Warrior sembra un film di Michael Bay d’autore. Che è un ossimoro, me ne rendo conto, ma con questa pellicola va così. Da una parte pensi di stare a vedere un qualcosa di profondo, con ritmi lenti, dialoghi intensi, situazioni drammatiche. Dall’altra la trama è, né più né meno, quella di un vecchio Stallone d’annata. Rocky o anche un Over the Top, tanto per citare i suoi due film migliori, ma pur sempre una tamarrata scatenata.Il problema del film non è tenere il piede in due scarpe. Quella, se si è bravi, è una cosa che si può anche fare. Il problema è non calzarne bene nemmeno una delle due.Facciamo un esempio in termini pratici? E facciamolo…Io ho il 43 di piede. Vado in un negozio e mi provo una Converse numero 42 e una scarpa di Prada numero 44. Nessuna delle due mi va bene, eppure provo a camminare lo stesso. Risultato? È apprezzabile il mio tentativo, però sembro comunque uno scemo.
"Figliolo, ti va di rifare l'ultima scena dei Soprano?"
Questo film è così. Procede su due registri diversi: quello serioso e quello tamarro, ma in nessuno dei due casi va troppo bene.Sul lato drammatico abbiamo infatti una serie di conflitti famigliari che sanno di troppo già visto (al cinema, vedi il quasi uguale The Fighter), in più l’inserimento della tematica della crisi economica sa di troooppo già visto (nella vita reale, più che al cinema).Dall’altro lato, il lato tamarro, il film non spinge mai verso il puro, semplice divertimento godurioso e “ignorante”. Quello stile anni ’80. Warrior si prende troppo sul serio, non c’è manco un momento uno di ironia. Non so, una battuta potevano anche inserirla. Persino in un pugno allo stomaco quale è Million Dollar Baby, altro film guerriero che pure tratta un tema non certo leggerino come quello dell’eutanasia, la componente umoristica è ben presente, soprattutto nella prima parte. Perché le regole del gioco, almeno per come la vedo io, sono che se vuoi far piangere, prima devi saper far ridere.Warrior va avanti due ore e mezzo, e dico due-ore-e-mezzo-yawn, sullo stesso registro narrativo: drama drama drama. Non c’è respiro. Come un pugile che ti martella dall’inizio alla fine. Drama drama drama, fino a che non vai giù K.O.Alcune parti poi sono assurde. Sparta, il super bowl delle arti marziali miste, viene rappresentato come l’evento del secolo, quando nella realtà nessuno se lo filerebbe di striscio. Magari giusto un Mr. Ford appassionato di wrestling e combattimenti che ormai nessuno segue più da - almeno - i primi anni ’90."Azz! Sapevo che non dovevo esagerare con le seghe il giorno prima d'un incontro."
Il protagonista Joel Edgerton, già visto nel mediocre Animal Kingdom, sembra un Sam Worthington un pelo più espressivo. Ma anche Barbalbero del Signore degli anelli è più espressivo di Sam Worthington. E forse pure più veloce nei movimenti!O, in alternativa, sembra anche una versione meno espressiva ma più invecchiata di Haley “vedo la gente” Joel “morta” Osment.Meglio, decisamente meglio, il “fratello” cinematografico Tom Hardy. È lui a tenere in piedi da solo il film. Se infatti quella di Edgerton, con il suo personaggio di padre di famiglia professo’ sospeso perché oltre a insegnare la sera combatte in una sorta di Fight Club, sembra una storiella uscita da C’è posta per te (di Maria de Filippi, ma volendo anche dal film con Tom Hanks e Meg Ryan), l’Hardy ha invece un personaggio più inverosimile, da action hero anni ’80. È un soldato eroe di guerra che anziché bullarsi preferisce mantenere un basso profilo. Poi caricano un suo video su YouTube in cui durante un allenamento batte sciallo il campione del mondo di categoria e pure lì non si bulla. Quindi arriva al torneo, tira un singolo pugno a un altro combattente e lo manda dritto dritto al Creatore e nemmeno lì esulta per un istante.Insomma, il classico (anti)eroe silenzioso come piacciono a me. Uno di quelli che al bla-bla-blaterale preferisce il fare. Uno di quelli che nella realtà in realtà non esistono o, se esistono, non finiscono certo a partecipare a un torneo tamarro chiamato Sparta."Smettila di fissarmi le tette, ché poi finisci come tuo fratello!"
Un imbolsito Nick Nolte, inspiegabilmente nominato all’Oscar per questo film anziché il ben più meritevole Hardy, completa l’allegra famiglioula di o’ guerrieri, mentre la moglie di Haley Joel Edgerton è Jennifer Morrison, la biondona di Once Upon a Time di cui ho parlato prima. Quindi oggi è ufficialmente diventato, più per caso che per altro, il Jennifer Morrison day, qui su Pensieri Cannibali.Tra le altre cose positive da annotare di Warrior: bene i The National in colonna sonora. Fine delle cose positive. Tra quelle un po’ meno positive, la lentezza nel carburare del film: dopo appena un’ora e passa di riscaldamento, il film finalmente acquista interesse con l’inizio del torneo. Ma, come detto, senza saper spingere fino in fondo il piede sull’acceleratore della tamarraggine, cosa che rende i combattimenti divertenti però non troppo esaltanti.Infine, troppo spudoratamente enfatico il finale, manca solo il grido “Adrianaaa”. E allora lì sì che ci sarebbe stato da ridere.(voto 6-/10)