Volano stracci tra Alfano e Dell'Utri. Ruby non va in tribunale e la cercano i carabinieri. Verdini indagato per truffa e Silvio insulta l'Europa. Sarà proprio una bella campagna elettorale.
Creato il 11 dicembre 2012 da Massimoconsorti
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Fa impressione, eppure è così. Angelino Alfano vs Marcello Dell'Utri, e volano stracci e insulti. Inizia Alfano: “Persone come lui sono un problema, Silvio pensi alle liste. Marcello è un povero disgraziato”. Risponde Marcellino: “Non voglio replicare perché Alfano si è già qualificato da sé per questa risposta piccata e fuori luogo. I guai del Pdl, purtroppo, vengono tutti da lui. Un uomo senza palle che con noi non c'entra niente”. Controreplica di Angelino, che acchiappa al volo l'assist del senatore di SS Santa Mamma: “Le parole di Dell'Utri fanno chiarezza. La distanza da lui mi onora e mi lusinga”. La querelle non lascia però indifferenti alcuni dirigenti del Pdl. Parla per tutti Giorgia Meloni: “Se il Pdl è questo, mi dispiace ma io mollo, trasmigro”. E dalle parti di Via Bellerio non è che le cose, per Silvio, vadano meglio. Luca Zaia, governatore del Veneto dice a chiare lettere che “la Lega correrà da sola”. Il segretario confederale, Bobo Maroni, la mette sul politico, ma il risultato non cambia: “Non è detto che Berlusconi, alla fine, si ricandidi. Potrebbe anche capitare che il candidato sia un altro”. Salvini è il più netto: “Portare ancora a Roma Berlusconi, significherebbe fare un salto indietro di 18 anni. Non mi sembra il caso”. Nettissimo, in apparenza, Matteo Renzi che ha cinguettato su Twitter una frase alla Obama: “I soldi possono comprare le cose, le persone no. Almeno non tutte”. Se sul versante interno la situazione del Partito delle Libertà è un disastro, non si può dire che all'esterno vada meglio. L'Europa è praticamente insorta. Chi più ferocemente, chi meno, la possibilità che Silvio torni a governare l'Italia, ha fatto incazzare tutto il Vecchio Continente. Dal kapò Schulz al mite Barroso, nessuno ha nascosto la propria preoccupazione per un ritorno che sa molto di antistorico oltreché di demenziale e, quindi, dannoso. I giornali più importanti, hanno bollato il redivivo Berlusconi come “inopportuno”, mentre qualcuno si è spinto anche oltre, arrivando a un "macchietta" che, detto in inglese, fa impressione. E sapete che cosa ha risposto Silvio agli insulti sbeffeggianti piovutigli da ogni dove? “Brutti figli di puttana, non vi consentirò di accaparrarvi le industrie italiane per un pezzo di pane”. Riducendo la questione a una pura questione economica di bandiera (come per l'Alitalia). Ma si sa, Silvio scherza, l'importante è che nessuno lo prenda sul serio. Tragicomico, invece, quanto sta accadendo al tribunale di Milano, dove è in corso il processo Ruby. Ieri, doveva essere la giornata della ex minorenne, candidata a diventare la proprietaria di un centro benessere con tanto di laser antidepilatorio, quell'attrezzo infernale che i peli li fa crescere invece di eliminare. Quando l'usciere l'ha chiamata per la sua testimonianza, Ruby non c'era. L'hanno cercata dappertutto, perfino nella toilette, ma della marocchina-cittadina egiziana per volere del Parlamento italiano, nessuna traccia, in poche parole, assente ingiustificata. Apriti cielo! Ilda Boccassini è andata su tutte le furie, e ha intimato ai carabinieri di trovarla ad ogni costo, dando così iniziò alla più imponente caccia alla donna della storia della Repubblica. L'assenza della Rubacuori più famosa dell'universo, è stata interpretata dalla pm milanese, come il tentativo di allungare i tempi del processo e, quindi, di far slittare una sentenza che vedrà sicuramente Silvio Berlusconi condannato. E una condanna per sfruttamento della prostituzione minorile prima delle elezioni, non è certamente un bel biglietto da visita. La procura di Milano ha esteso le ricerche della vergine araba pure in Kenia, a Malindi. Non si sa mai, potrebbe essere stata assunta come donna di camera nel resort di Briatore: un sogno! Ultima perla. Ancora un'indagine nei confronti di Denis Verdini, l'altro socio della “cricca P3”. Questa volta nel mirino della magistratura, sono finiti i contributi all'editoria che il deputato pidiellino avrebbe percepito indebitamente dal fondo della presidenza del consiglio. 12 milioni di euro per Il Giornale della Toscana, oltre 10 per il settimanale Metropoli Day e appena 2 per Il cittadino di Siena. 24 milioni di euro per tre testate locali senza nessuna importanza, proprio mentre le biblioteche delle scuole chiudono per mancanza di personale e di libri. Dentro questo ennesimo affaraccio della fu Berlusconilandia, sono finiti altri esponenti del Pdl, fra i quali il deputato Massimo Parisi, insieme a editori e imprenditori, tutti della stessa area. Inutile dire che questa mattina lo spread è partito da 358, che la Borsa è a meno 2,2 e che Silvio ha prontamente dichiarato: “Che cazzo me ne frega a me dello spread”?
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