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-Atto Primo- Vecchi Ricordi

Creato il 20 luglio 2011 da Mark

-Atto Primo-  Vecchi Ricordi
“C'è la Palermo da bere, da gustare e soprattutto quella da ballare. In via Candelai, quella sorta di Broadway palermitana dei pub, la movida ricomincia stasera alle 22,30 con il primo concerto che inaugurerà la stagione autunnale del Pub 88. (..........) Al Pub 88 è possibile sorseggiare birra alla spina dalla colonna sax adibita alla spillatura, o optare per i cocktail della casa come l' 88, oppure il Pop 88,(...)alla mappa notturna dei palermitani si aggiunge ora anche “A scalunata”, il nuovo pub in discesa Santa Marina 3 (traversa di via Candelai), dove si può bere sia le birre straniere più classiche in bottiglia, che i cocktail del locale (...)l' iniziativa organizzata dall' associazione Candelai (al numero 65 dell' omonima via) con il patrocinio del Comune, che trasformerà in isola pedonale la strada del centro storico ormai da alcuni anni simbolo della vita notturna dei palermitani….”      La Repubblica. 12 settembre 2001
  Avevo quindici anni la prima volta che entrai in quella strada.
 
Neanche sapevo fossero i Candelai, la New Orleans Palermitana, dove poter ascoltare i gruppi emergenti o affermati, dove si poteva iniziare ad assaporare questo mix di Street & Music che adoro. Di solito, quando si gusta qualcosa al di fuori del nostro contesto domiciliare, tutto diventa diverso, buono, molto più buono. E’ quello che di solito succede quando si fa una scampagnata o quando si decide di ritornare al vintage culinario, cucinando tutto a fuoco vivo. Che il cibo sia molto più gustoso, è un dato di fatto, ma giustificheremmo la cosa dicendo “ beh…ho camminato tanto forse avevo fame”, e invece non è così. Ecco, in quel caso non stiamo mangiando ma stiamo “gustando”. Mangiare è un dovere se non una necessità, il Gustare, invece, è un piacere… Aria pulita, contesto differente, concentrano la nostra attenzione su particolari mai visti prima.
Così è anche la “musica di strada”. Tutto sembra più gustoso, il suono riprodotto sembra creato ad “arte”, il bere diventa un ottima compagnia se non portata all’eccesso. I Candelai erano i pionieri, al livello cittadino, di quest’idea. L’affiancare in una via tutti i locali, non è creare una sleale e reciproca concorrenza, bensì si trasforma in uno scambievole aiuto. Un “unione fa la forza” commerciale, dove anche il più piccolo baretto poteva avere il suo buon resoconto a fine serata. E così di seguito : subito entrati Kebab con Narghilè, appena a sinistra “a Scalunata”, girando a destra per quella strada a pochi metri “Il Litania”…alle spalle il “Malox”… continuando per i Candelai al civico 88….il Pub88…  Avevo quindici anni la prima volta che entrai in quel pub.Non ricordo bene come riuscì a trovarlo o il motivo preciso della scoperta ma di certo per un ragazzino era tutto nuovo. Addirittura, se non sbaglio, credo di esserci capitato proprio per un banale errore di destinazione. Ho un vago ricordo delle sensazione di ”Pub88…??!! oddio…dove caspita sono capitato!”. Gente che ballava su tavoli e che riempiva per intero il locale. Il Gruppo dal vivo, posto su un rialzo a rombo, cantava “sweet home Alabama”, e nonostante la resa acustica e i suoni fossero molto arrangiati, ti sentivi coinvolto in un’atmosfera che fino a poco tempo fa neanche ti sembrava potesse esistere. Fu stupore dal momento in cui ho scoperto, che la passione chitarristica che mi aveva coinvolto e stravolto la vita solo da pochi mesi, non era soltanto fine a me stesso o ai pochi che gironzolavano in camera mia, ma poteva diventare una realtà possibile nella mia città. Era tutto li, nessun sogno ad occhi aperti, era semplicemente una verità. Sebbene le mie restrizioni orarie dell’epoca mi fecero gustare frettolosamente e con ansia del rientro il luogo, posso ancora sentire l’odore acre di sudore e fumo che mi accorsi di essermi portato dietro non appena mi raggomitolai nel letto quella sera.Da quella imprevista scoperta, i noiosi giri di accordi divennero molto più piacevoli perché ogni volta che prendevo in mano la chitarra, mi immaginavo di essere sul quel palchetto in legno, con tutta la gente che ballava sui tavoli e cantava con me.Ma ahimè … all’età di 26 anni posso dire di non aver mai suonato in quel locale, e adesso … non entro neanche più in quella strada…Vi voglio lasciare con l’ultimo stralcio di articolo e leggendolo, provate a non pensare che racconti un lontano passato ….ma che descriva semplicemente un prossimo futuro….
 “Il lavoro svolto in via Candelai - spiega Massimo Campagna, presidente dell' associazione - ha dato in questi cinque anni i suoi frutti perché tutta la strada è stata coinvolta in attività sia culturali (vedi l' associazione "Il pellegrino della terra", gestita da africani), che commerciali: c'è il panellaro, il venditore di pane con la milza e il cornettaro aperti fino a tarda notte. Mentre all'inizio la chiusura al traffico era vista con diffidenza, adesso è diventata un' aspettativa di tutto il quartiere”

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