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Volevo cambiare

Da Francibb @francibb

Ok! Agende a me, programmi a me! Leggo tutto! (si fa per dire: tre ne ho lette, le altre mi farebbe orrore solo aprire le pagine web). Sono pronta, matura abbastanza per lasciare i vecchi nostalgici, sbiaditi, annacquati amori e abbracciare il nuovo, il giovane il… vuoto?

Sono una dei pochi fortunati che fa un lavoro che s’è scelta. Un lavoro sociale con il quale si finisce per identificarsi. La mia scelta elettorale ne è molto influenzata, lo è in modo prioritario sicuramente. Chi sta implementando il miglior programma riguardo all’istruzione? Chi mi darà (o ridarà) gli strumenti per offrire ai ragazzi il meglio che si meritano per essere propositivi, creativi, coraggiosi, audaci, fervidi?

  • Cominciamo con Monti.

I contenuti della sua agenda sono sostanzialmente il proseguo di quanto fatto in quest’anno di governo, ovvero scostarsi per far passare la “valanga istruzione” e aiutare qualche masso incastrato a rotolare meglio giù.

Il suo programma per la scuola titola: «Bisogna   prendere sul serio l’istruzione,  la formazione professionale e la ricerca. La scuola e l’università sono le chiavi per far ripartire il Paese e renderlo più capace di affrontare le sfide globali», e a me verrebbe da chiergli subito se, nell’ultimo anno, abbia preso tutto per un simpatico scherzo.

Giusto l’altro giorno leggo il ministro Profumo che dichiara: «Anche quest’anno si è ritenuto di chiedere alla scuola, nonostante i tagli e le carenze di risorse e investimenti subiti negli ultimi anni, una riduzione delle risorse complessive». E poi, sempre Monti, in agenda dichiara «Se la corsa della spesa pubblica non viene fermata e la dinamica del debito non è invertita, il Paese non può ripartire».

Quest’uomo soffre di disturbo bipolare.

Per Monti, INVALSI in primo piano e si capisce subito come si intende investire sui docenti e tramite chi ” incentivazione dei dirigenti”, “merito” “valutazione sul rendimento della struttura e sugli insegnanti”.

Come dire “Insegnanti: scannatevi per avere i posti migliori nelle strutture migliori, nelle scuole migliori. Fuggite dalle scuole di quartiere, abbandonate le comunità che abbisognano di agenzie educative per uscire dallo squallore culturale e per non essere bacino della criminalità: non verrete mai riconosciuti. Solo chi fa brillare i risultati INVALSI fa brillare i propri presidi. Solo i presidi brillanti avranno superfinanziamenti. Abbandonate la nave come i topi. Sta affondando”.

Dopo 483 parole di premessa straniante e soporifera mi scuoto al «Vogliamo scuole aperte tutto il giorno, tutto l’anno e per tutta la vita. Facciamo partire di qui il nostro “progetto per l’Italia”». Mi riprendo dal coccolone convincendomi a fatica che non intende farmi veramente lavorare, non solo fino ai 65 ma agli 85 anni e sette giorni su sette e 24 ore su 24, ma che – forse –  è solo un modo di dire. Ma forse!

Ma non son proprio tanto sicura e ricomincio a leggere sopendomi nuovamente fra necessità di arricchire l’offerta formativa, lavori di rete fra scuole, enti e territorio e documentazione delle buone pratiche che già sono attuati da più di un decennio. Dopo 997 parole inutili o già sentite, finalmente uno spiraglio «Nello stesso spirito la scuola dovrebbe non tagliare, ma potenziare e qualificare il sostegno alle classi con alunni diversamente abili », ma mi cade l’occhio sul dovrebbe.

Poi il gioco si fa duro: Scuola dell’Infanzia garantita per tutti, e dopo un ammiccamento ai test INVALSI, la dichiarazione bomba: i gioielli di famiglia (non scherzo: li chiama proprio così!) “tempo pieno e modulo a 30 ore con le compresenze” da rimettere in vetrina e estendere in tutto il Paese.

Con quali soldi? Li toglieranno da chi? Una proposta, vecchia c’è: alla scuola privata. Non lo dice. Peccato, sarebbe stata una cosa di sinistra.

E sul rush finale… autonomia scolastica, libertà di insegnamento (l’affascinante articolo 33, cavallo di tante nostalgiche battaglie in Collegio Docenti. Cavallo che cavalca zoppo se il fante fa l’occhiolino ai test a crocette e subito dopo si parla di lep e leac: messo lì sembra tanto vischio per gli uccelletti), i finanziamenti della legge 440/97, organici e reclutamento: sempre lo stesso identico sistema. Dichiara di non essere del parere di affidare il reclutamento alle singole scuole (non si fida), e nel paragrafo successivo parla di “carriera” (e chi ne valuterà il merito di farla e come?). Si termina (4.193 parole dopo) con l’impegno di rinnovare l’edilizia scolastica.

  • Passiamo al programma del Movimento 5 Stelle . Pagina 13: Istruzione. Finalmente qualcosa di chiaro, schematico e preciso, mi dico dopo il blablabla e bla.

Tredici punti, brevi e categorici come leggi mosaiche.

Il primo punto potevo scriverlo anch’io: “Abolizione della legge Gelmini”. Partenza senza proposta ma con un no.

Vado avanti: “Diffusione obbligatoria di internet nelle scuole con l’accesso per gli studenti”; “Graduale abolizione dei libri di scuola stampati, e quindi la loro gratuità, con l’accessibilità via internet in formato digitale”; “Insegnamento a distanza via internet”; “Accesso pubblico via internet alle lezioni universitarie”.

La sintesi della sintesi? Internet. E quattro punti si riducono a uno.

“Insegnamento obbligatorio della lingua inglese dall’asilo”. Sarebbe stato bello scrivere “ripristino del monte ore di inglese più estensione alla Scuola dell’Infanzia Ma ASILO??? Son passate due riforme della scuola da quando lo si chiamava asilo! Chi l’ha scritto questo programma?

Comunque anche qui una parola: Inglese.

Altro punto: “Integrazione Università/Aziende”. Anche qui possiamo usare una sola parola: Impresa.

… Sto per andare avanti  quando mi assale un prurito, un fastidio, una sospensione, un senso di déjà vu. Ma perché, Beppe mi ricordi Letizia, saranno i capelli?

Mi faccio coraggio e mi convinco sia colpa mia.

“Risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica”. Alè! E finalmente! Però hai visto che da un po’ il ministero non si chiama più Ministero delle Pubblica Istruzione? E non credo sia stato solo un restyling dell’immagine del sito.

“Valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti”; “Insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri (obbligatorio in caso di richiesta di cittadinanza)”; “Sviluppo strutture di accoglienza per gli studenti”.  Cose che già si fanno.

“Investimento nella ricerca universitaria”. Va bene, ma non voglio venga promossa la vivisezione.

“Abolizione del valore legale dei titoli di studio”. Cosa significa? Cerco in Internet e trovo questo “Piano di rinascita democratica

Sezione Programmi, Punto b1: “Abolizione della validità legale dei titoli di studio”. Ho un mancamento. Cerco freneticamente il Ventolin, Lo giustificavo al discepolo 1816 ma a Grillo no!

Programmi “tutto fini e niente mezzi” (chi l’ha detto?): qualsiasi confronto è inutile, lo sconforto anche. Volevo cambiare, volevo anche votare. Meglio cambiare tattica.


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