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20H7D - Intervista ad Ombraluna Vintage

Da Giammies
Buongiorno a tutti. Come già accennato nel post precedente, vi avrei presentato l'artista che nella cornice di Lesicade House, avrebbe presenziato durante questa settimana.Lei è Giuseppina, di "Ombraluna  Vintage". Mercoledì, durante il nostro incontro, non il primo, ci siamo persi in una mareggiata di chiacchiere di ore ed ore. Tante le peculiarità di questa fantastica ragazza, che con la sua grazia e dedizione ti culla tra le sue parole. Il suo lavoro, non è semplicemente quello di rivendere dei capi vintage, ovvero, dietro la vendita, c'è un'attenta ricerca, non solo del prodotto, ma di tutto quello che ha "vissuto" quell'abito.Si, Giuseppina, non si ferma solo all'aspetto esteriore dell'abito, lei ne da un senso più reale, un senso vitale, li rende vivi, con una storia, con tante esperienze e cose da raccontare immerse tra le fibre e nelle cuciture, che se indossati da un'altra persona possono essere assorbite dalla stessa.Mica si ferma qui il lavoro...Da brava estimatrice di vintage, e della vita in generale, il suo lavoro più peculiare, è quello di analizzare, filo per filo ogni capo, in modo da poter dare all'acquirente, non solo come suddetto, la storia del prodotto, ma anche un reale resoconto dei materiali di cui è composto, in modo che se la persona risulta "allergica" a qualche tessuto, può essere informata per tempo. Assolutamente da stimare il lavoro di Giuseppina, perché non è un lavoro per la gloria e nemmeno per la fama, ma è un lavoro che lei dice serve per "Accrescere se stessa, Perché è una continua evoluzione, e non si finisce mai di crescere e di imparare".Ecco a voi la stupenda intervista rilasciata da Giuseppina : 
20H7D - Intervista ad Ombraluna Vintage
Ciao Giuseppina! Parlaci un po’ di te!Sono nata a Cagliari per caso, in un epoca non ben precisata. Amo viaggiare, adoro perdermi nei meandri dei mercatini, mi piace passeggiare sulle rive dei fiumi e conoscere nuove persone. Porto sempre con me un piccolo quaderno e una piccola pochette con ago e filo. Non si sa mai che debba bloccare un pensiero di passaggio o un bottone giramondo.
Il Vintage, è una passione che ti accompagna da sempre?Eh sì, ci teniamo per mano da oltre vent’anni! Ho sempre avuto la passione per gli abiti e gli accessori di epoche passate. Da bambina passavo interi pomeriggi a rovistare tra i vestiti di mia madre e quando potevo, provavo davanti allo specchio della camera da letto il suo abito da sposa. I pochi minuti di assenza dei miei genitori venivano utilizzati per infrangere le regole (mai indossare un abito da sposa da bambina, pena il mancato matrimonio!) e per sentirmi una principessa. In continua rievocazione e ricordo di azioni mai compiute, immaginando mondi lontani e possibili.
Quale è quel capo che secondo te non deve mai mancare?Sono una sostenitrice, una vera e propria ambasciatrice del foulard. Trovo che abbia la capacità incredibile di risollevare l’umore di un abito troppo serio, rendendolo meno rigoroso e informale. Io amo usarlo tra capelli, con tonalità azzardate e spesso in dissonanza con il resto del mio outfit. Credo che rappresenti la parte più spigliata ed espansiva del mio ego. Come vedi, la mia è proprio una filosofia, anzi, una foulardosofia :-)20H7D - Intervista ad Ombraluna Vintage
