. Peraltro ho abbondanti notizie pure di donne e uomini che non cedono alla tentazione di intraprendere il mestiere in via ufficiale solo per non scontrarsi con l’etica sbandierata, in superficie, dalla nostra società.
Insomma, carissimi e carissime, di Francia e di ogni dove, mettete la verità e la realtà sopra ogni cosa. Tutti i clienti o le clienti di chi esercita il meretricio non turbano l’ordine costituito. A turbarlo, se mai, sono tutti quelli che con il corpo arrivano, mentendo e simulando, a tutto. E in fondo, anche su questi ultimi, c’è da andare cauti con le condanne. Spesso è chiarissimo che l’orgasmo ha il suo prezzo e chi acconsente deve pagarlo, in assegni a più zeri, in borse di marca, in beauty farm o chissà come, e tacere.
Quello che è certo è che l’unica prostituzione ignobile è quella dell’anima.
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31 ottobre 2013 - Autore: Irene Spagnuolo