Parlare di questo gioco non è facile.
Per niente.
Perché in giro ci sono giochi che, per un motivo o per l’altro, sono scomodi.
Questo è uno di quelli…
Andiamo con ordine, prima i dati empirici poi tutto il resto.
Tecnicamente è un gioco strutturato per essere giocato in un massimo di 6 persone, anche se esistono regole adatte anche per due giocatori. Un’ambientazione fantasy per una struttura da gdr, classica e complessa allo stesso tempo.
Due fazioni, Orda e Alleanza, che combattono l’una contro l’altra per sconfiggere il boss di turno. La distinzione “buoni e cattivi” qui è labile, visto che gli obbiettivi sono i medesimi e di fatto questo mette le fazioni sotto la stessa luce.
La scheda del personaggio
E con questo abbiamo terminato le cose semplici…
Nel gioco esistono nove personaggi doubleface, cioè uno per l’Orda e la sua controparte Alleata. Le classi sono le più note: guerriero, stregone, mago, ranger, warlock, minotauro e così via. Scegliendone uno si preclude alla fazione avversaria di poter usufruire di quello stesso personaggio, una delle centinaia di manovre tattiche che è possibile fare.
Ogni classe è fornita di due mazzi di carte dedicati, uno per le abilita, l’altro per i talenti. La scheda del personaggio ha diversi
I punti ferita e il Mana viene gestito tramite un sistema di avanzamento dell’esperienza, con rispettivi livelli e aumenti delle caratteristiche.
Il sistema di gioco è diviso in Turni Fazione. Ogni Turno Fazione comprende due azioni per ogni personaggio appartenente alla fazione di turno.
Lo scopo è semplice: completare le missioni, che si riducono sempre allo sconfiggere determinate creature generate sul tabellone di gioco, viaggiando di regione in regione e cercando di ottimizzare i tempi e risparmiare turni.
Sì, perché il tempo è prestabilito: 30 turni, 15 per fazione. Quindi è facile comprendere che la gestione delle azioni e il come affrontare le varie missioni sia uno dei fattori più importanti.
Il combattimento si basa sul lancio di dadi da otto facce, di tre colori diversi.
Rosso, per l’attacco corpo a corpo.
Blu, per gli attacchi a distanza.
Verde, per la parata.
Ogni giocatore possiede una Riserva Dadi variabile, che comprende u numero massimo di 7 dadi per ogni colore.
Il funzionamento si basa sul raggiungere col dado il valore di minaccia del mostro, cercando di piazzare più segnalini possibili nella zona del tabellone dedicata al combattimento.
Ed è proprio il combattimento, assieme allo sviluppo del personaggio, la componente fondamentale del gioco.
E quella che lo allunga a dismisura…
Eh già, il gioco è enorme!
E veniamo al problema maggiore, cioè la lunghezza della partita.
Personalmente ho avuto modo di giocare partite durate anche più di cinque ore. Certo, queste tempistiche, dopo aver acquisito dimistichezza con il complesso sistema di gioco, si accorciano, rimanendo pur sempre ragguardevoli.
Insomma, un gioco non per tutti, che però promette un’esperienza di molto simile a quella di un classico gdr.
Il tutto unito ad una realizzazione grafica di prim’ordine e una componentistica d’eccezione. Miniature dettagliate, tonnellate di segnalini, carte e un enorme tabellone di gioco.
Una pecca, che però non incide troppo, è la scarsa interazione con la fazione avversaria, visto il numero ristretto di turni giocabili che rendono necessario concentrare le forze su altri obiettivi.
Se non vi spaventa l’impegno troverete un grande gioco, costruito ad arte e ben strutturato.
Altrimenti lasciate perdere, rischierete solo di annoiarvi.
Pagina del gioco su BoardgameGeek
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Esiste anche un’espansione che cambia radicalmente alcuni aspetti del gioco. Magari ne parliamo un’altra volta, che ne dite?