La Dichiarazione di Roma evidenzia una serie di passaggi obbligati per ogni Paese che riguardano la prevenzione, la cura medica, la lotta alla discriminazione e la tutela dei diritti. Sono domande semplici che richiedono volontà di agire da parte delle istituzioni.
“Purtroppo - viene fatto notare in un comunicato del Forum - a oggi le risposte sono tutte negative. Siamo preoccupati del fatto che gli organi istituzionali che si dovrebbero occupare di HIV/AIDS sono paralizzati per motivi non comprensibili”
Eppure anche oggi l’Istituto superiore di Sanità, nel presentare i dati nazionali su Hiv/Aids, ci ricorda che oltre un terzo dei casi di Hiv conclamato viene diagnosticato in fase avanzata di malattia e che la maggioranza delle nuove infezioni è attribuibile a contatti sessuali non protetti che non vengono sufficientemente percepiti come a rischio.
Il Fondo Globale per la Lotta contro l’Aids, la Tubercolosi e la Malaria ha annunciato pochi giorni fa lo stop a nuovi progetti per i prossimi due anni a causa della diminuzione del sostegno finanziario di alcuni donatori (oltre alle mancate promesse dell’Italia al Fondo verso il quale ha deciso -caso unico in occiente - di sospendere ogni contributo). Proprio nel momento in cui, come mostra anche l’ultimo rapporto UNAIDS, lanciato in questi giorni, i risultati dell’estensione dell’accesso alle terapie sono positivi.