La mattina dell’11 settembre 2001 diciannove affiliati all’organizzazione terroristica di matrice fondamentalista islamica al-Qāʿida dirottarono quattro voli civili commerciali. I terroristi fecero intenzionalmente schiantare due degli aerei sulle torri nord e sud del World Trade Center di New York, causando poco dopo il collasso di entrambi i grattacieli e conseguenti gravi danni agli edifici vicini. Il terzo aereo di linea venne dirottato contro il Pentagono. Il quarto aereo, diretto contro il Campidoglio o la Casa Bianca a Washington, si schiantò in un campo vicino Shanksville, nella Contea di Somerset (Pennsylvania).
Ci furono circa tremila vittime. Nell’attacco alle torri gemelle morirono 2.752 persone, tra queste 343 vigili del fuoco e 60 poliziotti. La maggior parte delle vittime era civile; settanta le diverse nazionalità coinvolte.
Gli attacchi ebbero grandi conseguenze a livello mondiale: gli Stati Uniti d’America risposero dichiarando la “guerra al terrorismo” e attaccando l’Afghanistan controllato dai Talebani, accusati di aver volontariamente ospitato i terroristi. Il parlamento statunitense approvò lo USA PATRIOT Act mentre altri stati rafforzarono la loro legislazione anti-terroristica, incrementando i poteri di polizia. Le borse rimasero chiuse quasi per una settimana, registrando enormi perdite subito dopo la riapertura, con quelle maggiori fatte registrare dalle compagnie aeree e di assicurazioni.
Ora al posto delle due torri ci sono due grosse vasche d’acqua con incisi i nomi delle vittime e lì accanto sorge il Memorial 9/11, un grattacielo che ospita il museo dedicato a quel giorno. Mapu ovviamente è andata a vederlo e consiglia a tutti di andare perchè è molto toccante.
In una prima parte del museo si possono vedere frammenti di torri o l’ultima colonna rimasta in piedi in cui i famigliari e gli amici delle vittime hanno scritto sopra le loro preghiere, e nella seconda parte viene ricostruito minuto per minuto l’intero giorno e i giorni successivi al disastro. Ciò che ha colpito particolarmente Mapu però non è stato il museo, ma il ritrovarsi alla fermata della metro vicino alle torri in compagnia di un uomo che era lì quel giorno, e sentirlo raccontare della paura avuta nel momento in cui ha visto una nube alzarsi. Quell’attimo è stato davvero agghiacciante.Le Vostre Au Pair
Susa & Mapu