Grafico di tendenza dei sondaggi di TUTTI gli istituti di ricerca che si sono attenuti agli standards minimi di chiarezza ed affidabilità, e i cui sondaggi hanno quindi avuto il nulla osta per la pubblicazione dei sondaggi stessi sul sito ufficiali "sondaggi politico-elettorali"
E' doveroso precisare che l'ultimo dei sondaggi effettuati, è stato condotto il 22 dicembre, quindi PRIMA che si sapesse del pasticcio della marchetta giudiziaria in favore di Berlusconi, e prima dei terribili dati economici pubblicati questa settimana (disoccupazione ancora in aumento, rapporto deficit/PIL che passa al 3,5%, con manovra aggiuntiva già inevitabile di altri 8 miliardi di euro per il 2015). E' quindi probabile che il prossimo aggiornamento possa dare risultati ancor pù terrificanti.
Per ora ci facciamo bastare questi: ad agosto fra centro-destra e centro sinistra c'erano 16 punti di vantaggio. A dicembre erano 5, a gennaio caleranno ancora.
La miscela velenosa di "salva Silvio" e crisi economica costa a Renzi un brusco calo nei sondaggi. Dice Renato Mannheimer: "Con gli scivoloni dell'ultima settimana il premier e il governo perdono tra i quattro e i cinque punti".
Già, gli scivoloni. Il volo di Stato per Courmayeur e soprattutto la norma "salva-Berlusconi": per la prima volta il solco con il sentimento degli italiani si approfondisce. È quanto rileva anche Roberto Weber di Swg: "Più che il volo di Stato è la non chiarezza sulla cosa di Berlusconi a determinare l'erosione. Come fatti in sé, e in relazione alla questione dell'economia. Nel senso che mentre il dibattito è monopolizzato dalla questioni tipo salva Berlusconi, il cittadino vede i dati della disoccupazione, quelli dell'Istat, gli indicatori economici e la sfiducia aumenta".
I numeri di Swg che attestano il "crollo" saranno resi noti e discussi, come ogni venerdì, ad Agorà. Ma un elemento di analisi Weber lo anticipa all' HuffPost. Ed è forse quello più preoccupante per Renzi: "Io dice sono colpito non tanto dalla perdita di punti, ma dalla progressività e della inarrestabilità della cosa. È da settembre che non tanto il Pd, ma il governo cala".
Da settembre, da quando l'agenda è stata monopolizzata dai temi del lavoro (col Jobs Act) e dell'economia (con la legge di stabilità). È da allora che non solo è finita la luna di miele, ma si è incrinato qualcosa di profondo nel rapporto del premier col paese. E si è incrinata quella forza determinata dalla retorica "anticasta" dei mesi precedenti, quando con l'abolizione del Senato è apparso come il fustigatore dei privilegi. "It's the economy, stupid", diceva Clinton. Che ne fece lo slogan con cui scalzò Bush dalla Casa Bianca, accusandolo di scarsa attenzione all'economia. Renzi, sull'economy, si è impaludato: "Il calo del governo - spiega Nicola Piepoli - è fisiologico ed è destinato a salire, in attesa dei risultati sull'economia. È su questo che ci sarà il giudizio della gente".
Per carità, i miracoli in poche settimane sono difficili. Ma i guai sono certi se, sulle difficoltà dell'economia, l'agenda la fanno le "manine" per depenalizzare i reati del condannato Berlusconi e l'inciucio per ridargli l'agibilità politica in cambio dei suoi voti per il Quirinale. È questa miscela a causare il calo di punti per Antonio Noto, dell' Ipr Marketing. Spiega all' HuffPost: "Il calo significativo di fiducia dell'ultimo mese non è imputabile solo alla salva-Silvio, ma a un insieme di fattori. Da un lato gli italiani non vedono cambiamenti tangibili sulle condizioni materiali della loro vita, dall'altro ascoltano un dibattito politico che aggiunge insoddisfazione, come nel caso della Salva-Silvio. Il risultato è che la fiducia cala in modo costante. Al momento è al punto più basso [...]
Il punto più basso coincide col momento forse più importante per Renzi. Il quale, sussurrano i maligni in Transatlantico, rischia di arrivare alla prima mossa sul Colle "azzoppato" come il Bersani nel 2013. Allora l'ex segretario del Pd arrivò primo ma senza vincere, anzi come disse Massimo D'Alema sbagliando un "calcio di rigore a porta vuota". Oggi Renzi è in calo ma sente l'obbligo di vincere. E a microfoni spenti i renziani ammettono che è la vigilia peggiore che poteva immaginare. Mentre lui si avvicina al suo dischetto (Fonte: Huffington Post)
(Credits: ringrazio Maria per la segnalazione)