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Welcome to Canada!

Da Simonaruffini

Distaccarsi da casa è stato difficile.
Ho cercato di caricare le valige in auto e afferrare le ultime cose nel più breve tempo possibile.
Nel farlo evitavo di guardare in viso i miei genitori, altrimenti sarei scoppiata a piangere.
Lacrime trattenute (da parte mia) e versate a fiumi (da mamma e nonna).
In aeroporto la scena si è ripetuta con il fidanzato e la migliore amica.
Ma basta cose tristi! Direi che un breve resoconto della traversata transoceanica insieme al boss peloso (June) è obbligatoria.
Malpensa – Francoforte
Portare June con me è stata una grande furbata.
Ben tre hostess di terra sono venute ad ammirare la creatura(come se non avessero mai visto un gatto) e io ho ottenuto, grazie a questo slancio di amore verso la belva pelosa,di essere trattata con la massima gentilezza.
Ecco un esempio:
Io: Non è che potrebbe gentilmente assegnarmi un posto abbastanza comodo per me e il gatto?
Hostess: Ma certo carrrrra. Ti ho già messo in fondo, voi due da sole. Perché di certo questa pupetta è la migliore compagna di viaggio.

In aereo effettivamente eravamo belle comode.
All’inizio ero un po’ sull’attenti: annusavo l’aria in cerca di tracce olfattive della pupù/pipì di June, ma per fortuna si è trattenuta.
Al primo tentativo di emettere un “miaoooo” ero pronta ad intervenire armata di feliway spray.
Devo dire che è stata un angelo.
Francoforte – Ottawa
Il dramma è iniziato all’interno dell’aeroporto di Francoforte.
Presa da uno slancio di generosità, ho lasciato andare June (era comunque al guinzaglio) nel bagno delle donne.
Errore fatale.
Mi sono ritrovata i suoi artigli ben piantati su mento, collo e spalla sinistra.
Dolore atroce.
Ovviamente non ne voleva sapere più di rientrare nel suo trasportino tanto carino.
Le sue proteste poi sono state molto vistose: sembrava che ci fosse un lupo con il mal di pancia alla toilette.
Non contenta, ha fatto scivolare il trasportino DENTRO il lavandino pieno d’acqua.
Risultato: trasportino allagato, pannolini inzuppati e i miei nervi tesi come corde di violino.
“Tranquilla Giulia, tanto peggio di così non ti può andare”

L’espressione alquanto terrorizzata dipinta sul mio viso ha convinto una signora americana ad aiutarmi.
Avrei voluto abbracciarla: la vedevo come una sorta di wonder woman con occhiali e cappello a tesa larga.
Insieme abbiamo più o meno asciugato il danno e rimesso la bestia feroce al suo posto.
Sono giunta all’imbarco con il cuore che batteva a mille: avevo paura che qualcuno notasse il fondo del trasportino bagnato e gridasse:“vade retro animale incontinente!!” scambiando l’acqua per pipì.
Lo stato di profonda agitazione mi ha fatto sedere al posto sbagliato e mi ha tenuta sveglia per tutte le 8 ore di volo.
Non mettevo gli auricolari perché avevo paura di non sentire che June stava ululando alla Luna e continuavo ad annusare in giro stile cane da tartufo(avranno pensato che avessi un tic).
Otto ore passate con la tachicardia.
Alla fine June non ha proferito neanche un “mao” tanto che in coda alla dogana tutti i passeggeri si sono stupiti di constatare che sul volo insieme a loro aveva viaggiato un gatto.
Scortata da un taxista fan di Giulietta & Romeo sono giunta alla mia casetta in Canadà tra mille e più colori.
Welcome to Canada!Welcome to Canada!
Sulla porta di casa mi ha accolta Gisele, la padrona di casa.
Il mio rifugio è un bilocale molto carino (a due passi dal fiume con tanto di spiaggia sabbiosa) che ho provveduto subito a rendere “mio” mettendo libri e fotografie ovunque.

Welcome to Canada!

Parc Mousette

Non c’è il bidet, ma questa mancanza è compensata dalla presenza di una cabina armadio.
Mi sono accorta che sono super equipaggiata per l’inverno, ma adesso che, miracolosamente e nonostante ogni pronostico, non fa freddo, non ho niente da mettermi. A breve penso che mi toccherà  fare una capatina da TopShop.
Quindi..
Modalità Canadese (finalmente) ON

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