Correva il novembre 2011: il sindaco di Firenze Matteo Renzi, in ascesa come implacabile rottamatore del Partito Democratico, in una intervista al mensile Style del Corriere della Sera, individuava il giovane sindaco di Cagliari Massimo Zedda come un papabile ministro di un suo futuribile governo. Il consigliere regionale di Sel, che aveva battuto a sorpresa il decano del Pd sardo Antonello Cabras nelle primarie del centrosinistra per poi sconfiggere nelle elezioni di quel maggio il candidato del Popolo delle Libertà Massimo Fantola, era secondo il rottamatore l’emblema della politica giovane e scanzonata in grado di rinnovare i palazzi del potere. Ma Zedda, a quella ipotesi futuribile, disse quel che dicono al dottore i concorrenti temerari del gioco dei pacchi: ringrazio per l’offerta e vado avanti. «Ringrazio il sindaco di Firenze Matteo Renzi ma ho promesso alle cagliaritane e ai cagliaritani – senza dimenticare tutti coloro che pur non residenti a Cagliari hanno contribuito alla mia elezione – che mi sarei impegnato per la città – dichiarò Zedda ai media locali – Ho promesso che mi sarei dedicato a questo nonostante le difficoltà, i tagli al bilancio e le poche risorse disponibili, e sono onorato di fare quello che faccio».
Zedda e la promessa di Renzi
Tant’è che la settimana scorsa il Corriere della Sera, sempre lui, ha ipotizzato per Massimo Zedda un posto da sottosegretario nel prossimo governo Renzi.
L’ipotesi non è sicuramente peregrina anche se al momento si tratta di fantapolitica. Nonostante le incresciose polemiche di questi giorni all’interno del Pd sardo in cui qualcuno sta purtroppo dimostrando un eccessivo attaccamento alla poltrona e poca attenzione ai problemi della Sardegna, la vittoria di Francesco Pigliaru alle regionali è stata infatti un buon biglietto da visita per l’ingresso dei Democrat nella fase Renzi. Il neo premier si è infatti speso molto in questa breve campagna elettorale per la vittoria del centrosinistra nell’isola. Dunque non è escluso che il prossimo Governo abbia una congrua pattuglia sarda che ormai da tempo immemore manca nell’esecutivo nazionale. Tra i papabili per la carica di ministro si fanno ad esempio i nomi dell’ex governatore Renato Soru per l’Innovazione e, per la Difesa, del sassarese Arturo Parisi, renziano doc.
Zedda, vicino a Renzi ma anche a Graziano Del Rio (presidente dell’Anci, attuale ministro agli Affari Generali e in futuro probabile sottosegretario alla Presidenza del Consiglio o ministro dell’Interno), stando al toto-ministri del Corsera, sarebbe dunque in predicato per un posto da sottosegretario.In quel caso, a due anni dalle prossime comunali e di fronte ad una offerta non più futuribile ma estremamente concreta, Zedda direbbe ancora a Renzi: ringrazio dell’offerta e vado avanti? Oppure, allettato dalla stessa, la accetterebbe e tirerebbe a sua volta il pacco agli elettori cagliaritani per fare il grande salto verso la politica romana? Magari insieme a Renato Soru.
La risposta si saprà fra qualche giorno quando le consultazioni nazionali saranno finite. E magari quando il Partito Democratico sardo avrà finalmente finito di accapigliarsi e si renderà conto che bisogna rimboccarsi le maniche e risolvere i drammatici problemi della Sardegna. Sperando che veramente il neo presidente Francesco Pigliaru riesca, senza condizionamenti, a metter su una squadra di governo seria, capace e motivata.
E il sindaco Zedda? Probabilmente anche questa volta, qualora dovesse veramente arrivare, rifiuterà la prestigiosa offerta di Renzi e deciderà di andare avanti. Eppure qualcuno, bene informato, va in giro mormorando che a maggio i cagliaritani dovranno tornare alle urne. Per la serie: Affari tuoi. Anzi, Affari nostri.
Per ora, nell’attesa, rilassatevi così.