Il Dizionario filosofico (Dictionnaire philosophique ) è un’opera letteraria di Voltaire, che la pubblicò in forma anonima in francese nel giugno 1764.
Alla voce “Libertà di pensiero” il filosofo ci propone un dialogo tra un ufficiale inglese e un conte spagnolo. Con lucida ironia critica aspramente la schiavitù del pensiero, spostando lentamente il centro dell’attenzione dalla denuncia dei poteri e delle istituzioni del suo tempo, che ne fanno uso, all’animo degli uomini, che concretamente la permettono e realizzano. Chiude la voce un breve monologo sui limiti del pensiero, quasi a controbilanciare la necessità di quel libero uso dell’intelletto che afferma l’uomo come tale, ma senza porlo mai come realtà realizzata, definitiva.
LIBERTÀ DI PENSIERO
Verso l’anno 1707, quando gli inglesi vinsero la battaglia di Saragozza, posero sotto la loro protezione il Portogallo, e diedero per qualche tempo un re alla Spagna; milord Boldmind, ufficiale generale, che era rimasto ferito, si trovava alle acque di Barèges. Vi incontrò il conte Medroso, il quale, caduto da cavallo dietro le salmerie, a una lega e mezzo dal campo di battaglia, era venuto anche lui a passare le acque. Costui era familiare con l’Inquisizione; milord Boldmind non era familiare che nella conversazione; un giorno, dopo aver bevuto, ebbe con Medroso questo scambio d’idee:
BOLDMIND
Voi dunque, siete sergente dei domenicani? Fate davvero un gran brutto mestiere!
MEDROSO
È vero; ma preferisco essere il loro servo che la loro vittima, e la sventura di bruciare il mio prossimo a quella di venir bruciato io.
BOLDMIND
Che orribile alternativa! Eravate cento volte più felici sotto il giogo dei mori, che vi lasciavano liberamente marcire in tutte le vostre superstizioni, e che, pur essendo i vostri padroni, non si arrogavano il diritto inaudito di tenere incatenate le anime.
MEDROSO
Che volete? Non ci è permesso né di scrivere, né di parlare, né di pensare. Se parliamo, è facile interpretare le nostre parole e ancor più i nostri scritti. Infine, poiché non ci possono condannare in un autodafè per i nostri pensieri segreti, siamo minacciati d’essere bruciati in eterno per ordine di Dio stesso, se non la pensiamo come i domenicani. Essi hanno persuaso il governo che, se usassimo il senso comune, tutto lo stato andrebbe a fuoco, e la nazione diventerebbe la più sfortunata della terra.
BOLDMIND
Trovate che siamo tanto sventurati, noi inglesi, che copriamo i mari di vascelli, e veniamo a vincere battaglie per voi, qua, nella punta estrema dell’Europa? Vi pare che gli olandesi, i quali vi hanno portato via quasi tutte le terre da voi scoperte in India, e oggi sono vostri protettori, siano maledetti da Dio per aver concesso piena libertà di stampa e per fare commercio dei pensieri degli uomini? L’impero romano è stato forse meno potente perché Cicerone scriveva in libertà?
MEDROSO
Chi è questo Cicerone? Non ne ho mai sentito parlare; qui non si tratta di Cicerone, ma del nostro Santo Padre e di sant’Antonio da Padova; e io ho sempre sentito dire che la religione romana è perduta, se gli uomini si mettono a pensare.
BOLDMIND
Non sta a voi crederlo, perché voi siete sicuro che la vostra religione è divina, e che le porte dell’inferno non possono prevalere contro di lei. Se è così, niente potrà mai distruggerla.
MEDROSO
No, ma può venir ridotta a ben poca cosa; per aver pensato, la Svezia, la Danimarca, tutta la vostra isola, mezza Germania gemono nella tremenda sventura di non essere più sudditi del papa. Si dice perfino che, se gli uomini continueranno a seguire i loro falsi lumi, si ridurranno ben presto alla semplice adorazione di Dio e alla virtù. Se le porte dell’inferno dovessero prevalere sino a quel punto, che ne sarebbe del Sant’Uffizio?
BOLDMIND
Non è forse vero che, se i primi cristiani non avessero avuto la libertà di pensare, non ci sarebbe stato il cristianesimo?
MEDROSO
Che volete dire? Non vi capisco.
