La domenica mattina ci si sveglia di buon'ora per andare a visitare il Flohmarkt (mercato delle pulci) ospitato dall'immenso parco che porta il nome di Mauerpark. L'esser svegli la domenica mattina presto è normalmente un ossimoro, quindi i miei amici alla ricerca di caffé e cappuccino riescono a trovare sulla strada un bar (che si spaccia per) italiano, con tutti articoli italiani in bella mostra, che ha appena aperto. Il barista è tedesco, ma il cappuccino è buono, dicono loro.
Entriamo finalmente a Mauerpark. Io e la Gitana alla fine non compriamo nulla, mentre Montaje è subito ipnotizzato da vecchi dischi in vinile; finirà per comprarne 3, uno dei Beatles, uno di Beethoven e un altro che non ricordo. Gossip Givl e Pantofola rimangono ammaliate da numerosi ciondoli e orecchini. Gossip Givl arriva al punto di indebitarsi con tutti, pur di permettersi i suoi lauti acquisti, l'ultimo dei quali rappresentato da una borsetta in pelle. Come se non bastasse, le abbiamo organizzato uno scherzo, nascosto la borsa e fattole credere che qualcuno l'avesse rubata. Dopo minuti (secoli) di disperazione siamo crollati, gliel'abbiamo fatta "magicamente" ritrovare e abbiamo svelato lo scherzo. Penso che si ricorderà per molto tempo di noi ogni volta che porterà con sé quella borsa!
Durante la "pausa pranzo" tra le varie bancarelle decidiamo di mangiarci dei succulenti Currywürste. Ci mettiamo in fila, e indovinate un po' chi con molta nonchalance va direttamente al bancone sorpassando tutta la fila? Una coppia di italiani sulla quarantina. Ci incrociamo sguardi tra l'insofferente e l'arrendevole. Pantofola mi raccomanda di riportare l'episodio sul blog.
Ci siamo poi diretti verso la Gedächtniskirche, la chiesa nel centro ovest danneggiata durante la seconda guerra mondiale e così lasciata, a monito e commemorazione (Gedächtnis) degli orrori della guerra. Il caso però ha voluto che la chiesa in questione sia al momento in ristrutturazione, quindi non abbiamo potuto vedere molto. Siamo allora tornati indietro verso la Kunsthaus Tacheles, la galleria d'arte moderna a Oranienburger Straße gestita e occupata dal 1990 da un collettivo di artisti. La polizia avrebbe dovuto chiuderla proprio prima del nostro arrivo, ma grazie al sostegno di manifestanti e occupanti la Tacheles esiste ancora. Almeno per il momento.
Avevamo sentito da una nostra amica irlandese che dalle colline del parco di Grunewald si poteva godere di una vista panoramica di Berlino senza pari. Peccato però che quando siamo arrivati lì era già tardi e non abbiamo fatto in tempo a salire fino in cima prima che facesse buio. Ci siamo almeno lasciati un po' di cose da fare, per la prossima volta che torneremo a Berlino. Perché se vai a Berlino, devi per forza tornarci.
La sera siamo usciti nelle vicinanze di Friedrichshain. All'uscita della metro si è stagliato davanti a noi un magnifico negozio di onoranze funebri. Sono seguite interessanti discussioni sul mestiere di becchino e cassamortaro, concludendo che alla fine, salvo avvenimenti surreali, almeno per loro il lavoro c'è sempre, anche (soprattutto) nella crisi.
La mattina dopo ci siamo divisi in due gruppi: Montaje, Pantofola e la Gitana sono andati al Pergamonmuseum, mentre io e Gossip Givl, che lì eravamo già stati, ci siamo diretti al Neues Museum, dato che l'Alte Nationalgalerie, dove saremmo voluti andare, era chiusa. Per dirla tutta non siamo rimasti molto entusiasti, mentre agli altri nostri amici il Pergamon è piaciuto (del resto come poteva essere altrimenti?).
Il tempo di mangiare uno spuntino al Subway di Alexanderplatz, di tornare in ostello e caricare i bagagli e si riparte. Anzi, non subito: prima della partenza abbiamo trovato sul parabrezza della macchina un'ultima sopresina da parte di Berlino, cioè una multa. Tutto questo nell'arco dei 5 minuti in cui io e Montaje siamo andati a caricare i bagagli e le ragazze a fare la spesa. Sono seguite un po' di imprecazioni, poi siamo partiti.
Inglobati nel traffico di Berlino prima, sprovvisti di indicazioni stradali per il ritorno poi e avendo incontrato una coda bestiale in autostrada per via di un terribile incidente (con tanto di elicotteri, polizia, ambulanze e tir schiacciati) il ritorno è andato un po' così alla buona, tra panini mangiati durante la corsa, soste frettolose, pieni di gasolio e maledizioni della gitana che ci perseguivano. Siamo tornati a Mainz verso le dieci e mezza, distrutti ma contenti per l'esperienza appena vissuta. Montaje nell'arco di quattro ore sarebbe ripartito alla volta di Roma, e anche noi altri siamo crollati.
E vissero tutti felici e contenti.
Pulchra vobis ;)
"Berlino è una città condannata per sempre a diventare e mai ad essere." (Karl Scheffler)
La Tacheles vista dal retro.
Uno dei manifesti affissi davanti alla Tacheles.
La "platea" della Tacheles.
Un laboratorio della Tacheles.
Un po' di traffico.
Il limite di chilometri "gratuiti" era 1200. Per un pelo...
Un quadro della Tacheles.