Non bastavano le feste nazionali e quelle locali per patroni e santi vari a bloccare scuole ed uffici adesso il 15 maggio in Sicilia, si festeggia pure la giornata dell’autonomia siciliana, una festa voluta fortissimamente dall’attuale Presidente di Regione Lombardo.
Ma cosa c’è da festeggiare ? Da siciliano, mi sembra che questa sia la classica festa senza il festeggiato, nel caso di specie l’autonomia. Dal 15 maggio 1946, data in cui venne firmato lo Statuto della Regione, ad oggi questo benedetto Statuto è vissuto solamente sulle carte e non certo sulle vite dei siciliani. Altro che autonomia, lo Stato centrale ha dominato in Sicilia in lungo e in largo e lo Statuto è servito solo a far mangiare migliaia di “mangiapane a tradimento”.
Ma cosa c’è da festeggiare… quando chi vive in Sicilia sa bene che questa terra è stata dilaniata da decenni e decenni di malapolitica bravissima unicamente nel buttare via (in sprechi) una caterva di soldi pubblici arrivati da Roma e dall’Europa.
Ma cosa c’è da festeggiare… quando la Sicilia è la Regione con piu’ dipendenti pubblici in Italia, dipendenti che ci costano il doppio rispetto alla Lombardia, la quale ha pero’ il doppio della popolazione siciliana, quando gli stipendi dei deputati del Parlamento siciliano sono faraonici, cosi’ come le loro pensioni, quando siamo primatisti anche nel tasso di disoccupazione e i giovani devono ancora emigrare al nord per trovare lavoro, quando non siamo nemmeno capaci di attirare turismo e di turismo dovremmo campare, quando nessuno è ancora riuscito a risolvere il problema della monnezza sulle strada facendo la raccolta differenziata perché la mafia ci campa sulla monnezza, quando i nostri beni culturali sono stati stuprati dall’incuria, quando la mafia regna ancora sovrana e, fatemelo dire, quando per festeggiare la giornata dell’autonomia si chiudono le scuole invece che dedicare la didattica all’eventuale significato della festa.
Ma cosa c’è da festeggiare, quando e piu’ in generale, viviamo ancora negli anni settanta mentre il nord vive negli anni duemila.
Le catastrofi siciliane sono state utili ai politici siciliani, oggi si cerca si strumentalizzarle per portare la Sicilia sempre piu’ verso una Lega del sud: secessionista-indipendentista. Se questa operazione politica dovesse riuscire sarebbe il colpo di grazia per la nostra popolazione. Se le classi politiche dal 1946 ad oggi sono state incapaci di attuare l’autonomia e in nome di una fantomatica autonomia hanno distrutto la Trinacria, sarebbe ora che la Sicilia non fosse piu’ una Regione a Statuto autonomo togliendo dalla loro mani ”la pistola sulla testa dei siciliani”.
Ma soprattutto, sarebbe ora che i siciliani si svegliassero e su questo punto vedo solamente il pessimismo cosmico leopardiano.
Gio’ Chianta
COMMENTI (1)
Inviato il 15 maggio a 16:25
C'è da ricordare..nella Festa, che la Sicilia come altre Regioni Italiane subirono lo strapotere dei re piemontesi come ad esempio anche in Liguria per il sacco di Genova..aprile 1849.La Sicilia ha subito nell'Unità d'Italia vili violenze finite con uccisioni..torture, fucilazioni di donne e bambini nel primo Lager Italiano :Fortezza delle Fenestrelle dove non furono pochi i Siciliani ad essere vilmente uccisi..dal potere dei regnanti.. Questo anche si deve ricordare in TUTTE le feste dell'autonomia.Morando.