BOLDMIND
Lo credo. Voglio dire che se Tiberio e i primi imperatori avessero avuto dei domenicani che avessero impedito ai primi cristiani di usare penne e inchiostro; se non fosse stato, per lungo tempo, permesso, nell’impero romano, di pensare liberamente, sarebbe stato impossibile ai cristiani stabilire i loro dogmi. Se dunque il cristianesimo si affermò solo in grazia della libertà di pensiero, per quale contraddizione, per quale ingiustizia, vorrebbe oggi annientare quella libertà su cui sola si è fondato?
Quando vi propongono qualche affare pecuniario, non lo esaminate a lungo prima di concluderlo? Quale maggior interesse può esserci al mondo di quello della nostra felicità o della nostra infelicità eterna? Ci sono cento religioni sulla terra, che tutte vi dannano se credete ai vostri dogmi, che, esse, credono assurdi ed empi: esaminate, dunque, questi dogmi.
MEDROSO
Come posso esaminarli? Non sono un domenicano, io.
BOLDMIND
Siete un uomo, e tanto basta.
MEDROSO
Ahimè, voi siete molto più uomo di me.
BOLDMIND
Dipende solo da voi imparare a pensare: siete nato con un intelletto: siete come un uccello nella gabbia dell’Inquisizione; il Sant’Uffizio v’ha spezzato le ali, ma esse possono ricrescere. Chi non sa la geometria, può impararla; chiunque può istruirsi; è vergognoso abbandonare la propria anima nelle mani di gente cui non affidereste il vostro denaro: osate pensare col vostro cervello!
MEDROSO
Si dice che, se tutti pensassero col proprio cervello, regnerebbe una ben strana confusione.
BOLDMIND
Tutto il contrario. Quando si assiste a uno spettacolo, ognuno esprime liberamente il suo parere, e l’ordine non viene affatto turbato: ma se il protettore insolente di un pessimo poeta volesse costringere tutte le persone di buongusto ad applaudire ciò che loro trovano brutto, allora i fischi si farebbero sentire, e i due partiti avversi potrebbero tirarsi addosso patate, come avvenne una volta a Londra. Sono i tiranni delle menti a causare una parte delle sventure del mondo. Noi, in Inghilterra, viviamo felici solo da quando ciascuno gode liberamente del diritto di dire la propria opinione.
MEDROSO
Anche noi viviamo tranquilli a Lisbona, dove nessuno è libero di dire la sua.
BOLDMIND
Vivete tranquilli, ma non siete felici. La vostra è la tranquillità dei galeotti, che remano in cadenza e in silenzio.
MEDROSO
Dunque credete che la mia anima sia in galera?
BOLDMIND
Sì, e vorrei liberarla.
MEDROSO
E se mi trovassi bene in galera?
BOLDMIND
In tal caso meritereste di restarci.
Limiti dello spirito umano
Essi sono dappertutto, mio povero dottore. Vuoi sapere perché il tuo braccio e il tuo piede obbediscono alla tua volontà, e il tuo fegato, invece, non t’obbedisce? Cerchi di sapere come si formi il pensiero nel tuo debole intelletto, o il bambino nell’utero di quella donna? Ti lascio tempo per rispondermi. E che cos’è la materia? I tuoi pari hanno scritto su questo argomento diecimila volumi; e hanno trovato solo certe qualità di questa sostanza: i bambini le conoscono come te. Ma questa sostanza cos’è, in fondo? E cos’è quel che tu hai chiamato «spirito», dal vocabolo latino che significa «respiro», non potendo far di meglio perché non ne hai nessuna idea?
Guarda questo chicco di grano che getto in terra, e dimmi come mai germina per produrre uno stelo carico d’una spiga. Spiegami come mai il medesimo terreno produce su quella pianta una mela, e sull’albero vicino una castagna. Potrei scriverti un volume in folio di problemi, cui dovresti rispondere solo con queste quattro parole: «non ne so niente». E tuttavia hai raggiunto i più alti gradi, indossi toghe e berretti foderati di pelliccia, e ti chiamano maestro. E quell’altra faccia tosta che ha comprato una carica, crede d’aver conquistato il diritto di giudicare e condannare ciò che non capisce! Il motto di Montaigne era: «Che cosa so?» e il tuo è: «Che cosa non so?»
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“Libertà di pensiero” da Voltaire. Dizionario Filosofico, a cura di D. Felice e R.Campi.
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