Where the streets have no...frame

Banksy, "Haring Dog"

Always creating debates among those who rank it as a form of art and the ones who think of it as a form of vandalism, the "Writing" phenomenon, born in America in the late sixties and then spread in many variations to Europe, had surely had a huge influence on society.
At the beginning it was a prerogative of the Hip-hop and Punk culture, being used as a form of social protest, then it evolved in its tecniques and forms, legitimizing as a kind of visual art (just think about Keith Haring's drawings, still hot as collectible pieces now). Between the late '90s and the early 2000s artists like Stak, Honet and Andrè in France and Banksy in England embrace the original idea of urban art as a form of protest, claiming social issues - such as freedom of speech, anti-Semitism, sexual freedom, pacifism, anti-moralism through their artworks, shaking public opinion and paving the way for other artists yet to come who would have accomplished the evolution of the idea of "street art", allowing it to circulate in museums and art galleries and elevating it to the status of downright contemporary art form, with the power to influence and revolutionize other fields closely related to the society, such as advertising and marketing ("Guerrilla marketing").
Here you can find a selection of my favourite artworks, hope you like it.

Julian Beever, "Snail"

Da sempre oggetto di disputa tra chi lo considera una forma d'arte e chi invece una forma di vandalismo, il fenomeno del "Writing" - letteralmente, "scrivere (sui muri)" - nato in America alla fine degli anni '60 e diffusosi in seguito, con numerose varianti, anche in Europa, ha di certo avuto un'influenza enorme sulla società. Prima appannaggio della cultura Hip-hop e poi Punk, che lo utilizzavano come forma di protesta sociale, sì è in seguito evoluto nelle tecniche e nelle forme, sdoganandosi come forma d'arte visiva (basti pensare a Keith Haring e ai suoi celeberrimi disegni, ancora oggi oggetto di collezionismo e di merchandising). Tra la fine degli anni '90 e l'inizio dei 2000 artisti come Stak, Honet e Andrè in Francia e Banksy in Inghilterra fanno propria l'idea, cara ai primi "graffitari", dell'arte urbana come veicolo di protesta, rivendicando attraverso i propri lavori tematiche di interesse sociale quali libertà d'espressione, antisemitismo, libertà sessuale, pacifismo, antimoralismo, destando l'opinione pubblica e spianando la strada a centinaia di altri artisti che durante gli anni 2000 porteranno a compimento l'evoluzione del concetto di "arte di strada", che inizia così a diffondersi anche nei musei e nelle gallerie, assurgendo definitivamente allo status di forma d'arte contemporanea a tutti gli effetti, in grado di influenzare e rivoluzionare altri ambiti strettamente legati alla sfera sociale, quali ad esempio pubblicità e marketing (Guerrilla marketing).
Agli appassionati segnalo, tra i vari libri che esistono sull'argomento, il nuovo di Sabrina De Gregari: "Banksy, Il terrorista dell'arte", edito da Castelvecchi e presentato a Milano proprio in questi giorni; di seguito, invece, una gallery delle mie opere preferite.
Social exposure: