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Z: Il collo, mi fa male il collo.
B: Al diavolo il tuo collo, Zuck! Guardami, e guarda a cosa mi ha ridotto il tuo talento, il continuo confronto con il tuo nome, con i tuoi stupidi ebrei, con i tuoi fantasmi. Guarda me!! Non scrivo una pagina leggibile da mesi.
Z: Non scrivi affatto.
B: Taci!! Certo che scrivo, mi è fondamentale, esattamente come lo è per te. E' solo che ho il tuo Carnovsky costantemente in testa, quelle pagine sono tatuate sulle dita che, sinuose, accompagnano la mia penna sul foglio e l'inchiostro che vomita ha il tuo nome. Mi perseguiti, Zuck, anche quando non mi cerchi e non mi desideri e pensi ad Olga e magari dormi e sogni tua madre, tu mi perseguiti, ed io sono stanca.
Z: Cara, ti prego, vieni qui ...
B: Quante?
Z: Cosa?
B: Quante volte ancora dovrò sentirmi così? Come riesci ad annullare ogni lampo di giovinezza e forza in me? Come puoi invecchiare i miei sogni ed intimorire le mie ambizioni, anche solo camminando da una stanza all'altra? Non hai pietà. Sei un vecchio egocentrico, e sei solo! Dov'è tuo fratello, Zuck? Le tue mogli? Anche loro sono fuggite. Quanti bocconi amari hanno dovuto ingoiare i tuoi poveri genitori pur di non turbare il genio fragile ed irascibile del loro Nathan? Tutto ciò che tocchi si trasforma in fiele. I tuoi libri sono marci. Guardami Zuck! Ero bella, giovane e volevo solo scrivere un capolavoro. Tu saresti stato il padre, l'amante, il mentore. E invece cosa mi è rimasto? Della mia allegria rimane solo cenere. La tua grandezza ha schiacciato anche me. La tua solitudine. La tua solitudine si nutre della spocchiosa compassione con cui guardi gli altri.
Z: Stai esagerando. Hai bevuto troppo.
B: Non toccarmi! Fante aveva il suo Bandini, tu hai il tuo Carnovsky, il tuo ebreo, io cosa ho, Zuck? Niente, io non ho mai avuto niente. Avevo i miei sogni, grandi sogni, forse troppo grandi per una giovane ragazza italiana. Volevo quello che hai tu, Zuck. Non parlo del successo o dei tuoi stupidi soldi. Parlo di quello che ti ha reso Nathan Zuckerman. Il tuo pene circonciso, la tua Newark, il tuo fastidio. Io non volevo te, io volevo essere te. Cristo, Zuck, Cristo, è un casino. Ma tu mi hai bruciata, mi hai tolto tutto. Sono così stanca di combattere con armi che non ho, per qualcosa che non avrò mai. Io non ti odio, Zuck, io ti invidio e sto diventando così brutta, così sola, arida.
Z: E' tardi, dovresti andare a casa.
B: Sì, forse hai ragione, Passami le mutande.
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