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week end 2

Creato il 07 marzo 2011 da Silvie

Non è per me. L’ho capito subito mentre scendevo dall’aereo a Charles De Gaulle. Non fa per me.

Niente, non è bastato il ristornate parigino, non è bastato rivedere gli amici del periodo francese, non è bastato l’alberghetto al centro del Marais, lo shopping a rue du Poitou, e poi correre a prendere il treno per Bruxelles il giorno dopo, a niente è servito lo splendido albergo affacciato sulla Gran Place che veramente è la piazza più bella d’Europa, la cena con una cara vecchia amica che vive in Belgio da anni, e la colazione in camera la mattina dopo con un vassoio che rischiava di essere più grande del letto king size che sembravano decine di anni che io e il mio uomo santuomo non facevamo una colazione in camera in albergo, e non è stato sufficiente uscire per il centro della città, per il servizio fotografico né andare a incontrare le persone che ci aspettavano per le interviste. Non mi ha sedata la prospettiva dl bellissimo lavoro che ero andata a fare per un importante giornale.

Niente. Il mio pensiero era sempre lì. E si misurava tra le telefonate alla nonna e le foto sul cellulare.

E alla fine me ne sono fatta una ragione. Che sarebbe stato difficile divertirmi e rilassarmi senza di lui, con il pensiero fisso al cosa starà facendo adesso e forse sta pensando che l’ho abbandonato per sempre. Maledetti sensi di colpa. E hai voglia  a dirmi il santuomo che si stava divertendo, che non aveva nemmeno chiesto di noi, che tre giorni con i due cuginetti e la nonna era pura festa. Niente. Alla fine se n’è fatto una ragione anche lui e si è preso la croce sulle spalle come si dice, e ha finito anche lui per  giocare alla conta delle ore che ci separavano dal volo di ritorno.

Lo scorso week end invece siamo andati a farci due giorni in beauty farm. Era un pacchetto super scontato che avevamo preso insieme a degli amici mesi fa, con l’idea di sfruttarlo a metà inverno, magari per un fine settimana di puro relax senza i bimbi. D’altra parte chi sarebbe tanto folle da portare un bambino di due anni in una beauty farm?

Noi.

E i nostri amici ovviamente.

E’ stato il week end più figo che io ricordi da secoli. Appena arrivati visto che la spa era vuota ci hanno dato il permesso di portarci i bambini. E alè tra piscine e enormi vasche idro riscaldate che sembrava di stare in un parco acquatico. Quando nel pomeriggio è arrivata gente per i pupi era ora di dormire e la stanchezza accumulata tra viaggio e acqua li ha abbattuti. Intanto io e il santuomo ci siamo alternati tra camera e spa. Più io nella spa se vogliamo, ma si sa che agli uomini ste cose alla fine non fanno impazzire e poi lui è il santuomo. Io mi sono frullata due ore tra acque calde, acque fredde, acque colorate di viola al mirtillo, di verde alla menta, di arancio ai frutti tropicali, acque con percorsi per le gambe, per le braccia, tiepidarium, calidarium, pulizie del viso e tisane una via l’altra che manco la droga. Una  roba da ridurmi in una polpetta di crema. Per finire un trattamento che si chiama nuvola  che ti avvolge dentro una coperta d’acqua calda e ti tiene lì a frollarti  sospesa nell’aria ma immersa nell’acqua. Puro ritorno in utero.

La sera a cena, la proprietà ci ha gentilmente riservato (secondo me perché temevano l’effetto tre nani nella sala principale) una saletta solo per noi. E cosi’ abbiamo cenato cose buonissime intorno a una splendida tavola tonda, in una stanza chiusa in cui tuttalpiù si potevano tirare addosso le vetrine dei bicchieri e io ho passato più tempo a correr dietro al tavolo e tirarlo su da terra e a nascondere le chiavi di queste fragilissime vetrine, ma perlomeno non potevano uscire così da evitare perlomeno il rischio che finissero nelle cucine o si perdessero nelle vigne.

Abbiamo finito la serata nella piccola sala comune con un’ Era glaciale iniziato a metà, con il sonno che a botte di uno per uno ha colto prima i piccini e poi i grandi.

La mattina successiva a colazione dopo aver fatto il pieno di prosciutto crudo, formaggio e frutta (e questa è la  colazione del piccolo Inuit anche a casa) abbiamo sparso frammenti e avanzi di cibo per tutta la sala, abbiamo aperto cento piccole marmellate, rubato forchette e coltelli dagli altri tavoli, giocato con il cagnolino della coppia accanto che si nascondeva impaurito sotto il tavolo,  pianto di disperazione quando è stata rifiutata l’ennesima richiesta di salame.

Sentivo l’effetto nuvola evaporare nell’aria.

Ma poi  in tarda mattinata un fantastico sole umbro ci ha stanati dalla beauty farm per lanciarci nel centro di Todi dove ci siamo ritrovati nel mezzo di un carnevale medievale tra editti e giullari e messeri e trombe e cavalli bardati e cavalieri in armi e dame scollacciate che a un certo punto non sapevo più dov’eravamo e ho anche pensato che forse eravamo finiti a Frittole.

In macchina tornando verso Roma, mentre lui dormiva ubriaco di tante novità io mi sentivo felice e rilassata e sorridevo che eravamo lì tutti insieme nella nostra felicità armonica. Altro che.


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