Prodotto di culto in Inghilterra che, dopo essersi guadagnato l’infame etichetta di video nasty, conquista il cuore dei cinefili più alternativi, soprattutto grazie ad un riuscito mix di fantascienza e splatter grottesco.
“Un uomo scompare in circostanze misteriose. Tre anni dopo fa ritorno a casa ma il suo comportamento fa pensare che potrebbe essere stato rapito dagli alieni”
Davemport è incredibilmente schietto: volevo fare un film diverso che shockasse il pubblico! Niente di più vero: il pretesto del rapimento alieno è funzionale alla violenta invasione a seguire, dove senza soluzione di continuità e logica i mostruosi esseri deformi danno il via alla personale ed insdiscriminata mattanza. Il budget è minimo (ma gli effetti speciali risultano curati), Davemport si occuta della regia, della sceneggiatura e persino della musica. Tutto fa pensare al ridicolo involontario tanto comune alle produzioni coeve, al contrario la pellicola funziona a dovere, spaventa in più di una sequenza e tocca momenti surreali di rara efficacia (il soldato giocattolo, la ragazza racchiusa nel bozzolo alieno). Il pessimo doppiaggio italiano peggiora drasticamente la situazione, ma a conti fatti l’opera mantiene il proprio bizzarro fascino originale. Attenzione alla sequenza del parto nella prima parte del film, citata in maniera davvero maniacale dal regista giapponese Takashi Miike nel finale di Gozu (2003).
YouTube Video