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Wall Street: non c’è il rimbalzo

Da Pukos
Wall Street: non c’è il rimbalzo

Si chiude con un altro ribasso

Quando sembrava si stesse completando il recupero sono arrivate nuove vendite. Giù i bancari, bene P&G dopo i dati. Vola Expedia al massimo storico.

Ad un certo punto sembrava proprio che l’ottava potesse terminare con un “rimbalzino”, ed invece no! Proprio sul più bello sono tornate le vendite.

Erano senza dubbio vendite che arrivavano dalla vigilia, però anche quelle fanno mercato, e non è detto che vedremo lo stesso tipo di seduta anche lunedì prossimo, per ora accontentiamoci di aver terminato la seduta piuttosto distanti dai minimi di giornata.

Ormai è difficile, molto difficile decifrare come può reagire il mercato ai dati macro, oggi ne abbiamo avuti a iosa, non tutti positivi, ma è davvero complicato capire quali possano favorire gli acquisti e quali le vendite.

Ad esempio i posti di lavoro creati dal settore privato sono stati 209.000 quindi meno di quelli previsti dagli economisti (220.000), però sono stati rivisti al rialzo i dati di giugno e luglio (+5.000 a giugno e +10.000 a luglio), ed il tasso di disoccupazione è salito da 6,1% al 6,2% (era previsto invariato). Ecco, questa è una buona o una cattiva notizia? Certamente cattiva, ma la debolezza del mercato del lavoro ed il tasso di disoccupazione considerato ancora troppo elevato (cosa dovremmo dire noi che ne abbiamo esattamente il doppio!), è la motivazione migliore perché la Fed continui nella politica dei tassi bassi, quindi il mercato magari ha apprezzato questo dato.

E poi, le spese per consumi sono aumentate a giugno dello 0,4% come nelle previsioni, ma il PCE Core (un indicatore dell’inflazione) è salito su base annua dell’1,5% meno delle attese, quindi questa è una buona notizia.

Ricordiamo che questi dati sono stati resi noti prima dell’apertura delle contrattazioni ed all’inizio gli indici viaggiavano intorno alla parità, anzi, qualcosa sopra, poi sono arrivati altri tre dati macro.

Prima l’indice di fiducia dei consumatori rilevato dall’Università del Michigan, sceso oltre le attese a 81,8 punti, poi l’indice ISM manifatturiero salito invece molto più del previsto, ed infine le spese per costruzioni che invece hanno subito un netto calo (-1,8%).

Insomma, avete capito, è difficile, davvero difficile capire quale direzione può prendere il mercato, dopo l’apertura positiva, infatti ecco una marea di vendite che portano gli indici sui minimi, poi una fase laterale, quindi un grande recupero, ma quando sembrava che gli indici potessero tornare in territorio positivo ecco le “vendite del venerdì sera” che ricacciano indietro gli indici.

Un aiuto ai listini Usa potrebbe arrivare dal settore valutario, il dollaro, infatti, dopo una serie quasi ininterrotta di apprezzamenti nei confronti dell’euro, oggi ha visto il cross Eur/Usd rimbalzare come non accadeva da tempo, passando da 1,338 a 1,343.

Staremo a vedere gli sviluppi, per ora dai massimi di luglio il Dow Jones è sceso del 3,76%, lo S&P500 del 3,16% ed il Nasdaq del 2,97%.

Sono cali tutto sommato ancora contenuti, ma che non lasciano tranquilli.

Dow Jones (-0,42%) grande trimestrale per Procter & Gamble (+3,01%) che comunque chiude lontano dai massimi, a seguire General Electric (+0,80%) che va invece a terminare vicina ai massimi di giornata, quindi Pfizer (+0,56%) un altro titolo che nelle scorse sedute aveva perso parecchio.

Decisamente male il comparto bancario: JP Morgan (-2,06%), American Express (-1,74%) e completa la terna Goldman Sachs (-1,52%).

S&P500 (-0,29%) riprende immediatamente quota 70 dollari Walgreen (+2,56%), rimbalza Exelon (+1,48%) che già ieri era stato uno dei pochissimi titoli a chiudere sopra la parità, quindi Mastercard (+1,12%).

Settori diversi in fondo alla graduatoria, Apache Corp. (-2,28%), Conocophillips (-2,18%) e Oracle (-1,93%).

Nasdaq (-0,39%) incurante del momento vola al massimo assoluto Expedia (+6,35%), alle sue spalle Tesla Motors (+4,46%) dopo aver annunciato di attendersi utili superiori al consenso, quindi Regeneron Pharma (+2,56%) che si avvicina ancora verso i massimi assoluti registrati in marzo.

I maggiori cali hanno interessato Akamai Technologies (-3,27%), Bed Bath & Beyond (-2,65%) quindi Discovery Comm. (-2,21%).

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro  


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