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Yvonne Chaka Chaka, operazione Mani Pulite

Creato il 21 luglio 2011 da Dragor

  Images   Martedì, andando all’hôtel Serena con le mie nipotine Alice e Lisa, sono capitato nel bel mezzo della terza edizione di African Conference on Hygiene ad Sanitation (AfriSan3). In quel momento non m’interessava molto il problema dell’igiene e sanità in Africa, perché ero là per portare le bambine a nuotare nella piscina dell’hotel (la più bella di Kigali, una favolosa creazione  con rocce artificiali, piante e statue che sembra una Fontana di Trevi troppo cresciuta).  Ma su un cartello ho letto che al congresso partecipava la famosa cantante sudafricana Yvonne Chaka Chaka detta La Principessa d'Africa. Così ho detto: “Andiamo a dare un’occhiata, magari la sentiamo cantare. “Sì, sì, zio” hanno approvato le bambine con entusiasmo. “Wow, che megasuperidea. Lo zio ha sempre delle idee fantastiche.”

   Nella sala, Yvonne Chaka Chaka stava parlando. “Io adoro il contatto fisico”, diceva. “Passerei la vita ad abbracciare, baciare e stringere mani. Ma a volte, al momento di stringere la mano a qualcuno, vorrei sprofondare nel pavimento. Perché ho visto quel qualcuno urinare dietro un cespuglio prima di tendermi la mano.” “Ma se era dietro un cespuglio, come hai fatto a vederlo?” domando. Qualcuno sghignazza, lei mi lancia un’occhiata gelida e continua a parlare. “Che cosa sta dicendo?’, domanda Alice, poco familiare con l’inglese. “Che bisogna lavarsi le mani. “Beurk, sembra la mamma.”  Dille di cantare “Thank you Mister Deejay”, suggerisce Lisa. “Cantaci Thank You Mister Deejay”, dico. Lei mi  getta un’altra occhiata gelida  e continua il suo discorso.

   “Quando vado nella toeletta pubblica dell’Union Trade Centre, vedo che il sapone per le mani è praticamente intatto.” “Vai anche nella toeletta degli uomini?” chiedo. Lei mi getta un’occhiata che sembra piovere dalla stratosfera. “Il 50 per cento delle diarree può essere prevenuto semplicemente lavandosi le mani con il sapone. Questa soluzione è incredibilmente semplice, ma chiaramente non funziona. “Forse manca il sapone”, osservo. “No”, replica lei. “Le statistiche dimostrano che il 90 per cento delle famiglie ha accesso al sapone. Ma quei porcelli non lo usano!”, tuona indignata. “Dille di cantare ‘Umqumbothi’”, mi suggerisce Lisa, che si sta chiaramente annoiando. “Cantaci Umqombothi”, dico. “Sono qui come ambasciatrice dell’UNICEF” replica Yvonne con sussiego, facendo capire che le canzoni possiamo scordarcele.

   Alla fine della conferenza mi viene un’idea. “Vado a stringerle la mano, voi fatemi la foto”, dico alle bambine. “Così la mostreremo a tutti e creperanno d’invidia.” “Wow, che megasuperidea”, approvano le bambine con entusiasmo. “Lo zio ha sempre delle idee fantastiche. Si', si', va' subito a stringerle la mano”. Lascio la sedia e mi avvicino a Miss Chaka Chaka. “Che magnifica conferenza, mi permetta di stringerle la mano.” Lei indietreggia come se fossi un appestato. “Va’ a lavarti le mani!”

 Dragor


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