20H7D - Intervista ad Ombraluna VintageDurante il tuo vernissage di sabato, sono sorte tantissime peculiarità, sia comunicative chedescrittive del lavoro che fai, cosa ti spinge a fare tutto questo lavoro di ricerca dietro un abito?Sicuramente la curiosità e la grande certezza della capacità che ha ancora l’essere umano di emozionarsi. Ognuno di noi conserva dentro di sé delle bellissime storie. Spesso queste storie sono legate a un outfit particolare. Io ritengo che questi racconti restino intrappolati nelle fibre dell’abito, nelle trame dei tessuti, concorrendo a formare quell’anima che io ricerco. Un abito può evocare un ricordo, può scatenare una risata, può provocare un pianto, può suscitare un sorriso. E’ come la sensazione che deriva dall’incontro con un vecchio amico. Un abito può essere soltanto un pezzo di stoffa con una forma ben precisa, ma con un’anima e una storia ha anche un sorriso. Ogni abito proposto da Ombraluna Vintage dunque, oltre ad avere una storia personale, plasmata sui racconti e sui ricordi dell’individuo che lo indossava precedentemente, ha anche un nome, che spesso è esso stesso evocazione di un ricordo lontano.
Di capi vintage che hanno fatto la storia ce ne sono tanti, tu ne hai uno preferito?A dire la verità ce ne sono ben tre che sono importantissimi per me e per la filosofia di Ombraluna Vintage. Vorrei citarli in ordine cronologico perché non sento di poterne mettere uno al primo posto: sono tutti estremamente importanti e rappresentano, stilisticamente parlando, una vera svolta all’interno del mondo della moda e della concezione di intenderne la fruibilità. Il primo è il vestito tunica (Delphos dress o vestit Delphos) di Mariano Fortuny del 1907, liberazione estrema del corpo della donna dalla prigionia dei corsetti della Belle Époque. Il secondo è l’abito unisex di Rudi Gernreich della prima metà degli anni ’60, enfatizzazione ed esaltazione della totale asessualità dell’abito. Il terzo è l’abito civetta (the owl dress) di Bill Gibb dei primi degli anni 70, una piccola opera d’arte, uno studio preciso dei canoni della pittura rinascimentale in unione e sinergia con la versatilità e la leggera ampiezza degli abiti hippie.
20H7D - Intervista ad Ombraluna Vintage
20H7D - Intervista ad Ombraluna Vintage
Il vintage che proponi tu, come lo selezioni?Amo pensare che siano gli abiti e gli accessori a scegliere me. Io vengo semplicemente richiamata da quella che è la loro anima. Più precisamente posso dire che amando molto viaggiare, nel corso della mia esperienza ho selezionato una quantità inestimabile di piccoli tesori. Amo scovarli nei mercatini e nei vecchi armadi dimenticati di tutto il mondo, non prediligo né un colore, né uno stile, né tantomeno una taglia. Mi piace tutto quello che emana un particolare fluido, ricerco tutto quello che evoca un’emozione ed è capace di strappare un sorriso legato a un ricordo.
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20H7D - Intervista ad Ombraluna Vintage
Un po’ di vintage al maschile, quando? Ho idea che non ci sarà da aspettare molto, ma se nel frattempo qualche “maschietto” volesse indossare una delle bellissime gonne Ombraluna Vintage, sarei felicissima di proporgliene qualcuna.
In queste giornate da Lesicade House, che sensazioni hai vissuto? Sono stata letteralmente investita dalla curiosità e dal calore delle persone! Sensazioni davvero molto positive che certamente mi aiuteranno a continuare nella mia strada e a fare sempre meglio il mio lavoro. Colgo l’occasione per ringraziare Chiara Cossu e Mattia Cogoni, padroni di casa della House, persone splendide, attenti alle esigenze degli artisti che loro stessi scelgono, propongono e promuovono. Essendo artisti a loro volta hanno davvero fatto in modo che la mia piccola permanenza alla House, fosse molto più che piacevole.
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Lasciaci i tuoi contatti per poter vedere il tuo super guardaroba vintage!Suggerisco sempre la pagina di fb, Facebook Ombraluna Vintage ,molto più interattiva e spontanea e certamente il mio sito internet (attualmente in restyling). Insomma, rovistate e siate curiosi! Un abbraccio e grazie di cuore!
20H7D - Intervista ad Ombraluna Vintage

 ( Giuseppina, in arte "Ombraluna Vintage", assieme al suo amico "Giovanni Coda" regista e artista a 360°)

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