Magazine Diario personale

XII Cap: Rosellina, Azzurrina, Bianchina, le tre gattine.

Da Gattolona1964

…non mi sono dimenticata dei miei piccoli lettori in tutta questa frenesia primaverile, foriera di novità frizzanti e di Uova di Pasqua colme di sorprese. Qualche uovo l’ho già aperto essendo curiosa come voi bambini e qualche altro lo terrò per il giorno stabilito. Stasera vi farò conoscere 3 protagoniste simpaticissime e molto bizzarre. Siete pronti con mamma o papà per leggere insieme la nostra favola?

La situazione si ingarbugliava sempre più. Ero ancora nascosta nel mio angolino per evitare di piangere, dato che non ero stata invitata a prendere il tè. Così conclusi che era giunto il momento del meritato riposo, mi acciambellai come si conviene ad un vero gatto, tolsi gli occhiali e iniziai a ronfare. Stavo sognando palloncini e regali, torte, pizze, balli e candeline da spegnere, quando qualcuno nel bel mezzo di questo delizioso sogno, tirandomi i baffi, mi chiamò con una vocina sottile sottile. Infastidita e arrabbiata gridai che volevo rimanere nel mio sogno, bofonchiai di lasciarmi dormire in pace e scalciai via con le mie zampe quelle vocine. Ad un certo punto però, mi sentii afferrare la zampina che scalciava, mentre una mano o meglio delle unghiette ben appuntite, mi aprivano con forza inaudita gli occhi che cascavano dal sonno e non volevano aprirsi per niente. Quando finalmente furono aperti, cercai di realizzare per prima cosa che non ero più dentro al mio sogno, invitata a quello stupendo compleanno, poi mi resi conto che ero circondata da tre creature pelose e morbide che mi guardavano con l’aria furbetta e maliziosa di chi aveva appena commesso una marachella. Erano le tre gattine della cesta di vimini, perbaccolina e perbaccolucci; la cesta di Miss Alessandra. “Che cosa ci fate voi tre birichine qui ? Perché mi avete svegliata, durante il mio consueto riposino pomeridiano?” Chiesi loro mentre mi stropicciavo gli occhi per vederle meglio. Erano veramente carine, ben vestite ed in coro mi dissero:”.”Siamo scappate da quella cena per adulti, ci stavamo annoiando e poi volevamo conoscerti, sai? Oggi ti abbiamo visto, eri nascosta nel ciliegio e curiosavi tutto di noi tre e della nostra amica. Ma che cos’è che ti incuriosisce così tanto? Per ascoltare i nostri discorsi sei caduta anche dalla punta dell’albero! E poi non ci hai ancora detto come ti chiami. E poi vogliamo sapere perché ti trovi qua, proprio a Villa Patatona, come ci sei finita? Chi te l’ha detto che esiste?” E ancora domande su domande, quesiti e parole alle quali io non riuscivo a rispondere, tanta era la foga con la quale mi venivano poste. Mi girava la testa, mi girava tutto e ad un certo punto dovetti gridare “Stooooopppppp.! Calma, calma, andiamo con ordine e precisione per favore e risponderò a tutte le vostre domande. Mi devo ancora riprendere dal mio meraviglioso sogno, devo dirvi in verità che non ero mai stata svegliata in questo modo così brutale in nessuna delle mie precedenti vite”. Le gattine, sicuramente erano tre gemelline, infatti erano identiche a parte il buffo vestitino che indossavano: uno era rosa, uno azzurro e uno bianco a seconda del nome che avevano. Bella trovata! Infatti si chiamavano Rosellina, Azzurrina e Bianchina, si misero a ridere di gusto felici, per aver commesso una birichinata o gattata che dir si voglia. “D’accordo”, risposi io “Mi presento: mi chiamo Lady Gattolona Pasticciona, ma non so il perché o il percome sono capitata in questa terra. Non vi so dire come mai mi trovo a Villa Patatona e nessuno me lo vuole spiegare! Ieri l’altro ero nel Paese di Babbo Natale ad aiutarlo a confezionare i regali per i bimbi buoni di tutto il mondo ed ora sono qua. Altro non so. Di certo, purtroppo ho capito che non è gradita la mia presenza quasi a nessuno degli abitanti della Villa e di questo ne soffro moltissimo. Le gattine si fecero serie e tristi, ascoltando con attenzione il racconto e si zittirono, chiedendole scusa per il comportamento che avevano avuto con lei, dandole un grosso bacio ed un abbraccio enorme. Questi teneri ed affettuosi gesti le riempirono il cuore e disse loro”Vi perdono, vorrei diventare vostra amica e dimenticherò l’accaduto poco simpatico. In cambio però vorrei sapere le notizie su quel famoso compleanno, che si svolgerà tra qualche giorno e come mai sono tutti così agitati ed in subbuglio”. In quel momento usai il tono di voce più carezzevole e convincente che possedevo e, sfoderando il mio sorriso migliore con fare ammaliatore da gatta esperta, chiesi loro” Vorrei sapere per favore, care e dolcissime gattine, il nome del festeggiato o della festeggiata, così anch’io potrò fare il mio regalo”. Le tre micette si guardarono con aria sospettosa. Arricciarono i loro nasini e storcendo le boccucce, mi chiesero tutte in coro “Ma se noi te lo diciamo, tu in cambio, che cosa ci regalerai?” Mi presero alla sprovvista, cercai di prendere tempo per pensare a che cosa potevo offrire loro in cambio del segreto. Iniziai a far girare velocemente le rotelline del mio cervello mentre loro facevano il gioco del nascondino. Dovevo agire in fretta, potevano scapparmi da un momento all’altro e non le avrei di certo più ritrovate, birichine com’erano! Dovevo assolutamente catturare la loro fiducia e la loro attenzione. Di colpo mi venne un’idea geniale, pazzesca, che non avevo mai proposto a nessuno e le chiamai per nome, per comunicare loro lo scambio dei segreti, certa che avrebbero accettato il patto.

 



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