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Wall e i suoi Wizards vogliono diventare grandi

Creato il 25 settembre 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Mi sento il miglior play della Lega“. Sembra decisamente carico John Wall. La dichiarazione rilasciata al The Dan Patrick Show lascia intuire la voglia e la determinazione con le quali lui e i suoi Wizards siano intenzionati ad iniziare la stagione NBA alle porte. Non potrebbe essere altrimenti, considerando che lo stesso Wall, in estate, è stato protagonista di un rinnovo contrattuale che a qualcuno ha fatto storcere il naso, come sempre accade quando di mezzo ci sono parecchi pezzi in verde. Si parla 80 milioni in 5 anni, mica pizza e fichi, per un giocatore che in questi tre anni ha lasciato intravedere un immenso potenziale, ma che al tempo stesso ha sempre destato qualche dubbio sul suo approccio mentale alle partite e alla voglia di migliorarsi.

Il potenziale ed il peso specifico dell’ex Kentucky sono venuti a galla lo scorso anno quando, durante la sua assenza nella prima parte di stagione, Washington aveva un record di 4-24, salvo poi chiudere la stagione con un 29-53 che significa 25-29 dal rientro della point guard. Il che significa che con il numero 2 in campo, Washington è stata attorno al 50% di vittorie per poi “tankare” le ultime partite in ottica Draft. Perché quindi, avere dubbi su un giocatore il cui peso specifico è così elevato, come confermato dai numeri? Sono i numeri stessi a dire che in carriera John può “vantare” un misero 24.3% da dietro l’arco, senza migliorare da un anno all’altro tale percentuale, fatto che getta ombre anche sulla sua etica del lavoro.

L’annata che sta per iniziare sarà dunque decisiva non solo per Wall, ma per gli Wizards stessi, desiderosi di tornare nella post-season dopo quattro anni passati nelle sabbie mobili della NBA. Il roster è pressoché identico a quello dello scorso anno ad eccezione dei rookie Otto Porter e Glen Rice, del veterano Al Harrington e di Eric Maynor. Il reparto lunghi è uno dei più esperti e affidabili della Lega, in quanto può contare sulla coppia Nene-Okafor, l’apporto di Harrington dalla panchina e sul giovane centro francese Seraphin che lo scorso anno ha chiuso a 9.1 ppg. Lo spot di ala piccola sarà inizialmente ricoperto dall’esperto Webster che insieme a Trevor Ariza avrà il compito di fare da chioccia alla terza scelta del Draft appena passato, quell’Otto Porter già idolo della città a Georgetown. Proprio su quest’ultimo è giusto aprire una parentesi: Porter è e sarà sicuramente un buon giocatore, uno che non eccelle in niente ma che fa bene tutto, e dal quale non bisognerà mai aspettarsi la luna.

Il reparto guardie è, al contrario dei lunghi, formato da giovani cavalli rampanti come Wall e Beal, che avranno minuti di riposo da Maynor e Temple. I ragazzi di coach Wittman sono e vogliono essere pronti per portare squadra e città a respirare nuovamente aria di playoff e ripulire l’immagine di una franchigia che nel dicembre 2009 ha visto il proprio uomo simbolo entrare armato in spogliatoio assieme ad un compagno di squadra. Dimenticare Arenas e Crittenton e tornare in post season è l’obiettivo che in molti ritengono possibile, e la strada intrapresa sembra quella giusta: scommettere su Wall e sul suo futuro da All-Star è un azzardo che andava preso anche per dare un segnale di rottura con il recente e bellicoso passato. Ora sta al ragazzo di Raleigh dimostrare di saper reggere le pressioni che derivano dal nuovo contratto e di poter elevare il suo gioco (e il suo tiro) ad un livello tale da meritarsi una convocazione a New Orleans nella seconda metà di febbraio.


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