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In un paese serio (non normale, serio) Calciopoli avrebbe obbligato tutti a giocare a bocce ferme. Fermare i campionati, fare un buon repulisti, indagare sino in fondo. Invece no, si è corsi via di fretta e 5 anni dopo ci troviamo a discutere di uno scudetto che non interessa più a nessuno se non a chi se lo è visto assegnare (e che io, per principio, avrei rifiutato, ringraziando per il gesto). Detto questo non mi importa molto di cosa sarà di quello scudetto e, fossi ancora un accanito tifoso della Serie A, sarei preoccupato per il futuro del calcio italiano più che per il passato dove, di anno in anno, ne abbiamo sentite sempre di peggiori. L'ultima, definizione di Fabio Capello, è che l'ultimo scudetto vinto dal Milan è il primo vero dopo Calciopoli, affermazione che anticipa di pochi giorni l'esplosione dell'ennesimo calcio-scommesse, che sicuramente riguarderà anche qualche grande e che altrettanto sicuramente finirà in un niente o verrà utilizzato per infliggere condanne non date in precedenza per scarsa volontà. E il popolo protesterà come nemmeno contro le guerre nucleari e la povertà nel mondo. In questo paese, difesa e accusa si muovono troppo spesso col tifo e anche se tenti di essere oggettivo ti si accusa di partigianeria.A prescindere.
In questi ultimi vent'anni si è taciuto su scandali assurdi, si è indagato su due campionati falsati dalla cupola Moggi il quale, con ogni probabilità, aveva lavorato anche sui dieci precedenti e già al Torino aveva mostrato il proprio savoir faire, si è accusato Zeman con la solita tiritera del doping inesistente nel calcio, si sono decantate le lodi di partito più che quelle del pallone e l'unico paese al mondo con tre-quotidiani-tre dedicati al calcio (anche se i titoli recitano il termine "sport") è andato avanti fingendo che tutto fosse normale. Ora la dirigenza juventina, che sul proprio sito pretende che vi sia scritto che hanno vinto 29 scudetti mentre Ben Johnson non può scrivere sul proprio di essere stato olimpionico a Seul (infatti non ha un sito personale), dimostra quanto in questo paese conti raccontare più che fare e si arriva alla filosofia dei buoni con la definizione del "palmares che non si prescrive". E l'etica nemmeno. Benissimo, perché ho sempre riso dello "scudetto degli onesti", ma apprezzo il post uscito su Calcinfaccia, che non prescrive qualche scudetto e una Coppa campioni del Milan, della Juve, qualcosa del Parma... e si getta solo su esempi minimi giudicati anche, e soprattutto, dalla giustizia ordinaria dal 1991 a oggi. Gli Agnelli renderanno giustizia al calcio facendo togliere uno scudetto ai Moratti, benissimo, magari al prossimo titolo (che potranno vincere impegnandosi sul campo e non in tribunale) metteranno pure la terza stella sulla maglia perché nel paese dove ognuno fa quel cazzo che vuole e ognuno scrive le proprie regole, anche questo ci sta. Nel frattempo, però, continueranno ad essere complici della Serie A, la più grande azienda italiana che produce conti in rosso da anni e plusvalenze da Monopoli mentre il parlamento vara salvacondotti che non esistono per chi dà da lavorare alle persone vere, quelle che se si allenano due volte la settimana lo fanno la sera, dopo aver timbrato il cartellino. Nel frattempo, si diceva, si rimarrà zitti su doping e scommesse, su combine e trucchetti, su un passato marcio che non si prescrive e nulla si saprà della falsa verginità di Luciano Moggi che, a quel che dicono i tribunali, ha rovinato pure qualche carriera. Juventini in piazza, interisti in piazza, milanisti in piazza... ma gli stadi sono vuoti e lo spettacolo latita. E questo non interessa a nessuno perché tanto c'è lo scudetto 2006 da ridiscutere. Non da riassegnare: da cancellare. Da abolire. Mentre su tutto il resto meglio far finta di nulla. Il passato è passato, il presente ha ancora tanta merda attaccata ai muri e nessuno sembra poi così ben disposto a volersi sbattere un po' per levarne almeno un pezzetto.
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COMMENTI (2)
Inviato il 06 luglio a 22:22
buttate l'inter in bbbbbb
Inviato il 06 luglio a 22:22
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